16^ stagione della Scuola per Genitori 2024-2025
DIFFICOLTA’ ATTENTIVE, DI CONCENTRAZIONE E DI IRREQUIETEZZA NEL BAMBINO
Dr.ssa Grazia Simone
Centro Civico “N. Tommasoli” – 31 ottobre 2024
Presentazione curata, precisa, chiara, competente ed esaustiva quella di ieri sera proposta dalla dr.ssa Grazia Simone a favore dei genitori interessati a scoprire le dinamiche e le soluzioni che si possono apportare a fronte di bambini irrequieti e con difficoltà attentive. Difficoltà che, quando si esacerbano, assumono i connotati dell’ADHD (Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder ), ossia un disturbo caratterizzato da una durata scarsa o breve dell’attenzione e/o da vivacità e impulsività eccessive non appropriate all’età del bambino, che interferiscono con le funzionalità o lo sviluppo.
I suggerimenti che ci dà la nostra brava e competente relatrice sono innanzitutto quelli di procedere con un’analisi funzionale: si tratta del metodo dell’osservazione di galileiana memoria, che consiste nel tracciare e documentare cosa avviene prima, durante e dopo l’evento. A titolo di esempio:
- prima: l’insegnante sta spiegando da un’ora, seduta sulla sedia;
- durante: il bambino si distrae e guarda fuori dalla finestra;
- dopo: il bambino viene richiamato all’attenzione.
Cosa di potrebbe fare in questo caso? Alla domanda, il pubblico ha risposto che, per es., l’insegnante potrebbe alzarsi e muoversi fra i banchi per riaccendere l’attenzione.
Altro aspetto importante è quello di tracciare gli aspetti salienti relativi al bambino in termini di autoregolazione (riesce ad evitare atteggiamenti e azioni de-finalizzate o distraenti?), comportamentali ed emotivi. Sicuramente, un’azione necessaria per gestire l’iperattività del bambino è quella di attivare delle routine, dare regole standard, consentirgli di prevedere in modo certo come si svolgerà la giornata o una parte di essa; per il bambino sapere come saranno scanditi i singoli momenti è elemento di sicurezza.
Altro trucco per indurre il bambino a concentrarsi su un’azione o sullo studio è quello delle “ricaricard”: si utilizzano quattro carte (pit stop, pausa, merenda, cambio attività), che il bambino può utilizzare una volta sola per ciascuna carta e che gli dànno la possibilità di un’interruzione di pochi secondi (pit stop) o di una pausa un po’ più lunga (pausa) o di interrompere mangiando qualcosa (merenda) o di dare un’interruzione ancora più lunga, dedicandosi ad un’altra attività/gioco (cambio attività).
Si tenga presente che questi disturbi possono essere di diversa origine:
talvolta essi hanno un substrato biologico ed hanno un’origine ereditaria, legata ad alterazioni dei connettori neuronali, che rendono difficile l’adattamento della propria condotta alle circostanze; in questi casi, si può intervenire con l’azione di un neuropsichiatra; resta fermo il fatto che il ricorso al farmaco è sempre, secondo la dr.ssa Grazia Simone, l’estrema ratio. Altre volte, invece, tali deficit attentivi o tale irrequietezza deriva da elementi ambientali; su questi si può intervenire in modo più agevole, per es. introducendo elementi utili a facilitare l’adozione di un comportamento attentivo (uso del colore, uso di supporti sonori, uso di schemi e grafici); a questi si aggiungo strumenti che facilitano la lettura (per es. un pezzo di carta con una fessura che consenta di concentrarsi sulla riga del libro che si sta leggendo) oppure strumenti che scandiscono il passare del tempo (orologio a parete o sveglia).
A seguire della bella e chiara presentazione, si è aperto un vivace dibattito sui temi della serata: chi ha proposto il tema della “pedagogia lenta”, instillare nei bambini ritmi, ambienti (luce e toni di voce), modalità di interazione sufficientemente lenti da far apprezzare lo stare insieme anche per combattere i ritmi incalzanti della vita di oggi, chi ha chiesto dove si tratta di disturbi fisiologici e dove invece appare la patologia, chi ha chiesto lumi sul ruolo dei device (tablet, smartphone, PC, ..) chi ha chiesto suggerimenti su come gestire l’irrequietezza dei bambini che spesso ostacola in modo evidente le capacità di apprendimento ed infine, chi – come la nostra stessa relatrice – ha sottolineato che la noia, non è sempre da vedersi come un momento negativo: in un’epoca in cui ci preoccupiamo spasmodicamente di riempire ogni momento della giornata dei nostri ragazzi, lasciare che ogni tanto si fermino e vivaddio, si annoino pure, può rappresentare un momento per introiettarsi, per meditare, per guardarsi dentro al grido di “fermate il mondo, voglio scendere”. Un’esigenza, questa di scavare ed entrare nel profondo degli argomenti e del nostro essere, tanto più forte quanto la tecnologia ci porta invece a “surfare” senza mai metabolizzare le notizie che ci bombardano quotidianamente.
A presto.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO