SCUOLA PER GENITORI 2023-2024
“DALLA PANDEMIA ALLA GUERRA: COME STANNO I NOSTRI ADOLESCENTI?
I DATI DELLA RICERCA”
Dr. Doriano Dal Cengio
Centro Civico N.Tommasoli – 22 febbraio 2024
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L’amico e grande professionista Doriano Dal Cengio ci ha portati stasera sul tavolo dei risultati statistici relativi alle indagini condotte da importanti istituti demoscopici (IARD, ABELE, CNR) in collaborazione o su istanza di enti che si sono fatti parte attiva nel cercare di capire quali effetti si siano prodotti nei nostri ragazzi (ma in futuro vedremo anche quelli su di noi genitori) di fronte a fenomeni forti e negativi come la pandemia e la guerra. Tali enti sono l’Ass. Nazionale Dipendenze Tecnologiche (DI.TE.), l’Istituto Superiore di Sanità, l’ospedale Gaslini di Genova o il Bambin Gesù di Roma.
Il dr. Dal Cengio ha fatto subito una breve cronistoria delle prime tappe che hanno portato a quel 6 marzo 2020, data in cui fu dichiarato – anche con un certo coraggio dall’allora Governo Conte – il lockdown, ossia la chiusura totale delle attività economiche ed il divieto di circolazione per tutti gli abitanti del nostro Paese. Si cominciò con un annuncio, fatto dal Governo cinese il 31 dicembre 2029, circa un numero stranamente elevato di casi di polmonite; successivamente, nel mese di gennaio 2020, lo stesso governo decise dapprima il blocco totale della città di Wuhan e poi dell’intera provincia di Hubei. 10 milioni di persone bloccate nelle proprie abitazioni nel caso della città di Wuhan e ben 60 milioni quando si trattò dell’intera provincia. Eventi questi che cominciarono ad incuterci un po’ di paura, dopo l’iniziale sentimento di leggerezza con cui avevamo appreso le prime notizie. In Italia, si ebbe il primo caso di Covid 19 a Codogno, poi un altro a Vo’ Euganeo, dopo di che la pandemia assunse caratteri di massima diffusione, dopo la partita di calcio Atalanta – Valencia, al termine della quale si rilevò che un tifoso atalantino su cinque era risultato positivo al controllo.
La provincia di Bergamo fu fra le province colpite per prime quella con il maggior numero di casi, evidenziati anche dalle drammatiche immagine delle bare trasportate dai camion militari. Da lì si arrivò ben presto al 6 marzo e – anche se inizialmente si facevano attività goliardiche o volte a cancellare psicologicamente il fenomeno che si stava diffondendo – si arrivò ben presto a guardare al fenomeno con malcelata preoccupazione.
Si è poi passati all’analisi dei dati raccolti ed è emerso che tre sono i fenomeni principali rilevati nel comportamento dei nostri adolescenti durante la pandemia:
- Ritiro sociale, ossia tendenza all’isolamento con fenomeni anche estremi (hikikomori);
- Disordine alimentare
- Tendenza all’autolesionismo fino ad arrivare a fantasie suicidarie.
Sul primo fenomeno, alcuni dati sono davvero allarmanti con un 8,2% dei ragazzi intervistati che ha dichiarato di non essere uscito per un tempo compreso fra 1 e 6 mesi; a ciò si aggiunga un 1,7%, corrispondente a circa 44.000 studenti che sono perfettamente incasellati nella sindrome di hikikomori ed altri 67.000 che sono sul punto di diventarlo. A posteriori, l 18% del campione delle scuole superiori dichiara di non voler più uscire di casa; tale percentuale sale drammaticamente al 33% se si considera la fascia compresa fra 8 e 13 anni.
In tema di disordine alimentare, tutti noi abbiamo conosciuto casi di famiglie in cui a fronte della situazione anomala in cui ci siamo trovati durante la pandemia, abbiamo reagito adottando anomali condotte nei confronti del cibo: chi ha cominciato ad astenersi inopinatamente (anoressici) dal cibo o ad adottare metodi “fai-da-te” per ridurre il peso facendosi “una cultura” su siti di dubbia preparazione e affidabilità e chi al contrario ha reagito con condotte bulimiche. Il 37% del campione intervistato ha dichiarato di essere aumentato di peso ed il 27% (35% nelle femmine) si “vede” più grasso della media dei suoi amici.
Ancora più preoccupante sapere che più del 50% in generale, ma quasi il 61% delle ragazze, non è soddisfatto del proprio aspetto fisico.
In tema di autolesionismo e fantasie suicidarie, dai questionari della società Di.Te. risulta che almeno 1 su 6 ha provato a farsi del male per sfogare il proprio malessere, ma la percentuale sale in modo davvero preoccupante se si guarda agli under 16; nella fascia 8-13 anni i fenomeni di autolesionismo hanno coinvolto 1 bambino su 3, mentre dai 14 ai 15 anni il fenomeno si attenua leggermente (1 su 5).
Alla domanda “conosci qualcuno che durante la pandemia si è fatto del male volontariamente, tagliandosi o procurandosi delle ferite) ben il 31% ha risposto “sì, qualcuno”.
E’ stato chiesto ai ragazzi il motivo per il quale penano che i loro coetanei arrivino all’autolesionismo e la risposta è stata che è un modo estremo per affrontare agitazione, tristezza e tensione per il 44% dei ragazzi delle medie ed il 50% abbondante per i ragazzi delle superiori.
Infine, sul tema delle fantasie suicidarie, alla domanda “ti capita a volte di non avere voglia di vivere”, quasi il 20% delle ragazze (1 su 5) ed il 13% dei maschi ha risposto “spesso”. Il dato diventa ancora più preoccupante se si guarda alla fascia dei più giovani (8-13 anni) dove le percentuali di coloro che provano desiderio di autolesionismo o peggio ancora fantasie suicidarie cresce leggermente.
In entrambi gli ospedali (Gaslini (GE) e Banbin Gesù (RM) si è segnalato un aumento dei tentati suicidi. Per es. al Bambin Gesù gli accessi al Pronto Soccorso per atti autolesionistici è aumentato nel 2020/2021 del 60%, ma soprattutto sono aumentati gli accessi per mancato suicidio (+75%).
L’atteggiamento dei giovani risulta anche responsabile a fronte dello scoppio della guerra fra Russia e Ucraina; 8 su 10 dichiarano che la guerra ha avuto un effetto negativo sul suo umore, mentre 1 su 3 (quindi il 33%) ha sentito come dominante negli ultimi tre mesi la rabbia.
1 ragazzo su 2 lega la pulsione di rabbia a quanto sta accadendo nel mondo esterno e anche un’insoddisfazione verso sé stessi. Ma con una insoddisfazione maggiore nelle femmine (50% contro 38% nella fascia 17-19 anni).
A fronte di questi eventi negativi, per molti ragazzi anche le prospettive sul futuro si sono fatte più incerte e ben il 52% vede il proprio futuro incerto e preoccupante. Per il 35% i momenti di tristezza sono aumentati rispetto all’anno precedentemente; i temi che preoccupano maggiormente sono il degrado ambientale ed il cambiamento climatico (81% nei maschi), le catastrofi naturali (78%)ed infine le guerre col 71%. Infine, dove hanno raccolto i ragazzi queste informazioni? Ebbene, la prima fonte sono stati internet ed i social e solo ultimi sono arrivati i giornali cartacei col 3,5%: segnale questo che indica come il giornale stia vivendo una caduta verticale per lo scarso uso che ne fanno i giovani e forse anche gli adulti.
Ringraziamo il dr. Doriano Dal Cengio che alla fine della presentazione ha risposto alle domande emerse dal pubblico ed ha fatto notare come i fenomeni più gravi si registrino in quei ragazzi “fragili”, ragazzi per i quali spesso i genitori non hanno mai avuto il coraggio di dire “NO” e che quindi al primo “NO” che la vita gli pone davanti (un lutto, una catastrofe, una delusione amorosa, …) si trovano spiazzati ed impreparati.
Prima di concludere, si è comunque voluto sottolineare che fortunatamente una grossa percentuale di ragazzi, si dimostra ogni giorno valida, forte e competente e sa affrontare con coraggio le sfide di una società vieppiù difficile e complessa. Su di loro riponiamo la nostra fiducia più totale per superare le sfide che gli si porranno davanti e per rendere il mondo migliore rispetto a quello che noi lasceremo loro.
Cordiali saluti.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO