Ciclo di incontri sulla geopolitica
INDIA – LA VIA DELLE SPEZIE
Una potenza emergente tanto diversa,
ma anche un popolo tanto affine a quello italiano
dr. Carlo Lombardi
Centro civico N. Tommasoli 6^ Circoscrizione – 14 novembre 2023
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Innanzitutto, il dr. Lombardi ha fatto notare che la principale via di navigazione in Estremo Oriente, passa dallo Stretto di Malacca e costeggia l’India prima di arrivare verso il Golfo Persico. Questa posizione mette l’India in una condizione di superiorità in quanto potrebbe con facilità prendere il controllo dello Stretto di Malacca e bloccare così le intenzioni cinesi di uscire dall’impasse del cordone navale montato dagli americani e che li confina all’interno del Mar Cinese Meridionale.
Il dr. Lombardi ha concentrato la sua presentazione in una serie di temi che accomunano l’India e l’Italia, chiedendo poi al pubblico presente se condivideva questa sua interpretazione. Un primo tema è quello della lingua: il nostro relatore ci ha fatto notare che molti vocaboli hanno un etimo simile al latino ((mater=mata, serpente=sarp, nomen=nam, …) o all’inglese (door=duar). Ma le similitudini fra i nostri due Paesi non finiscono qui.
Come l’Italia nella sua storia è stata oggetto di molte invasioni (Longobardi, Normanni, Arabi, Francesi, Austriaci, …), così l’India ha subìto nella sua storia le invasioni da parte di Persiani, Afgani, Musulmani e Inglesi. Inoltre, l’India ha una società fortemente gerarchica (vedi la strutturazione in caste); l’Italia non ha ovviamente una strutturazione altrettanto rigida, ma il sentimento gerarchico – per es. nei luoghi di lavoro – è fortemente sentito. Altro aspetto interessante è quello del regionalismo: in India si parla un centinaio di dialetti diversi e spesso inconciliabili fra loro, ma da noi – ci dice Lombardi – se mettiamo assieme un abitante della Val Trompia con un calabrese che parli un dialetto stretto, saranno altrettanto difficilmente conciliabili.
E le tradizioni? L’India è molto attenta alle tradizioni, soprattutto religiose e anche noi effettivamente lo siamo, anche se con una tendenza all’abbandono. L’unica differenza, ci dice Lombardi con una battuta, è che “noi abbiamo 365 giorni di lavoro intervallati da qualche giorno di festa, mentre l’India ha 365 giorni di festa intervallati da qualche giorno di lavoro”.
Se diamo uno sguardo alla storia antica, scopriamo che l’Italia è stata oggetto di vari imperi (da quello Romano a quello Bizantino) e analogamente l’India è stata oggetto di una sequenza interminabile di imperi: Maurya, Gupta, Chola, Pala, Sultanato, Vijayanagara, Mughal, Marathi, …).
Sotto il profilo religioso, possiamo trovare dei punti di contatto, se pensiamo alla nostra Santissima Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) e alla Trimurti (Brahma (creatore), e Visnù (conservatore) e Shiva (distruttore)). Sotto il profilo geografico, possiamo trovare un punto di contatto con la grande varietà dei paesaggi che vi sono in Italia dalle Alpi alla Sicilia e l’altrettanto enorme varietà che vi è India fra la catena himalayana e le spiagge del Kerala o del Tamil Nadu, le regioni all’estremo sud del continente indiano.
Come in Italia, specie fino a qualche anno fa, si vedeva ad occhio nudo la profonda differenza culturale fra le città e le zone rurali, analogamente in India, vi sono queste enormi differenze culturali fra le grandi città (Bombay, Nuova Dehli, Calcutta, …) e le zone rurali.
Dove siamo profondamente diversi, ci fa notare Lombardi, è nell’impostazione del ragionamento: noi italiani, secondo un’impostazione tipicamente ellenistica ed occidentale, partiamo dalle premesse e da lì svolgiamo il ragionamento per arrivare a delle conclusioni. Molto diversa invece l’impostazione nel subcontinente indiano: innanzitutto, vi è una filosofia circolare e non lineare (il ciclo di vita e morte si perpetua in modo continuo ed ininterrotto), ma soprattutto, essi spesso partono dalle conclusioni per risalire alle cause e alle ipotesi di partenza, ossia il contrario del nostro modo ordinario di impostare il ragionamento.
Da un punto di vista politico-economico, l’India è sempre stata inserita fra i Paesi non allineati, evitando di allearsi con gli USA o con la Russia; al tempo stesso, pur avendo una popolazione con un’età media giovanissima, potrebbe pagare dazio per il fatto che la domanda interna non è così solida ed elevata da avviare un sano ciclo di sviluppo di tipo capitalistico; la povertà di intere fasce della popolazione non garantisce che i prodotti possano essere prodotti e soprattutto acquistati su vasta scala. Fra i punti di debolezza dell’India vi sono poi le profonde disuguaglianze sociali; queste disuguaglianze che i ministri dell’era Nehru-Gandhi non hanno risolto, isolandosi nel benessere della fascia più ricca e benestante della popolazione.
I giovani indiani eccellono in alcune discipline, soprattutto di carattere scientifico, ma anche l’India, come l’Italia, paga la fuga dei cervelli, con moltissimi giovani promettenti che si trasferiscono negli USA, abbandonando il Paese di origine che non offre altrettante opportunità. Una vaga e incontrollabile vena anarcoide pervade sia gli italiani che gli indiani ed entrambi i popoli sono legati ai principi democratici, con tutti i limiti che ciò comporta. Se ci confrontiamo, infatti, con uno Stato dirigista e autoritario come quello cinese, si nota chiaramente come i tempi di realizzazione delle varie opere, comprese quelle ciclopiche della diga sul fiume Yangtze (fiume Azzurro), sono decisamente più stretti in un regime dove si impongono le direttive e non si dà spazio al confronto democratico.
Qualcuno dei presenti ha fatto notare come il modo di approcciarsi in India sia molto diverso dal nostro e molto attento al fatto che il tuo interlocutore sia di questa o quella casta, ma come dappertutto, ci ha fatto notare Lombardi, bisogna entrare nella loro mentalità e poi si potrà capire che anche la loro ha una logica.
Insomma, una serata davvero interessante su un mondo che ci appare lontano e che, invece, ha molte affinità con noi. Nel dibattito finale è emersa anche l’esperienza maturata da altri che frequentano questo Paese per motivi di lavoro e che hanno visto progressivamente prendere coraggio e abbandonare, giustamente e specie al Nord, quell’atteggiamento di sudditanza nei confronti degli occidentali.
Infine, un tema che ci porterebbe lontano è quello del rapporto fra l’India musulmana e quella secolare (a stragrande maggioranza indù), ma questa differenza religiosa è stata sostanzialmente definita quando fu costituito il Pakistan, dove sono stati raccolti tutti gli indiani di credenza musulmana; nell’attuale India sono rimaste tutte le altre religioni (indù, zoroastriani, animisti, …), ma su questo tema potremmo andare avanti tutta la notte.
Un “grazie” al dr. Lombardi per la precisa e ricca presentazione e un grazie alla VI Circoscrizione, con cui abbiamo condotto questo interessante ciclo di incontri.
A presto.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO