2^ edizione del ciclo di geopolitica
POPOLI E CIVILTA’
Dopo il voto USA: prospettive e conseguenze per l’Europa
avv. Mattia Magrassi
Centro Civico “N. Tommasoli” – 2 dicembre 2024
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Terzo ed ultimo incontro del ciclo di geopolitica, intitolato “Popoli e civiltà”, guidato dall’avv. Mattia Magrassi, che è sempre addentro alle questioni inerenti le vicende statunitensi, anche per il suo impegno alla guida di Limes Verona. Il tema – esiti delle elezioni americane – non poteva essere più caldo, a meno di un mese da quel 5 novembre che ha decretato il successo di Donald Trump, il quale si insedierà per la seconda volta alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio.
L’avv. Magrassi, con una documentazione ineccepibile e con una disamina quasi scientifica, ha illustrato le principali vicende che hanno segnato la campagna elettorale americana; dalla parte dei democratici, si arrivava dalle elezioni primarie (“che negli USA sono una cosa seria”) in cui Biden ha vinto facile, dal momento che nessuno dei suoi potenziali concorrenti, si è messo in lizza per competere; dall’altro lato, quello repubblicano, Donald Trump non ha nemmeno partecipato alle primarie, convinto com’era di non avere rivali e quindi dichiarando apertamente di non avere tempo da perdere. Certamente, ci dice Magrassi, per concorrere alla Casa Bianca occorre tenere presenti alcuni assunti fondamentali, che hanno segnato a favore di Trump la corsa elettorale: 1. Biden ha sempre dichiarato di poter competere per un secondo mandato, ma ha dimenticato (volutamente?) che, anche avesse vinto, avrebbe avviato il suo nuovo quadriennio con 82 pesantissime primavere sulla spalle; 2. Per poter condurre una campagna elettorale come quella americana, si parte da un budget di un miliardo di dollari: una cifra astronomica, che va recuperata o dalle proprie casse o da quelle dei propri sostenitori; 3. Trump ha avuto l’intuito di circondarsi di persone in grado di catturare l’appeal del popolo americano come Elon Musk e Joe Rogan; 4. Il ruolo giocato dal tema dell’aborto; questo punto merita un approfondimento: la legge che rendeva legale l’aborto negli Stati Uniti fu emanata nel lontano 1973, quando la Corte Suprema con la sentenza Roe v. Wade stabilì che l’aborto era legale; tuttavia, di recente (2019), la Corte Suprema si è espressa dichiarando che tale pratica non è questione di competenza federale, bensì dei singoli Stati; nel 2019 alcuni Stati degli Usa hanno adottato leggi che vietano l’aborto, mentre in altri sono entrati in vigore provvedimenti per ridurre drasticamente l’accesso ai servizi di aborto.; ne è emerso che per alcuni Stati, l’aborto è perfettamente legale (addirittura ammesso fino al 9° mese), mentre per altri Stati esso è illegale ed è punti con la reclusione fino a 125 anni, sia per la madre che per coloro che praticano attività di interruzione della gravidanza); questa decisione “pro vita” della Corte Suprema ha indotto i cattolici a votare per i repubblicani, che ne hanno fatto un cavallo di battaglia; 5. Infine, Trump ha condotto una campagna elettorale innovativa, che ha colpito di più gli americani, rispetto alla campagna più tradizionale condotta dai democratici di Kamala Harris. In particolare, su quest’ultimo punto, benché l’economia USA andasse bene sia prima che dopo le elezioni, la popolazione è stata colpita dai comizi di Trump, che riportava la situazione sul singolo o sulla singola famiglia, sottolineando le difficoltà di arrivare a fine mese o di poter risparmiare qualcosina per un futuro incerto: tali immagini, di vita quotidiana, hanno toccato la pancia degli americani più dei dati macroeconomici – pur positivi – citati da Kamala Harris.
A questi punti di partenza, che hanno avvantaggiato Trump, se ne sono aggiunti poi altri nel corso della campagna elettorale e precisamente: a) l’attentato a Trump del 13 luglio 2024, che gli ha portato – come per tutti coloro scampati miracolosamente ad un attentato – le simpatie di parte dell’elettorato; b) il 21 luglio 2024, Biden segnalava – nemmeno in conferenza stampa, bensì con una lettera – che cedeva il passo a Kamala Harris; quest’ultima – che prima – non avendo partecipato alle primarie – non aveva potuto saggiare il gradimento del suo partito, si è trovata catapultata nella corsa alla Casa Bianca, senza aver preventivamente e adeguatamente preparato il terreno; c) pare che quando fu eletto Biden, quattro anni fa, la scelta sia caduta sulla Harris in quanto si voleva una vice che non potesse creare fastidi al Presidente e che catturasse i voti dell’unica categoria demografica non favorevole a Biden, ossia le donne afro-americane. Uno solo è stato il confronto televisivo fra Trump e la Harris e, nonostante pareva che fosse stato vinto dalla Harris, le urne hanno poi evidenziato quanto si stia riducendo l’efficacia di questi confronti a favore invece degli altri media (come X di Elon Musk o gli altri social dove poter veicolare immagini e filmati in grado di influenzare notevolmente l’elettorato americano). Infine, hanno pesato alcuni errori del partito democratico, che si è lasciato sfuggire Robert F. Kennedy Jr., esponente della famosa famiglia americana che ha sempre rappresentato una bandiera per i democratici: l’abbraccio di Kennedy e Trump, ha spostato più di qualche voto verso il partito repubblicano.
Grafici alla mano l’avv. Magrassi ha poi evidenziato che più che uno spostamento a destra del partito repubblicano, gli americani sono convinti di uno spostamento a sinistra del partito democratico: lo dimostrano i sondaggi sull’indirizzo da dare all’immigrazione (spingere o frenare?) e a quello di azioni positive come per es. riservare una percentuale dei posti di accesso all’università alle categorie demografiche più in difficoltà per etnia (ispanici, afro) e per reddito (< 50k USD).
Prima di passare al dibattito finale, l’avv. Magrassi ci ha illustrato la mappa dei risultati su tutti gli States ed è emerso che la vittoria di Trump è stata schiacciante e molto più marcata di quanto prospettassero i giornali nel periodo immediatamente precedente il 5 novembre. Il discorso finale – che ha preceduto il giorno della votazione – tenuto da Kamala Harris con la Casa Bianca sullo sfondo e quello di Trump, tenuto al Madison Square Garden, nella fortezza democratica quale è New York, danno evidenza dei differenti stili con cui è stata condotta la rispettiva campagna elettorale.
Al termine della presentazione sugli States, l’avv. Magrassi ha illustrato una interessante rappresentazione dell’Europa, dove:
- • la Francia, vanta un rapporto di strettissima amicizia con gli USA, al punto che è l’unico Paese europeo, dove non sono presenti basi americane;
- • la Germania, dove invece le basi americane sono molto presenti, ma con un crisi derivante dalla scarsità di energia, a seguito delle esplosioni sul Nord Stream;
- • l’Italia, dove le basi americane sono presenti in massa (Napoli, dove è di stanza la VI flotta USA), Aviano (UD) da cui sono partiti i bombardieri B52 anche in occasione del conflitto nella ex Jugoslavia ed infine Ghedi, dove sono presenti missili a lunga gittata di produzione USA;
Un cenno, infine, lo merita la posizione di Trump circa la partecipazione alla NATO, dove la nuova impostazione prevede che ogni singolo Stato contribuisca con almeno il 2% del PIL (oggi l’Italia si attesta all’1,49%)
Un grazie sincero all’avv. Magrassi che ha risposto alle domande del pubblico ed ha illustrato sia la campagna elettorale e sia i possibili scenari futuri con precisione e documentazione certosina. Una marea di spunti di riflessione sui quali invitiamo sempre chi frequenta i nostri incontri a meditare per costruirsi un’ipotesi dei possibili scenari futuri il più possibile basata su fatti documentati e su ipotesi credibili.
A presto.
Ass. PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO