SCUOLA PER GENITORI 2022-2023
“ANSIA A SCUOLA, MA NON SOLO …”
Per genitori dei bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado
dr.ssa Stefania Bergnoli
Centro civico “N.Tommasoli” – 23 febbraio 2023
Video
Relazione:
Secondo incontro in presenza e pubblico decisamente in crescita; ci piace pensare che pian piano, dopo i quasi tre anni di pandemia, la gente riprenda l’abitudine ed il piacere di uscire, di incontrarsi, di scambiare pensieri ed opinioni vis-à-vis, godendo di un’empatia difficile da avvertire quando ci si pone davanti ad un monitor. La Dirigente Marconcini ha introdotto la nostra relatrice ed il tema della serata, sollevando subito alcuni interessanti punti di domanda come per es. conoscere quali metodologie possiamo mettere in pratica per gestire la nostra ansia e quella degli altri. La dr.ssa Bergnoli ha subito chiarito che l’ansia non va necessariamente considerata come un’emozione negativa. Essa, infatti, può in talune circostanze essere il giusto propellente per farci realizzare opere manuali o intellettuali di rilievo, come al contrario può bloccarci in modo paralizzante, impedendoci di mettere a frutto il lavoro svolto. E’ il caso quest’ultimo di quegli allievi che, per avendo studiato ed essendosi preparati, non traggono dall’interrogazione quel risultato atteso o addirittura fanno la tradizionale scena muta, perché bloccati da un’ansia che non sono riusciti a gestire. Interessante la curva che rappresenta l’andamento della prestazione al variare dell’ansia. Tale andamento assomiglia a quello di una “gaussiana senza le code”, ossia migliora all’aumentare dell’ansia, ma solo fino ad un certo punto, oltre il quale invece, proseguendo ad aumentare l’ansia, la prestazione cala inesorabilmente. Questo per dire che “una giusta dose di ansia può aiutare o anzi è da desiderarsi; oltre certi limiti, tuttavia, essa limita, debilita, blocca chi ne è invaso e finisce per demolire la prestazione ed il suo protagonista. L’ansia dipende da fattori che si possono incasellare in tre categorie: biologici, psicologici e sociali. I primi sono insiti nella natura della persona e quindi possiamo dire che, in certa misura, si nasce più o meno ansiosi; a questi, si aggiungono fattori psicologici, derivanti dal nostro modo di vedere le cose e dalla nostra maggiore o minore capacità di essere ottimisti; infine, la nostra ansia dipende da fattori sociali, come i familiari con cui ci relazioniamo o i nostri interlocutori fuori dall’ambito familiare.
Questi ultimi in particolari sono determinati dagli stili educativi; ecco allora che ci possiamo trovare con familiari che adottano comportamenti e stili diversi: iperansiosi, ipercritici, perfezionisti, iperprotettivi o incoerenti. In tutti questi casi, veniamo investiti da azioni (gesti, parole, atteggiamenti) che aumentano la nostra predisposizione all’ansia.
Dall’ansia derivati pensieri irrazionali o “errori” che vanno controllati. Qui sta il concetto chiave: rafforzarci, maturare, coltivare in noi la capacità di gestire e controllare questo “boost” che è un utile propellente, ma può anche diventare esplosivo.
Ecco quindi, specie negli adolescenti, l’emergere di pensieri generalizzanti (“nessuno mi vuole”), catastrofici (“l’esame sarà un disastro”), autocolpevolisti (“non ne combino una giusta”), fatalisti (“sono grasso”, “non sarò mai bravo come loro”) e intolleranti (“non sopporto che … “, “non potrò mai accettare che …”).
L’effetto dell’ansia è particolarmente evidente nel nostro corpo, nei nostri pensieri e nelle nostre azioni.
CORPO: Nel nostro corpo, il battito cardiaco aumenta, i muscoli si irrigidiscono, la respirazione diventa irregolare, la temperatura corporea si altera in modo anomalo.
PENSIERI: Sulla nostra mente, l’ansia si riflette inducendoci pensieri che prevedono il terrore di qualcuno o qualcosa da cui fuggire.
AZIONI: le azioni generate sono quasi sempre di allontanamento e fuga. Il primo istinto è quello di allontanarci, anche quando invece potrebbero esserci risultati positivi nel rimanere; è il caso del rifiuto e allontanamento da una giostra o da uno dei giochi di un parco perché ci ispira paura nell’immediato, anche se poi, affrontando quella paura, magari riusciremmo anche a divertirci.
L’arma è scattare da questi pensieri pessimistici e negativi a pensieri più positivi (“fare una brutta figura non è stato bello, ma non è la morte”, “la prova potrebbe andare male, ma riuscirò a riprendermi”) e quindi vedere nelle prove alle quali ci stiamo per sottoporre il cosiddetto bicchiere mezzo pieno.
Come si esce da questa situazione? Attivando o facendoci aiutare nell’attivare un processo di serenità interiore, che ci porterà a valutare con più calma e maggiore distacco gli eventi – reali o immaginari – che solitamente ci generano ansia. Allenarsi in questo rapporto di calma interiore, esattamente come ci si allena per una disciplina orientale, permette di raggiungere e adottare alla bisogna quello stato di forza e serenità interiore, che ci mette nelle condizioni di dosare la nostra ansia e usarla nella misura corretta.
L’ansia non va mai a zero: un minimo ce l’abbiamo tutti; ciò che va evitato e lasciare che si impadronisca di noi e ci paralizzi nell’azione e nel pensiero.
La dr.ssa Bergnoli ha efficacemente esposto poi come cambiano le paure al variare dell’età ( a 4 anni si ha paura del buio, a vent’anni si ha paura dell’opinione che gli altri hanno di noi), avvalendosi di tabelle che mostrano come le varie paure si manifestino diversamente nelle varie classi di età, passando da paure immaginarie i individuali (la mamma che si allontana, il buio, i topi, …) a paure più di tipo sociale (“cosa pensano gli altri di me”, “sensazione di non essere all’altezza del compito”).
La dr.ssa Bergnoli ha esposto questi fattori con grande chiarezza, sfruttando delle slide molto efficaci e significative ed ha concluso che ognuno di noi ricerca un posto che gli doni serenità perché, come dice il Dalai Lama “quando sei nel tuo mondo preferito, il cervello funziona meglio”. Ciò sta ad indicare che il raggiungimento di una situazione di relax interiore, ci mette nelle condizioni di agire con maggiore ragionevolezza ed efficacia rispetto a chi si trova in una situazione di ansia.
Sempre prendendo spunto dal Dalai Lama, possiamo aggiungere: “Una felicità autentica richiede innanzitutto la pace mentale e un certo grado di padronanza di sé“.
Ringraziamo quindi la dr.ssa Bergnoli per la preziosa serata che ci ha permesso di viaggiare in questo mondo così conturbante della ricerca di pace interiore per essere artefici del nostro e dell’altrui successo.
A presto.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO