Il 6 febbraio le classi terze della scuola Caperle si sono recate al cinema Alcione per assistere al film in inglese Storia di una ladra di libri.
La partecipazione a questa visione, resa possibile grazie a Prospettiva Famiglia, è stata preceduta da diverse attività.
In aula abbiamo studiato il periodo storico (1939-1943) in cui è ambientato il film: la seconda guerra mondiale e la tragedia della shoah, recentemente ricordata nella giornata della memoria (27 gennaio). Abbiamo raccontato poi il romanzo in aula e letto alcuni passi in italiano e in inglese, preferendo non anticipare la visione del film in italiano: avrebbe tolto tutta la magia della scoperta. In questo modo gli alunni hanno potuto discutere delle differenze tra testo scritto e linguaggio visivo, cogliendo le differenze tra la forza della parola e la pregnanza dell’immagine.
Il cineforum in inglese è un’ottima opportunità per imparare vocaboli ed espressioni in lingua, divertendosi: è un modo diverso di far scuola.
Il romanzo è ambientato a Monaco (cosa che non si percepisce dal film) e cita anche il campo di Dachau, luoghi visitati dai nostri alunni in viaggio di istruzione a novembre e che abbiamo ripercorso seguendo le pagine del libro. Tutta l’attività aveva lo scopo di stimolare la lettura di romanzi e a quanto pare abbiamo centrato l’obiettivo: in questi giorni si sta svolgendo a scuola la mostra del libro e Storia di una ladra di libri è il testo più richiesto dalle classi terze .
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Sono Rossana Di Maria, docente di inglese presso la Scuola Media Fincato-Rosani.
Sono state due le classi da me accompagnate a vedere la proiezione di The Book Thief al cinema Alcione. Gli alunni erano stati preparati con attività in classe; qualche ragazzo aveva visto il film in italiano e c’era pure chi aveva letto il libro. Per quanto riguarda l’inglese, la maggior parte ha detto di aver colto il senso complessivo dei discorsi, alcuni di aver seguito per un po’ i sottotitoli e poi di averli lasciati e di essersi fatti “trasportare” dall’inglese, peraltro comprensibile.
In aggiunta, come già lo scorso anno, l’esperienza si è rivelata ricca di spunti di riflessione e collegamenti interdisciplinari: grazie di questa esperienza.
Un caro saluto. Rossana.