Un’altra serata spesa bene per il pubblico di Prospettiva Famiglia e della Scuola per Genitori in particolare.
Un Centro Tommasoli gremito oltre misura (154 i presenti) ha assistito alla presentazione della psicoterapeuta Sara Bernardelli.
Una presentazione condotta in modo spigliato e piacevole, nonostante i temi fossero davvero preoccupanti, sia per la loro diffusione che per i loro effetti. Si è parlato dei disturbi dell’alimentazione. Disturbi che spesso sottendono situazioni psicologiche ben più difficili e complesse e che rappresentano l’esternazione di una situazione interna davvero complicata. Questi comportamenti si manifestano in fenomeni come l’anoressia, la bulimia e l’alimentazione incontrollata (binge eating disorder). I comportamenti assumono caratteristiche e patologie anche gravi, che si rivelano:
– nell’anoressia: nel rifiuto o nell’esasperata selezione del cibo, nello spezzettare il cibo in pezzetti piccolissimi, nel “ruminare”, nell’autoprovocarsi vomito, nell’uso indiscriminato di lassativi e diuretici, nella ricerca spasmodica di stare sotto un certo peso (a volte anche con pratiche sportive esagerate).
– nella bulimia: nell’ingurgitare quantità esorbitanti di cibo (spesso per “riempire” uno stato di ansia o di tensione che non si vuole accettare), nel trovare nel cibo una forma di autosoddisfazione e autorealizzazione;
– nell’alimentazione incontrollata (binge eating disorder): nell’ingerire quantità pantagrueliche di cibo, nell’acquisizione di cibi per il solo gusto di ingerire.
Non sono rari i casi in cui la soluzione passa attraverso un ricovero ospedaliero dove cercare di ripristinare le condizioni vitali minime, a cui far poi seguire un periodo di recupero (vedi Villa Garda) ed eventualmente una terapia di più lungo respiro, che spesso prevede l’aiuto dei genitori o di gruppi di genitori.
Quali sono i fattori che scatenano queste patologie ovvero quelli che Sara Bernardelli ha chiamato “fattori precipitanti” ?
Spesso sono “allontanamenti” (l’essere lasciati dal fidanzato/a), ambiente familiari difficili o importanti cambiamenti dell’assetto familiare (separazioni, divorzi), cambiamenti “ambientali” o la stessa pubertà. Una fase, quest’ultima, dove il corpo subisce trasformazioni radicali, di fronte alle quali il ragazzo o la ragazza si sentono in situazione di disagio.
Noi genitori possiamo fare molto (come sempre), allontanando da loro questo disagio, evitando di buttare lì frasi che possono instillare il germe del pericolo di essere grassa o di essere grasso. Curiamo i nostri ragazzi, assistiamoli in una fase rivoluzionaria come l’adolescenza, ma non creiamo in loro sindromi assurde sul peso.
Come ha ben detto la nostra psicoterapeuta, meglio un figlio o una figlia serena, che magari fa qualche problema con la verdura o con la frutta, piuttosto di una che mangia (controvoglia) di tutto, ma in cuor suo non è serena e vive male ogni volta che si avvicina il momento del pasto.
E se poi vediamo che nostro figlio fa un po’ troppo lo schizzinoso, mettiamogli vicino un amico che invece mangia di tutto: i nostri ragazzi vivono di modeling (o emulazione) e otterremo sicuramente i risultati attesi.
Infine, un avvertimento: questi comportamenti nascono spesso dopo una dieta: scatta in questi frangenti l’effetto “innamoramento”, nel senso che, di ciò che è stato fatto, si vede solo la parte positiva (calo del peso, miglior vestibilità degli abiti, …), ma non si vedono quelli negativi, che subentrano quando questo comportamento assume tratti patologici, che portano ad un rapporto anomalo col cibo.
Infine, due parole, sul prof. Angelo Rizzo della “Scuola in Ospedale” che ci ha portato la sua importante testimonianza, legata all’insegnamento a ragazzi ospedalizzati, a volte anche con malattie davvero gravi e debilitanti, come i ricoverati in reparti di oncologia. Grazie alle moderne tecnologie (Skype) vengono attivate sessioni di apprendimento a distanza (e-learning) che permettono a questi ragazzi di mantenersi attivi e preparati, anche in condizioni fisiche a volte precarie. Sia con gli ospedali cittadini che con la Casa di cura Villa Garda, l’attività del prof. Rizzo è incessante, anche nel monitorare i comportamenti di ragazzi, che soffrono di gravi forme di disturbi alimentari.
Non possiamo che ringraziare coloro che supportano questa attività ed è per questo che anche la Scuola in Ospedale è entrata a far parte della Rete di Prospettiva Famiglia.
Un arrivederci a giovedì prossimo (22 novembre 2012) dove affronteremo un altro grave fenomeno che investe i nostri giovani (e non solo): quello del gioco d’azzardo.
A presto.
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Per Prospettiva Famiglia
Paolo
Questionari di gradimento della serata (67 Compilati) :
Prof.ssa Daniela Galletta
Referente della Scuola per Genitori
di PROSPETTIVA FAMIGLIA