TAVOLA ROTONDA. Domenica la Gran Guardia sarà illuminata di rosso per ricordare le vittime
«Le stragi sulle strade? Troppe distrazioni»
Enrico Santi
Nespoli: «Guidare telefonando è come andare ad occhi chiusi» E domani al Centro Tommasoli si parla di educazione stradale
L’associazione dei familiari delle vittime della strada non esita a definirla strage. E domenica 16 novembre il palazzo della Gran Guardia verrà illuminato di rosso per ricordare le tante vittime della strada.
Il tragico bilancio, dall’inizio dell’anno conta 68 morti sulle strade veronesi. E di fronte a queste cifre la polizia municipale e l’associazione dei familiari delle vittime lanciano un allarme accorato. «Una maggiore prudenza risparmierebbe molti lutti», esclama il responsabile del Nucleo di educazione stradale della polizia municipale Michele Nespoli. Che spiega: «Senza entrare nei casi specifici, molti incidenti sono dovuti a disattenzione, imprudenza e velocità eccessiva, fattori che, in caso di imprevisti, aggravano di molto le conseguenze». E Patrizia Pisi, consigliere nazionale dell’Associazione familiari vittime della strada, torna a reclamare una maggiore severità della legge. «Un borseggiatore rischia una condanna più dura rispetto a chi si rende responsabile di un omicidio stradale, come dovrebbe essere chiamato chi causa la morte di una persona».
Ma per avere salva la vita, sottolinea Nespoli, in molti casi basterebbe semplicemente allacciarsi la cintura di sicurezza. «Ci sono ancora molti automobilisti che viaggiano senza farlo, sia conducenti che passeggeri, soprattutto quelli seduti sui sedili posteriori, e, fatto ancora più preoccupante, bambini lasciati senza protezione nel tragitto casa-scuola, una sottovalutazione del pericolo che può avere tragiche conseguenze…».
L’uso dei telefoni cellulari mentre si è alla guida, inoltre, è un malcostume sempre più diffuso ed è la causa maggiore di incidenti dopo il mancato rispetto dei limiti di velocità, della guida in stato di ebbrezza e dell’inosservanza delle distanze di sicurezza. «Guidare con una mano sola», commenta il responsabile del Nucleo educazione stradale dei vigili, «perché con l’altra si è intenti a tenere il telefono all’orecchio è già molto pericoloso, ma guidare ad occhi chiusi è impossibile, e questa è la condizione di chi lo fa leggendo o inviando messaggini, per fare un esempio, per questo è importante lavorare sull’educazione alla sicurezza stradale e alla legalità in un contesto culturale in cui l’opinione pubblica si scandalizza maggiormente per le sanzioni che per i comportamenti scorretti che mettono a rischio l’incolumità e la vita degli utenti della strada».
A tale riguardo l’associazione delle vittime ha compiuto un esperimento: «Abbiamo chiesto a cinque nostri associati di percorrere, al fianco del guidatore, un percorso di dieci minuti restando al telefono, ebbene: al termine, nonostante l’invito a fare attenzione, nessuno di loro ha saputo ricordare precisamente né dov’erano e neanche quanti semafori verdi o rossi o quanti passaggi pedonali hanno attraversato lungo il tragitto…».
E sul tema dell’educazione stradale, domani alle 20.45 al Centro Tommasoli di piazza Zagata, si terrà un incontro organizzato da Prospettiva Famiglia in collaborazione con il Comune, la sesta Circoscrizione e Agsm. Durante la serata interverranno il comandante della polizia municipale Luigi Altamura e Patrizia Pisi.