Possiamo dirlo ? Che bella serata abbiamo passato col prof. Aceti !
Che cuore, che passione, che veemenza, che sani principi e soprattutto … quanto sano buon senso.
L’avevamo previsto: un personaggio di questo carisma non ti lascia indifferente; non ti puoi annoiare con uno che si muove sul palco come fosse un indemoniato, tanta è la sua passione ed il suo desiderio di “tirar fuori tutti il meglio di noi”. Non puoi evitare di prestare attenzione ad uno che ti urla nelle orecchie, dicendoti che “la televisione non può continuare a mostrarci queste icone dello scoraggiamento, queste D’Urso e queste De Filippi che infondono in noi e soprattutto nei nostri figli la paura di diventare grandi”.
E poi quanta voglia ha lui – e anche noi – di vedere in TV le persone vere, quelli che possono davvero essere per noi maestri di vita, quelli che hanno da dirci cose vere e non le solite sciocchezze.
Aceti ha ammaliato le 450 persone che hanno affollato il Cinema Alcione (peccato per i 50 che, per motivi di sicurezza, hanno dovuto rimanere fuori), ha esposto e spiegato i cardini di una sana educazione e le ragioni delle difficoltà che vivono i ragazzi e gli adulti in questa fase di crisi economica ma anche esistenziale, con donne (e uomini) adulte che vogliono tornare a fare le bambine e con uomini (e donne) sempre più superficiali e sempre meno abituati ad assimilare e digerire le esperienze di vita.
Di quale immensa esperienza concreta sul campo ci ha parlato questa bella persona !
Un’esperienza peraltro arricchita dalla conoscenza dei grandi maestri dell’Umanesimo; da Aristotele a Gibran, da Kierkegaard a Papa Benedetto XVI (con la sua enciclica “Spe salvi”), senza dimenticare il grande insegnamento di Maria Montessori.
Aceti ci ha fatto capire che le capacità di educare bene i nostri figli stanno dentro di noi, nella nostra capacità di fare introspezione e di far scendere in loro i concetti, le relazioni e gli affetti.
Fare in modo che le radici della pianta siano profonde: solo così la pianta potrà crescere grande e forte.
Stabilire con loro una relazione, dove si accetta l’errore, in loro come in noi, e ci si interroga ogni volta su chi abbiamo di fronte, questo è il segreto per “fare in modo che questi bebè diventino adulti”.
Indurli a decidere, a scegliere, ad autogestirsi: perché le cose che si fanno meglio sono quelle iniziate da piccoli e fatte e rifatte mille volte; un bambino abituato a decidere, sarà sicuramente un adulto in grado di decidere e di scegliere; un bambino che non prende decisioni, difficilmente potrà acquisire quella fiducia in sè stesso per poter diventare veramente grande.
Anche le domande finali del pubblico sono state di grande saggezza e di grande profondità; un segno questo, insieme all’interesse suscitato dal tema e dal personaggio, che ci lascia ben sperare e ci fa pensare che – pur in questa situazione di difficoltà e di crisi – abbiamo risorse e qualità umane capaci di far crescere una generazione di uomini e donne maturi e capaci di vivere il loro tempo.
I ringraziamenti sono dovuti alle Scuole Aportiane, ma anche a Daniela, agli altri componenti di Prospettiva famiglia che hanno organizzato la serata e alle alunne e alunni del Pasoli che hanno aiutato in modo sostanziale; infine, last but not least, a questo grande personaggio che speriamo tutti di riavere presto fra di noi.
A presto.
Per Prospettiva famiglia
Paolo Stefano
P.S.: mi sovviene che oggi sono 520 anni esatti dalla scoperta dell’America; beh, anche noi abbiamo fatto una bella scoperta con questo indemoniato prof. Aceti.
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