Monastero del Bene Comune, Sezano:
11-12 ottobre: Il Seminario di formazione, organizzato dall’Associazione SULLE REGOLE, a cui Prospettiva Famiglia è associata, guidato da Gherardo Colombo, ha consentito ai presenti, soprattutto ai giovani partecipanti ( Istituto Pasoli, Liceo Copernico, Liceo Maffei ed universitari) di approfondire diverse tematiche relative all’ambito dell’Educazione alla Legalità, ma in particolar modo di iniziare un cammino di formazione e di pieno coinvolgimento personale nelle attività educative dell’associazione.
PROSPETTIVA FAMIGLIA e SULLE REGOLE
MONASTERO DEL BENE COMUNE
Sezano, 11 – 12 ottobre 2014
Prospettiva Famiglia ha incontrato Sulle Regole (l’associazione fondata dal giudice Gherardo Colombo) per una due giorni in una locazione quasi mistica come il Monastero del Bene Comune di Sezano.
Due giorni dedicati a fornire suggerimenti su come diffondere nelle scuole e fra la gente il messaggio del rispetto delle regole; Prospettiva Famiglia potrebbe porsi come il braccio operativo nel Veneto (o almeno nella provincia di Verona) dell’invito pressante ed urgente di costruire una società davvero e finalmente rispettosa delle regole.
Come si è detto, le leggi possono anche essere ingiuste, ma le si devono cambiare rispettando le regole.
Due giorni in cui lo staff di Gherardo Colombo ha fornito indicazioni su come diffondere il concetto del rispetto e dell’utilità delle regole; le regole non come costrizione o vincolo, ma come condizione necessaria per vivere meglio (cosa succederebbe se qualcuno passasse col rosso e qualcun altro col verde ?).
Due giorni in cui sono state fornite indicazioni sui contenuti e sulla struttura delle relazioni; struttura e contenuti, corpo ed anima, istinto e ragione, azione e controllo. I due aspetti sinallagmatici di un unico comune sentire e di un unico chiaro obiettivo: creare le premesse di una società migliore, dare ai nostri figli un mondo in cui realizzare le proprie aspirazioni, essendone essi stessi protagonisti ed artefici. Diffondere un senso integrale e inossidabile che il rispetto delle regole va portato avanti sempre e comunque, senza cedimenti e senza tentennamenti. E’ un sacrificio e un impegno, ma sono la conditio sine qua non di un mondo dove essi potranno sentirsi davvero liberi; fieri finalmente di far parte di una società, che sarà sicuramente migliore di quella di oggi, portatori del sacro fuoco della legalità e del rispetto della dignità di ogni uomo.
Prospettiva Famiglia opera con questo obiettivo, sicura che l’obiettivo è sacro ed inviolabile. Il futuro ci dirà se raggiungeremo la mèta; per oggi, siamo solo sicuri che la strada è quella giusta.
Un pubblico “grazie” all’Ass. Sulle Regole e al suo fondatore Gherardo Colombo; ci sentiamo onorati di assumere questo incarico, consci che non sarà facile, ma altrettanto convinti di farcela.
Con l’aiuto della gente che ci segue e con il sostegno di chi crede nella nostra missione.
A presto.
ASS. PROSPETTIVA FAMIGLIA
Il Presidente
dott. Paolo STEFANO
Allego il discorso, tratto da Tucidide “La storia”, libro II par 37-41.
4 (37) Noi abbiamo una forma di governo che non guarda con invidia le costituzioni dei vicini, e non solo non imitiamo altri, ma anzi siamo noi stessi di esempio a qualcuno. Quanto al nome, essa è chiamata democrazia, poiché è amministrata non già per il bene di poche persone, bensí di una cerchia piú vasta: di fronte alle leggi, però, tutti, nelle private controversie, godono di uguale trattamento; e secondo la considerazione di cui uno gode, poiché in qualche campo si distingue, non tanto per il suo partito, quanto per il suo merito, viene preferito nelle cariche pubbliche; né, d’altra parte, la povertà, se uno è in grado di fare qualche cosa di utile alla città, gli è di impedimento per l’oscura sua posizione sociale.
5 Come in piena libertà viviamo nella vita pubblica cosí in quel vicendevole sorvegliarsi che si verifica nelle azioni di ogni giorno, noi non ci sentiamo urtati se uno si comporta a suo gradimento, né gli infliggiamo con il nostro corruccio una molestia che, se non è un castigo vero e proprio, è pur sempre qualche cosa di poco gradito.
6 Noi che serenamente trattiamo i nostri affari privati, quando si tratta degli interessi pubblici abbiamo un’incredibile paura di scendere nell’illegalità: siamo obbedienti a quanti si succedono al governo, ossequienti alle leggi e tra esse in modo speciale a quelle che sono a tutela di chi subisce ingiustizia e a quelle che, pur non trovandosi scritte in alcuna tavola, portano per universale consenso il disonore a chi non le rispetta.
7 (38) Inoltre, a sollievo delle fatiche, abbiamo procurato allo spirito nostro moltissimi svaghi, celebrando secondo il patrio costume giochi e feste che si susseguono per tutto l’anno e abitando case fornite di ogni conforto, il cui godimento quotidiano scaccia da noi la tristezza.
8 Affluiscono poi nella nostra città, per la sua importanza, beni d’ogni specie da tutta la Terra e cosí capita a noi di poter godere non solo tutti i frutti e prodotti di questo paese, ma anche quelli degli altri, con uguale diletto e abbondanza come se fossero nostri.
9 (39) Anche nei preparativi di guerra ci segnaliamo sugli avversari. La nostra città, ad esempio, è sempre aperta a tutti e non c’è pericolo che, allontanando i forestieri, noi impediamo ad alcuno di conoscere o di vedere cose da cui, se non fossero tenute nascoste e un nemico le vedesse, potrebbe trar vantaggio; perché fidiamo non tanto nei preparativi e negli stratagemmi, quanto nel nostro innato valore che si rivela nell’azione.
10 Diverso è pure il sistema di educazione: mentre gli avversari, subito fin da giovani, con faticoso esercizio vengono educati all’eroismo; noi, invece, pur vivendo con abbandono la vita, con pari forza affrontiamo pericoli uguali. E la prova è questa: gli Spartani fanno irruzione nel nostro paese, ma non da soli, bensí con tutti gli alleati; noi invece, invadendo il territorio dei vicini, il piú delle volte non facciamo fatica a superare in campo aperto e in paese altrui uomini che difendono i propri focolari.
11 E sí che mai nessuno dei nemici si è trovato di fronte tutta intera la nostra potenza, dato che noi rivolgiamo le nostre cure alla flotta di mare, ma anche, nello stesso tempo, mandiamo milizie cittadine in molti luoghi del continente. Quando gli avversari vengono a scontrarsi in qualche luogo con una piccola parte delle nostre forze, se riescono ad ottenere un successo parziale si vantano di averci sbaragliati tutti e se sono battuti, vanno dicendo, a loro scusa, di aver ceduto a tutto intero il nostro esercito. E per vero se noi amiamo affrontare i pericoli con signorile baldanza, piuttosto che con faticoso esercizio, e con un coraggio che non è frutto di leggi, ma di un determinato modo di vivere, abbiamo il vantaggio di non sfibrarci prima del tempo per dei cimenti che hanno a venire e, di fronte ad essi, ci dimostriamo non meno audaci di coloro che di fatiche vivono. Se per questi motivi è degna la nostra città di essere ammirata, lo è anche per altre ragioni ancora.
12 (40) Noi amiamo il bello, ma con misura; amiamo la cultura dello spirito, ma senza mollezza. Usiamo la ricchezza piú per l’opportunità che offre all’azione che per sciocco vanto di parola, e non il riconoscere la povertà è vergognoso tra noi, ma piú vergognoso non adoperarsi per fuggirla.
13 Le medesime persone da noi si curano nello stesso tempo e dei loro interessi privati e delle questioni pubbliche: gli altri poi che si dedicano ad attività particolari sono perfetti conoscitori dei problemi politici; poiché il cittadino che di essi assolutamente non si curi siamo i soli a considerarlo non già uomo pacifico, ma addirittura un inutile.
14 Noi stessi o prendiamo decisioni o esaminiamo con cura gli eventi: convinti che non sono le discussioni che danneggiano le azioni, ma il non attingere le necessarie cognizioni per mezzo della discussione prima di venire all’esecuzione di ciò che si deve fare.
15 Abbiamo infatti anche questa nostra dote particolare, di saper, cioè, osare quant’altri mai e nello stesso tempo fare i dovuti calcoli su ciò che intendiamo intraprendere: agli altri, invece, l’ignoranza provoca baldanza, la riflessione apporta esitazione. Ma fortissimi d’animo, a buon diritto, vanno considerati coloro che, conoscendo chiaramente le difficoltà della situazione e apprezzando le delizie della vita, tuttavia, proprio per questo, non si ritirano di fronte ai pericoli.
16 Anche nelle manifestazioni di nobiltà d’animo noi ci comportiamo in modo diverso dalla maggior parte: le amicizie ce le procuriamo non già ricevendo benefici, ma facendone agli altri. È amico piú sicuro colui che ha fatto un favore, in quanto vuol mettere in serbo la gratitudine dovutagli con la benevolenza dimostrata al beneficato. Chi invece tale beneficio ricambia è piú tiepido, poiché sa bene che ricambierà non per avere gratitudine, ma per adempiere un dovere. Noi siamo i soli che francamente portiamo soccorso ad altri non per calcolo d’utilità, ma per fiduciosa liberalità.
17 (41) In una parola, io dico che non solo la città nostra, nel suo complesso, è la scuola dell’Ellade, ma mi pare che in particolare ciascun Ateniese, cresciuto a questa scuola, possa rendere la sua persona adatta alle piú svariate attività, con la maggior destrezza e con decoro, a se stesso bastante.
18 E che questo che io dico non sia vanto di parole per l’attuale circostanza, ma verità comprovata dai fatti, lo dimostra la potenza stessa di questa città che con tali norme di vita ci siamo procurata.
Stefania Zivelonghi
Dottore commercialista revisore legale
Ereisma – dottori commercialisti e avvocati