giovedì 17 maggio 2012 – CRONACA – Pagina 11
VALPANTENA. Chi opera sul territorio conferma: un fenomeno diffuso
«Molti ragazzi a rischio se la famiglia non c´è»
Don Castellani, parroco di Poiano: «La sensazione è che i giovani camminino troppo vicini alle droghe»
Trasgressione, scarsa autostima, desiderio di essere accettati dal gruppo o semplicemente noia. Sono tante le motivazioni che possono spingere i giovani a cadere nella tentazione delle sostanze stupefacenti. Il dato allarmante è che l´età in cui per la prima volta si fa conoscenza con una droga, negli ultimi anni, si è abbassata pericolosamente. Il 2 per cento dei ragazzi delle medie ha già “assaggiato” qualche sostanza stupefacente ed il 3,3 per cento degli studenti riferisce di aver assunto cocaina almeno una volta nella vita.
La zona dell´est veronese, in particolare la Valpantena, soffre di questa problematica in maniera maggiore, o almeno questa è la sensazione percepita da chi opera con i ragazzi sul territorio.
Nelle frazioni della Valpantena lo spaccio avviene spesso anche in pieno centro, di notte, approfittando dei tanti spazi isolati e poco illuminati, dove, col calar del buio, non passa quasi mai nessuno.
«Ogni tanto nei parchi giochi al mattino vengono ritrovate siringhe o altri reperti spiacevoli», ricorda Vinco Giò Battista, ex coordinatore della commissione Problematiche sociali dell´ottava circoscrizione e presidente della Polisportiva Valpantena, «ma non credo che siano solo ragazzi della zona a far uso di droghe, temo che vengano anche da altre parti della città perché qui c´è più reperibilità di sostanze e luoghi poco illuminati in cui appartarsi».
Ma con una maggiore presenza di spacciatori, aumenta anche il rischio di cedere alle lusinghe dei paradisi artificiali. Lo scorso anno fu chiuso per sette giorni il bar Centrale di Quinto, luogo di incontro tra i giovani clienti di uno spacciatore appena arrestato.
«I miei ragazzi mi raccontano di presenza di droga nella zona», ammette Leonardo Zanini, ex consigliere dell´ottava circoscrizione, padre di due adolescenti, «è una cosa che si avverte, in particolare delle cosiddette droghe leggere. Un rischio da cui noi genitori abbiamo il dovere di proteggere i nostri ragazzi».
«Il problema nella zona è serio. La percezione che i ragazzi camminino pericolosamente vicini alle droghe è netta», riflette il parroco di Poiano, don Claudio Castellani, «per questo abbiamo organizzato due incontri sul tema dipendenze, ma a intervenire sono stati soprattutto quei genitori che forse non ne avevano bisogno, mentre le famiglie dei ragazzi più a rischio non si sono fatte vedere. Non è ignorando il problema che lo si risolve».
Molte famiglie sono disgregate per separazioni, oppure i genitori sono costretti entrambi a lavorare tutto il giorno e gli adolescenti restano abbandonati a loro stessi. E la contiguità con le droghe come hashish e marijuana è quotidiana. La facilità con cui viene distribuita è disarmante, nelle compagnie, vicino agli impianti sportivi, fuori dalle scuole.
«Il problema esiste”, ammette Daniela Galletta, docente all´istituto Pasoli di Borgo Venezia e referente della Scuola per genitori dell´associazione Prospettiva Famiglia. “Lo scorso anno ai nostri incontri, che sono gratuiti, venivano pochissimi genitori, eppure sono proprio loro i primi a poter scongiurare il rischio di dipendenza per i propri figli”.E.Inn.