I problemi degli adolescenti, che ogni giorno personalmente tocco con mano, non sono solo quelli legati alla sfera affettivo-sessuale; l’alcol, la droga, i disturbi dell’alimentazione, il bullismo, la depressione, l’abuso e la dipendenza dai social rappresentano per loro una fuga, una scorciatoia oltre che una evidente richiesta di aiuto, per sopperire al grave vuoto educativo, alla disorientante mancanza di regole e alla solitudine educativa profonda, a cui il mondo adulto, comprese le figure genitoriali, li ha purtroppo abituati.
Dai loro sguardi quotidiani è possibile cogliere il recente vissuto, le gioie, le tristezze, le tensioni familiari che travagliano la loro serenità.
Sembrano spesso avvolti in una torpore fisico ed intellettuale che li paralizza, impedendo il passaggio di qualsiasi messaggio culturale o formativo. A Scuola li vediamo per quello che sono, senza le maschere tipicamente adolescenziali che indossano in famiglia. Sembrano freddi, distaccati, insofferenti, lontani dalla dimensione adulta, ma non appena percepiscono una qualsiasi attenzione educativa, si apre un mondo relazionale meraviglioso del quale non possiamo non far parte.
Sono spietati nei confronti del mondo degli adulti che, a loro parere, tende a giudicare, massificare, senza comprendere che il vero motivo del disagio giovanile sta nel mediocre esempio che ricevono dall’esterno. Come possiamo non aiutarli?