SCUOLA PER GENITORI 2022-2023
“VORREI SOLO CHE FOSSE FELICE …
COME ACCOMPAGNARE I NOSTRI FIGLI NELLA RICERCA DELLA FELICITA’ ”
dr.ssa Daniela Panacci – prof. Andrea Salvetti
Centro civico “N.Tommasoli” – 9 marzo 2023
Video
Relazione:
Come spazzar via in una serata due anni di pandemia!
Presenza importante all’incontro di stasera con la dr.ssa Daniela Panacci (di seguito” Daniela”) ed il prof. Andrea Salvetti (di seguito “Andrea”), ma anche tanta empatia e la bellezza di vedere genitori che non solo fanno domande, ma portano la loro esperienza, le loro difficoltà e le loro incertezze: un quadro di una umanità disarmante, tanto più accattivante quanto più si sono visti, a fine serata, genitori confrontarsi fra loro, condividere le reciproche sensazioni e situazioni. Insomma, la concretizzazione di quello che è il vero obiettivo di Prospettiva Famiglia, ossia portare i genitori a fare squadra, a mettersi a nudo e a cercare, pur nelle nostre difficoltà e limiti, una via per essere dei bravi genitori.
Lo si è fatto grazie a due relatori di razza che hanno fornito tanti e tali spunti, che servirebbero due giorni per sviscerarli tutti; si va dall’ascolto all’autostima, dall’intelligenza emotiva alla resilienza, dal concetto di felicità a quello di bisogno, dall’incontro dei bisogni dei genitori con quelli dei figli al desiderio dei figli di essere capiti e non compatiti. Insomma, un pot pourri di emozioni e di pensieri all’interno dei quali trovare gli strumenti necessari non tanto per renderli felici (non è questo il compito dei genitori), bensì per far crescere in loro quegli elementi, quei sentimenti e quei valori, che possono aiutarli a trovare la loro via, che – se realizzata – porta alla felicità.
Innanzitutto Andrea e Daniela hanno cercato di esporre il concetto di felicità attraverso le risposte raccolte in numerosi questionari dai ragazzi stessi; salvo qualche rara eccezione (“accontentarsi di ciò che si ha”), esse sono tutte improntate al rapporto con sé stessi e con gli altri. La felicità come concetto legato all’essere e non all’avere. Felicità come “spegnimento del rumore portato dalle preoccupazioni che lascia spazio ad un benessere psico-fisico e ad uno status di leggerezza”, ma anche felicità come desiderio che i genitori ascoltino senza dare necessariamente spiegazioni o indicazioni o soluzioni. Felicità che molto spesso si sostanzia nel “dare” (“ho aiutato il mio amico che ha preso un bel voto”) e nel fornire il proprio supporto ad un amico o ad un gruppo. Anche i genitori hanno dei bisogni: si va dal sentirsi importante all’essere riconosciuto, dal sentirsi figlio (inversione dei ruoli) all’avere momenti di relativa tranquillità in cui guardarsi allo specchio.
Anche i figli ovviamente ne hanno: si va dal desiderio di essere ascoltati alla voglia di trovare la propria indipendenza, dalla richiesta di affetto al desiderio che i genitori chiariscano quali sono i reali limiti dei figli, dal desiderio di avere una guida a cui ispirarsi alla possibilità di trovare qualcuno con cui confidarsi e infine alla necessità di fare ordine nelle mille idee e pensieri che affollano la mente di un adolescente. Sarà che li invidiamo per la giovane età, ma va riconosciuto che le paure, le incertezze e i dubbi che si insinuano in loro di fronte alle scelte della vita che stanno per affrontare non sono di lieve momento (quale lavoro, quale famiglia, quale abitazione, quale relazione amorosa, quali altre scelte di vita).
Dall’incontro dei bisogni dei genitori con quelli dei figli, nasce la scintilla che può portare alla felicità, soprattutto se si tiene conto che vi sono ragazzi che si sentono bene se i loro genitori sono i primi ad essere felici e al tempo stesso, noi genitori riusciamo a stare bene se solo vediamo i nostri figli in uno stato di serenità e di grazia.
Certamente, ci dice Andrea, la ricerca della felicità passa attraverso un concetto di moderazione e di equilibrio; l’oracolo di Delfi sentenziava: “conosci te stesso, nella giusta misura”, il che va inteso come indagare interiormente per scoprire che l’essenza della vita è dentro di sé e scoprire che l’universo è dentro di noi.
Interessanti le descrizioni del concetto di felicità raccolte dagli studenti: per qualcuno sarebbe sufficiente che i genitori lo ascoltassero (nel vero senso della parola), per altri è l’essere capiti, per altri è anche semplicemente lo stare insieme senza necessariamente conversare, ma semplicemente condividere momenti e sensazioni. Per altri ancora è avere dei genitori che non li aggrediscano quotidianamente in domande incalzanti (“com’è andata a scuola?”, “cosa hai fatto?”, “dove vai?” …). Gli errori dei genitori sono innumerevoli a partire dal desiderio di avere un figlio come dicono loro (dicotomia tra figlio ideale e figlio reale), dall’avere sempre una risposta per tutto senza calarsi nei panni dei figli e senza cercare di capire da quale punto di vista stanno osservando il mondo.
Andrea e Daniela ci hanno poi letto un brano del Liside dove Socrate chiede a questo fanciullo se i suoi genitori lo amino e alla risposta affermativa del fanciullo chiede quali sarebbero i segni di questo amore. Sembra infatti che Liside non disponga di grandi libertà, poiché non gli è consentito guidare nessun carro e nemmeno può “guidare” se stesso, ma deve sottostare alle decisioni del maestro: ma allora, domanda Socrate, come è possibile che i suoi genitori lo amino se non gli permettono di fare niente, ma anzi per le loro necessità si affidano a schiavi? Sembrerebbe infatti che essi abbiano più fiducia dei loro schiavi che non del loro figlio, al quale, anzi, impongono molti padroni. In realtà, a Liside non è consentito fare certe cose e nemmeno decidere per se stesso in quanto non ne è ancora in grado. Ogni compito viene infatti affidato a chi è saggio e competente in materia, e così a guidare i cavalli da corsa viene scelto un auriga, la città sceglie come propria guida le persone migliori, e anche Liside, il giorno che sarà sapiente, verrà chiamato ad occuparsi dei beni di famiglia e dei suoi genitori, che gli affideranno sé stessi.
Le domande finali del pubblico e le esperienze portate da alcuni di loro sono state condivise dal pubblico presente, che ha gradito gli spunti forniti e che sono alla base per l’attivazione di comportamenti virtuosi nei confronti dei propri figli.
Un grazie sincero a Daniela e Andrea per la carica emotiva che hanno saputo trasmettere e per gli spunti forniti, che i genitori presenti sicuramente terranno presenti nell’attivazione di comportamenti coerenti verso i propri figli.
Cordiali saluti.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO