“VERIFICHE A SCUOLA:Come riconoscere e gestire le emozioni”
Relatrici: Prof.ssa Ilaria Rodella
Prof.ssa Valeria Scipioni
Giovedì 20 ottobre 2022
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Relazione :
Incontro con collegamento on line – 20 ottobre 2022
Dopo il concerto della scorsa settimana, la stagione del progetto “Scuola per Genitori 2022-2023” entra nel vivo con l’incontro di questa serra, dedicato alle verifiche a scuola, ma soprattutto dedicato alla capacità dei giovani di riconoscere e gestire le proprie emozioni. Le due relatrici hanno esposto in modo preciso, chiaro e professionalmente ineccepibile, le situazioni che i giovani vivono prima, durante e dopo aver affrontato una verifica, ma hanno soprattutto evidenziato il ruolo che le emozioni giocano nella loro performance, ma soprattutto nella costruzione del proprio io. Innanzitutto, ci hanno fatto notare come – in presenza di emozioni forti – riusciamo a scolpire nella nostra memoria fatti e informazioni che altrimenti scivolerebbero via come l’acqua di un fiume. Pochi saprebbero dire che cosa hanno fatto il 20 ottobre di un anno fa, ma quasi tutti invece sanno raccontare che cosa hanno fatto il giorno del loro matrimonio o – per emozioni altrettanto forti, anche se opposte – il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle. Alcune citazioni di Daniela Lucangeli[1] hanno dato lo spunto per ulteriori dettagli sul funzionamento della nostra memoria, ma soprattutto sul ruolo chiave che giocano le emozioni. Fra queste: ”La memoria è la macchina, ma l’autista sono le emozioni” o “Un incoraggiamento vale più di novantotto rimproveri”. La stessa docente ha rafforzato il concetto che la capacità di apprendimento aumenta in modo esponenziale in presenza di emozioni positive, ossia emozioni che aiutino a generare nello studente un senso di autoefficacia”.[2]
Un ulteriore prova sull’efficacia delle emozioni positive ci è venuto dalle “scimmie diHarlow” (1958): un esperimento dal quale è emerso che le scimmie in giovane età preferivano trascorrere il loro tempo con una madre affettuosa anche se magari forniva poco cibo, rispetto ad una più fredda che però dava cibo in abbondanza.
Da qui, le due relatrici di stasera hanno divise le emozioni in due grandi categorie:
- POSITIVIE, quindi emozioni che facilitano i compiti e che si possono così elencare: il piacere di imparare, il divertimento di imparare con sorrisi e risate, l’ispirazione come senso di appagamento e motivazione, l’entusiasmo per gli strumenti di apprendimento (la famosa “cassetta degli attrezzi”), l’orgoglio dei risultati, la speranza del successo, la sorpresa e meraviglia per imparare qualcosa di nuovo e travolgente ed infine l’affetto verso la persona che ci trasmette le conoscenze.
- NEGATIVE, ossia emozioni che ci possono mettere in difficoltà nel raggiungimento dell’obiettivo; queste sono sostanzialmente: la paura del giudizio dell’insegnante e dei compagni, la rabbia, la tristezza, il disgusto o disprezzo, l’ansia e infine l’imbarazzo o soggezione nelle situazioni in cui non ci si sente all’altezza.
Di fronte ad entrambe le tipologie di emozioni, va mantenuta alta l’attenzione e vanno adottati opportuni accorgimenti; per le emozioni positive, queste vanno accolte, ma guai a lasciarsi crogiolare o ad abbandonarsi sugli allori: il risultato potrebbe essere davvero spiacevole. Ricordiamo cosa fece Ulisse di fronte al canto delle sirene: si fece legare preventivamente per non cadere nella trappola del loro canto ammaliatore.
Circa le emozioni negative, ancorché non facciamo piacere, non conviene cercare di ostacolarle o combatterle a tutti i costi; più efficace farle sbollire, lasciarle cadere come la pioggia sui tettti: prima o poi, la pioggia finirà e tornerà il sereno.
Sia la prof.ssa Rodella che la prof.ssa Scipioni si sono piacevolmente alternate nell’esposizione, dando un ritmo gradevole ai concetti presentati ed esplorando con intelligenza il mondo delle emozioni; fra queste un focus particolare è stato fatto su alcune come la gioia, la rabbia, la tristezza, la paura, il disgusto e la sorpresa.
GIOIA: va coltivato e alimentato il circuito della ricompensa, intesa come gratificazione e percorso virtuoso; essa viene foraggiata anche grazie ai feedback formativi, che si possono dare in occasione delle valutazioni dei compiti; è più efficace attivare un confronto sugli errori commessi e fornire metodologie e strategie per non ripetere l’errore piuttosto che dare falsi apprezzamenti, che non risolvono il problema a monte.
RABBIA: per quanto non possa sembrare, anche questa emozione ha una sua valenza, serve per lottare, per attirare l’attenzione; essa permette di esprimere l’ansia e di far sbollire lo stress.
TRISTEZZA: essa rappresenta l’insoddisfazione per un obiettivo non raggiunto ed è solitamente l’espressione del fatto di aver preso coscienza di un mismatch costi-benefici (molto tempo a studiare per magari portare a casa un’insufficienza) o di un errato metodo di studio.
Certamente è opportuno adottare alcune importanti strategie prima, durante e dopo la verifica.
Prima: occorre gestire opportunamente il tempo a disposizione (tenere sempre un orologio davanti per rendersi conto dello scorrere del tempo), ma bisogna anche adottare una precisa organizzazione (se non riesco a risolvere il primo compito ed il tempo passa, conviene intanto passare al secondo, per tornare al primo, una volta finiti gli altri esercizi);
Dopo: è importante analizzare “dove” si è sbagliato, potenziare i propri punti forti e riflettere sulle aree di debolezza per capire come migliorarle.
PAURA: è un’emozione che ci fa prevedere le situazioni di pericolo e quindi in molti casi ci salva o ci può evitare di trovarci in situazioni di pericolo; la paura, quindi, ha tutto sommato una valenza positiva; ciò che non deve essere presente è la paura di sbagliare in quanto quest’ultima non ci permette di crescere e di svilupparci. Tale sentimento ci spinge a rimanere nella nostra comfort zone e questo è un elemento fortemente inibente in quanto, specie in epoca moderna dove i ritmi evolutivi hanno avuto una fortissima accelerazione, non uscire dalla propria comfort zone significa essere superati da chi non ha timore di affrontare nuove professioni, nuove situazioni, nuovi datori di lavoro, nuovi ambienti, …
Le sgradevoli sensazioni che vive lo studente durante la prova a fronte della paura (sudorazione, vuoti mentali, …) si dissolvono come neve al sole se dietro c’è una metodologia di studio robusta, strutturata ed efficace.
Alcuni brevi suggerimenti su come lo studente dovrebbe affrontare le domande aperte, quelle di dettaglio e quelle a rieaborazione personale, prima di chiudere con il disgusto e la sorpresa.
DISGUSTO: ci siamo mai chiesti perché alcuni studenti, ma non tutti, dicono “odio lo studio”? Se la causa fosse fisiologica, TUTTI gli studenti lo penserebbero, mentre invece ce ne sono alcuni che amano lo studio e mostrano un vivo e coinvolgente interesse. Le cause di questo “odio” non risiedono nell’intelligenza, né nell’attitudine allo studio, ma derivano da una repulsione per lo studio (ingranaggio inceppato), che spesso deriva o dal fatto che, essendo rimasto indietro, lo studente si vede soverchiato dal molto lavoro che deve affrontare per riportarsi in linea oppure dal fatto che, non avendo ancora adottato un metodo di studio efficace, deve fare uno sforzo esagerato e senza proporzione rispetto al risultato raggiunto.
SORPRESA: è l’emozione più breve di tutte ed ha il merito di attivare circuiti di attenzione. Subito dopo la sorpresa, possono sopraggiungere emozioni di vario tipo, a volte positive, altre negative.
Infine, le nostre due brave relatrici hanno proposto alcuni testi utili per approfondire la materia.
Riteniamo che la corretta gestione delle emozioni sia alla base, oltre che dei risultati scolastici dei nostri figli, anche del loro equilibrio psico-somatico, della loro capacità di integrarsi con la società e con la natura. A noi genitori il compito di guardarli con obiettività, ma anche con affetto per fargli vivere serenamente queste emozioni e lasciare che esse ne strutturino il carattere e la personalità.
Un grazie a queste due brave professioniste che, stando anche ai feedback entusiastici, hanno soddisfatto coloro che hanno partecipato alla serata. Un grazie anche alla dirigente Marconcini, che ha moderato l’incontro e a coloro che ne hanno arricchito i contenuti con domande pertinenti ed interessanti.
Cordiali saluti.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
[1] Professoressa di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova.
[2] Su questo tema, è stato introdotto il concetto di “apprendimento caldo” (warm cognition)