ANNIVERSARIO. Domani, nel giorno del compleanno, serata in memoria del giovane grafico di Negrar morto dopo un’aggressione sei anni fa
Tre borse di studio per ricordare Tommasoli
La mamma: «Mio figlio avrebbe voluto che noi partecipassimo». Tosi: «Prevenire la violenza»
Domani avrebbe compiuto 35 anni. Ed è proprio nel giorno del suo compleanno, a sei anni dalla scomparsa, che Verona ha deciso di dedicare una serata al ricordo di Nicola Tommasoli, il grafico di Negrar che morì dopo cinque giorni di coma in seguito all’aggressione subita la notte del 1° maggio 2008 a Porta Leoni da parte di un gruppo di giovani. Presentando, nell’occasione, anche l’istituzione di tre borse di studio, attivate in collaborazione con la famiglia Tommasoli, destinate agli studenti di scuole elementari, medie e superiori, per la produzione di lavori sul tema «Tolleranza ed accoglienza: valori significativi per difendere il diritto e non il pregiudizio, la reciprocità e non la grettezza, la convivialità e non il fondamentalismo».
L’appuntamento nasce grazie all’impegno dei genitori di Nicola, Maria Annunziata e Luca Tommasoli, insieme alla sesta circoscrizione, la Rete Prospettiva Famiglia e Madri insieme per una Verona civile, con il patrocinio del Comune, ed è stato presentato ieri a Palazzo Barbieri, alla presenza del sindaco Tosi. Non a caso, la serata si intitola «Buon compleanno Nicola – Comprendere è impossibile, conoscere è necessario», citazione di una delle più illuminanti frasi di Primo Levi, anche questa ispirata a «quell’assurdità del male» che nella storia torna a colpire e che ci appare così duro accettare. Anche attraverso la musica e la poesia, i giovani della Rete domani sera ricorderanno Nicola, mentre verrà ripercorsa la vicenda dei giorni seguiti all’aggressione, quando Porta Leoni è diventata meta di un pellegrinaggio di cittadini e cittadine che hanno voluto lasciare un messaggio per Nicola, un biglietto, una candela, un ricordo, che poi, fotografati, sono diventati le immagini che raccontano la storia di una città capace di sentire, commuoversi, partecipare.
«Siamo qui perchè credo che a Nicola non sarebbe piaciuto se noi ci fossimo chiusi. Di fronte a fatti come questo, non ci sono che due possibilità: il silenzio e la chiusura al mondo, o la fiducia che ti fa impegnare per le generazioni che verranno. Abbiamo scelto questa via, sappiamo che nostro figlio avrebbe preferito così», ha detto la madre di Nicola.
«Ringrazio tutti coloro che si sono resi disponibili per organizzare questo evento», ha detto Tosi, «in particolare Prospettiva Famiglia che con il suo lavoro porta i giovani a riflettere sui temi della legalità, per prevenire quella violenza ottusa e immotivata che fu anche la causa della morte di Nicola. Una tragedia che ferì l’intera città, tanto che si decise di intitolare il nuovo Centro civico di Borgo Santa Croce proprio a Nicola». A.G.