«I ragazzi stanno aspettando gli adulti» ne è convinto il Dr. Amedeo Bezzetto. La fase dell’adolescenza, che inizia con la scuola media «grande palestra dei cervelli dei ragazzi», è fondamentale per il futuro dei giovani. Per i ragazzi (e non solo) rappresenta la «rinascita psicologica», nella quale realizzare il loro obiettivo: «diventare qualcuno». Gli adulti devono prepararsi per saper rispondere con «chiarezza».
di Alessandra Scolari
Argomenti interessanti, profondi e importanti su “ll gruppo, le amicizie, la doppia personalità dei nostri figli: un enigma o semplice adolescenza?”. Sono questi i temi affrontati lo scorso 15 gennaio in un incontro tenuto dal Dr. Ame- deo Bezzetto, psicoterapeuta e re- sponsabile della riabilitazione del- la Clinica Santa Giuliana, nella sala del Centro Tommasoli strapiena di genitori, insegnanti ed educato- ri, promosso da Rete Prospettiva Famiglia, al suo settimo anno di attività.
«Gli adolescenti sono una miniera d’oro da coltivare e valorizzare», ha esordito Amedeo Bezzetto, preci- sando: «si tratta di una fase fon- damentale e non transitoria nella vita dei ragazzi». L’adolescenza va dagli 11 ai 23 anni, un periodo che tende ad allungarsi fintantoché «i ragazzi non hanno ruolo e respon- sabilità da adulti (lavoro, famiglia e impegni sociali, ndr) e dobbiamo occuparcene al meglio! Non è più l’età conflittuale genitori/figli, bensì quella di costruire. I ragazzi si ri- trovano con un corpo nuovo e un cervello da “mentalizzare”», cioè da ricomporre.
Si tratta di una rinascita psicologica per tutti. Gli adolescenti sono «soggetti sociali straordinari ed eccellenti. Il compito degli adulti (genitori, insegnanti, educatori ed allenatori) è quello di valorizzare le loro qualità». Hanno «bisogno di adulti, all’interno del loro contesto sociale, capaci di dialogare con autorevolezza». Altrimenti guarda- no fuori e il panorama è tutt’altro che positivo.
Anzitutto il fumo. I dati dell’Orga- nizzazione Mondiale per la Sanità, mettonobrividi:oggisiiniziaafu- mare a 13 anni (i maschi fumano più delle femmine); un adolescen- te su quattro fuma. L’85% dei fu- matori ha meno di 20 anni: si fuma con amici e compagni di scuola. L’OMS indica inoltre che con que- sto trend, il fumo abbasserà la fa- scia di età della comparsa di pa- tologie oncologiche a 35-45 anni, rispetto ai 45-55 anni, ed ha effet- ti devastanti anche sulla gravidan- za. Poi ci sono l’alcool, lo sballo e le sostanze stupefacenti. Gli adole- scenti consumano quello che tro- vano: sono in aumento i consuma- tori dai 15 ai 19 anni, in particolare di cannabis.
Che fare?
«Anzitutto essere presenti, fermar- si, riflettere e farci anche i fatti dei nostri figli», suggerisce il Dr. Bez- zetto. La posta in gioco è molto alta. L’adolescenza è un’età nella quale i ragazzi scelgono il tipo di istruzione, il lavoro, chi sposare o con chi dividere la loro vita, la loro casa e molto altro. I genitori «non devono delegare in toto alla scuola e ai circoli sportivi questo cammino che porta alle grandi decisioni, ma camminare insieme». Partendo con «il rompere con l’infanzia, cam- biare abitudini, dare nuove regole», sempre disponibili a modificarle in corso d’opera. Questo non signifi- ca «la separazione dagli affetti che sono sacri e perenni, ma dalle abi- tudini». Per esempio dire al figlio «oggi prepara tu la colazione per tutti». Secondo il Dr. Bezzetto an- che le insegnanti dovrebbero «pe- riodicamente cambiare la gestione della classe».
«Il corpo di questi giovani è un’e- splosione di energia e va usato a 360 gradi: nella scuola, nello sport e in tutte quelle attività che con- sentono di capirne potenzialità e limiti», ha detto con forza il Dr. Bez- zetto, tirando in ballo la “sofferen- za” intesa come impegno, riflessio- ne e pensiero prima dell’azione». Le relazioni con i pari? Importan- tissime! I ragazzi hanno bisogno di amici (in carne ed ossa) che rap- presentano il loro “alter ego” e sono i principali fornitori di informazioni nei quali si specchiano. Accanto alla famiglia, contesto naturale di appartenenza, «sono gli amici (pri- vilegiati se uno a uno) e i gruppi a costruire la mentalità del singolo». Vanno smantellati «i gruppi chiusi, perché fonte di disastri».
Anche l’amicizia, storica relazione tra due o più persone, è essenzia- le. «Vi invito, se necessario, a pa- gare gli amici perché stiano con i vostri figli», è stata la provocazione del Dr. Bezzetto, che ha aggiunto «create intorno a loro un sociale buono, occupatevi dei gruppi fre- quentati dai vostri figli e invitateli a casa vostra. Ragazzi e ragazze si costruiscono con i coetanei e il piccolo gruppo». La mancanza di amici è il «primo segnale che c’è un problema».
Bezzetto ha concluso dicendo «gli adolescenti possono dare delle soddisfazioni incredibili, ma stanno aspettando genitori e adulti che con coerenza e soprattutto tanta chiarezza si avvicinino a loro. Se saremmo chiari nelle motivazioni, i ragazzi avranno elementi per decidere cosa scegliere».