Prima del racconto della serata del 13 dicembre. un “Benvenuta” a Erika che ha presentato il nuovo progetto di Prospettiva Famiglia “Biblioteca .. in famiglia”. Anche questa volta quasi 150 persone a riempire il centro Tommasoli.
Relatrice: Psicologa Psicoterapeuta, specialista in sessuologia clinica Dott.ssa Sonia GUARDINI
Le 150 persone presenti stasera al Centro Tommasoli hanno avuto modo di sentirsi dare una serie di preziosi consigli dalla dott.ssa Sonia Guardini in merito ad un tema tanto equivocato quanto a volte stupidamente occultato. Atteggiamenti adottati dai genitori, a volte, per non affrontare domande imbarazzanti (e pur esigenti risposte), altre volte per un’educazione che, a nostra volta, ci è stata fornita in modo frammentario e non sempre chiaro.
Come ha spiegato bene nel corso del dibattito finale, se una volta ci si poteva esimere dall’affrontare determinati argomenti concernenti la sessualità, oggi questo starne fuori non è più consentito. Per una ragione molto semplice: se una volta, infatti, gli unici contatti con la sessualità – intesa come piacere legato alla personalità di ciascuno di noi – erano qualche giornalino o le chiacchere fra amici, oggi le fonti di informazione sono tali e tante che non solo non è difficile reperirle, ma sono esse stesse che ti raggiungono senza che si faccia alcuno sforzo per cercarle. Non è un segreto che un portale assolutamente serio come quello di Libero, riporti regolarmente fra i suoi principali link, qualcosa relativo alla sessualità, se non al sesso.
Una distinzione importante fra i due ambiti, che la dott.ssa Guardini, ci ha tenuto ad evidenziare: sesso, inteso come puro atto meccanico legato al coito e alla riproduzione. Ben diverso da sessualità, intesa come raggiungimento di quei piaceri affettivi che sono invece intimamente legati alle nostre emozioni e che ci sono necessari per ricaricarci, esattamente come un telefonino. Senza questi piaceri, peraltro, non sempre o non solo legati all’atto sessuale, bensì ai nostri aspetti sensoriali più primitivi (il gusto di una buona pastasciutta, l’udito di una buona musica, il piacere di una carezza, …) finiremmo, infatti, per scaricarci e spegnerci esattamente come un cellulare molto usato.
Ciò premesso, ci è stato detto che la popolazione giovanile in Italia, si suddivide varie categorie fra cui:
– 20% – casti convinti, ossia giovani che per scelte di vita o religiose preferisce non anticipare l’atto sessuale, ma protrarlo ad un momento successivo (per es. il matrimonio);
– 25% – casti frustrati, ossia giovani che vorrebbero raggiungere il piacere dell’atto sessuale, ma trovano rifiuti nella controparte; per questi l’intervallo è di 6 – 9 mesi;
– 5% easy lover, ossia giovani che ogni 2 mesi raggiungono l’obiettivo desiderato.
Ciò che preoccupa è l’aumento dei rapporti promiscui e leggeri e, ancor più, l’ignoranza in merito ai metodi contraccettivi o alla pericolosità di determinate malattie a trasmissione sessuale (MTS). Fra queste è preoccupante la ricomparsa della sifilide, mentre persistono altre malattie non meno invasive come la clamidia e la gonorrea.
Sempre a proposito di scarsa informazione, 1 giovane su 5 ritiene che dal virus HIV III, più noto come AIDS, si possa guarire senza alcun farmaco, mentre 1 su 10 addirittura pensa che un sieropositivo sia riconoscibile dai suoi tratti esteriori. Sempre a proposito di errate convinzioni diffuse fra i giovani, vi è quella per la quale l’uso del contraccettivo, riduca la propria mascolinità o femminilità o addirittura che una vergine non possa rimanere incinta.
Situazioni e convinzioni che possono far sorridere, tanto sono incredibili, ma che vanno prevenute con un rapporto che dobbiamo instaurare con i nostri figli sin dalla più tenera età, abituandoli all’affettività: una carezza, un sorriso e qualche bacino non sono vietati …
I nostri figli, sin dalla più tenera età, vivono dei piaceri sessuali e anch’essi si innamorano, nel senso più vero del termine; certo il sentimento di amore di un bambino non è progettuale, non avendone la maturità psicologica, ma è un sentimento di attrazione e dedizione all’altro, tanto quanto quello di un adolescente. Piuttosto, questa accelerazione nella maturazione fisica dei nostri figli – accelerazione che li porta ad anticipare sempre più il loro sviluppo fisico – mal si concilia con la maturazione psicologica, che perviene molto più tardi. Ecco, quindi, che ci troviamo giovani che a 18 anni o anche prima sono già maturi fisicamente (la pubertà va dai 9 ai 18 anni), ma la loro piena maturazione psicologica può arrivare anche a 28 anni: ben 10 anni più tardi.
Non serve Sherlock Holmes per capire quali conseguenze sul piano comportamentale può generare questo gap: ecco quindi che ci troviamo le webcam girl / boy, ossia fenomeni per i quali gli adolescenti – approfittando delle moderne tecnologie – si riprendono in atteggiamenti apertamente erotici e procedono poi a diffondere questi video a pagamento, con conseguenze aberranti:
- Sono convinti/convinte di aver trovato il lavoro della loro vita; un lavoro facile e piacevole che ti permette di guadagnare o, nel peggiore dei casi, di pagarti le ricariche telefoniche;
- Raggiungono o credono di raggiungere con i loro “clienti” rapporti terapeutici, sostenendo che i loro clienti, non accontentandosi di vederle nei video, hanno bisogno anche di sentirle al telefono o di chattare con loro.
Ed eccoci improvvisamente calati nella realtà virtuale che altre volte abbiamo descritto negli incontri di Prospettiva Famiglia: una realtà dove vige l’anonimato o dove comunque non vi è mai certezza circa l’identità del nostro interlocutore, una realtà dove ci si trova a proprio agio, trovando il coraggio di dare descrizioni di sé stesso ben diverse dalla realtà (avete mai visto su questi siti una brutta, grassa e antipatica ?) e dove si possono dire all’altro cose e frasi, che non si ha il coraggio di dire faccia a faccia. Proprio la possibilità di evitare di affrontare direttamente l’altro, attira molti a vivere su Internet.
Ma ciò è gravissimo. Se una volta – guardando qualche giornalino – il giovane aveva una chiara distinzione fra la finzione (la foto) e la realtà, oggi questa distinzione non è più così netta, ma ci si trova ad affrontare una pseudo-realtà, dove colui che ha visto il mio video, mi vuole parlare o chatta con me o mi contatta tramite vari canali virtuali; per tutti questi motivi egli esiste, ma nella realtà non esiste in quanto potrebbe essere realmente diverso da come si descrive ed in quanto potrebbe essere proprio un’altra persona (mi dice di essere una mia coetanea ed invece è un lui e anche molto più maturo di me …).
Quali suggerimenti ci ha dato la dott.ssa Guardini ? Alcune regole molto chiare e precise:
– Non mortificare la sessualità dei nostri figli o la loro idea di sé stessi (i giovani tendono spesso a peggiorarsi rispetto alla realtà; specie le ragazze, ne fanno un dramma se hanno le gambe un po’ più grosse o se hanno i capelli diversi da come li vorrebbero o per qualche tratto somatico che non gli aggrada);
– Prevenire il momento in cui avranno i primi segni della loro pubertà (il primo ciclo mestruale) od il loro primo rapporto sessuale; ciò si potrà fare cogliendo lo spunto di qualche notizia del telegiornale o della radio per affrontare tematiche, che si evitano spesso perché ritenute scomode; arrivare quindi a questo momento in modo sereno e consapevole; un momento che deve essere vissuto come un bella fase della propria vita e non come una frustrazione;
– Abituarli all’affettività, con gesti e atti (una carezza, un abbraccio) che li abituino ad un rapporto più intimo di quello normalmente vissuto nella società; abituarli quindi a vivere le emozioni (è un messaggio che ci aveva già dato anche il prof. Aceti, ricordate ?).
– Non esaltare, né disprezzare il primo ragazzo o la prima ragazza, ma discutere con loro delle esperienze che può e deve dare un serio rapporto di innamoramento.
Molto bello il quadro finale delle scatole: ognuno di noi vive dentro scatole, ognuna che contiene la precedente, esattamente come una matrioska. Una di queste scatole è la famiglia, un’altra è la società, che contiene la prima.
Se un giovane cresce in una famiglia sana, dove si è instaurato un chiaro e sereno rapporto con i genitori, senza tabù e senza mistificazioni, se vive all’interno di questa scatola quelle emozioni e quella affettività che gli servono per ricaricarsi ed essere “positivo” (esattamente come un telefonino), potrà (la certezza non esiste in questi casi; è solo un discorso di probabilità) affrontare con più sicurezza le tentazioni e le insidie di questa società.
Ancora una volta, quindi, come tante volte è emerso nei nostri incontri, è importante l’environment della famiglia, è importante che questa scatola sia sana (mentre negli ultimissimi decenni ha più volte dato segni di disgregazione …), che questa scatola possa trasmettere alle altre scatole e quindi alla società, quei valori e quei principi che soli governano un vivere civile ed eticamente corretto.
Un’osmosi che può dare grandi frutti e può segnare il destino di una civiltà e costituire per essa una vera prospettiva: ecco perché abbiamo scelto di chiamarci “Prospettiva Famiglia”.
A presto.
Per Prospettiva Famiglia
Paolo
Clicca qui per scaricare le diapositive proiettate durante la serata.