La Scuola è un crocevia di relazioni, all’interno delle quali si snoda il percorso scolastico dei nostri figli; la principale è ovviamente quella insegnante/studente, ma anche tutte le altre giocano un ruolo importante: insegnante/genitore, studente/studenti, insegnante/insegnanti, genitore/genitori, dirigente/insegnanti, dirigente/genitori, dirigente/studenti, ecc..
Io mi sono concentrata sulle relazioni che coinvolgono i GENITORI.
Sono mamma di 3 figlie di 20, 18 e 16 anni. Mi è capitato, casualmente, dal 2000 ad oggi, di interessarmi di scuola, come rappresentante di classe e di istituto e poi, anche a livello provinciale e regionale nei Forum delle Associazioni dei Genitori.
In questi 15 anni mi sono chiesta più volte: cosa ci stanno a fare i genitori nella scuola?? Mi sono data qualche risposta e provo a dirla, ma chiedo anche a voi, poi, di rispondere.
Ci sono più LIVELLI di relazione dei genitori con la scuola:
1. Il primo livello è l’accompagnare i propri figli nel loro percorso scolastico, dal nido o dalla scuola dell’infanzia, fino alle scuole superiori
2. Il secondo livello è quello della CLASSE in cui è inserito il figlio.
3. Il terzo livello è la SCUOLA: il plesso cioè la sede in cui frequenta, ma anche l’Istituto Comprensivo ad es.
4. Il quarto è il livello territoriale, circoscrizionale, comunale per gli Istituti Comprensivi, provinciale per le Scuole superiori: la relazione con i genitori dei Consigli di Istituto delle altre scuole, con gli Enti locali, con altre agenzie educative
5. Vi è poi un livello regionale
6. e un livello nazionale
1. I primi 2 livelli riguardano proprio TUTTI i genitori. E non sono delegabili: neanche tra marito/moglie o compagno/compagna.
OGNI genitore ha il diritto/dovere di affiancare suo figlio durante il percorso scolastico. L’educazione e l’istruzione iniziano in famiglia; ma pure la Scuola, poi, istruisce ed educa i nostri figli. Genitori ed Insegnanti condividono lo stesso obiettivo, la stessa corresponsabilità educativa: formare i giovani, aiutarli a diventare persone libere, responsabili, capaci di scegliere e di perseguire il proprio progetto di vita, cittadini consapevoli all’interno della comunità sociale, avendo maturato le competenze che li aiuteranno a vivere.
In questo contesto il “Patto educativo di corresponsabilità” potrebbe essere utilizzato in modo più significativo, non come strumento burocratico (una carta in più da firmare), ma come segno visibile e concreto di una alleanza tra scuola e famiglia.
La vita scolastica dei nostri figli non è una passeggiata! E’ una strada lunga; dovranno faticare molto; troveranno moltissimi ostacoli, impareranno a conoscere i loro limiti e proveranno a superarli.
Cosa possiamo fare noi genitori per aiutarli a vivere al meglio la Scuola, a trarne il massimo giovamento?
Il nostro atteggiamento, ciò che comunichiamo ai nostri figli, a parole o con il nostro comportamento, influisce molto sul loro successo scolastico.
Ad es. possiamo:
-Dare valore alla scuola, all’istruzione, alla cultura (parlandone con loro, ma anche
comperando e leggendo noi stessi libri, accompagnandoli a vedere mostre, musei, monumenti…)
-Alimentare la loro motivazione all’impegno: non per il voto! ma per la passione di imparare, di conoscere cose nuove, di ampliare gli orizzonti, di capire se stessi, gli altri, il mondo…
-Non confrontare i loro risultati con quelli di fratelli/sorelle, compagni/e. Valorizzare i loro
progressi, consapevoli che l’educazione è un processo che dura per tutta la vita. -Sottolineare il positivo piuttosto che il negativo, sdrammatizzare i fallimenti, recuperare l’entusiasmo e il senso dell’istruzione (imparare ad imparare, imparare ad essere).
-Aiutarli a conoscersi, a capire le inclinazioni, i talenti, anche al fine dell’orientamento, incoraggiarli a “diventare se stessi”.
-Aiutarli a trovare il proprio metodo per imparare.
-Insegnare loro a collaborare con gli altri, piuttosto che a competere.
-Non sostituirsi ai figli nello svolgimento dei compiti a casa, aiutarli a diventare autonomi e indipendenti, ad assumersi le proprie responsabilità (non copiare, ecc.)
Importantissimo è il modo in cui ci relazioniamo con gli Insegnanti:
-Non disconoscere mai il ruolo degli insegnanti, non criticarli davanti ai figli (in caso di incomprensioni o disaccordo, confrontarsi direttamente con l’insegnante, chiedere spiegazioni e motivazioni, spiegare il proprio punto di vista). Così come è dannoso quando tra madre e padre c’è disaccordo nell’educare i figli, è altrettanto dannoso il disaccordo tra Genitori ed Insegnanti.
-Riconoscere il ruolo e la professionalità dei docenti, non contestare le valutazioni (semmai chiedere chiarimenti, cercare di comprendere i criteri della valutazione, le ragioni dell’insegnante, esprimere le proprie).
-Nei docenti, come nei figli, valorizzare il positivo, cercare un terreno comune; accettare i limiti personali, evitare di creare fronti contrapposti.
-Cercare sempre e comunque di costruire un’alleanza educativa con gli Insegnanti, di dare fiducia, di collaborare.
-L’attesa del genitore nei confronti dell’insegnante, è quella della reciprocità: di essere riconosciuto come educatore, di essere accolto, ascoltato, di entrare in dialogo.
2. Non solo il primo livello (quello che ci mette in relazione con gli insegnanti di nostro figlio), ma anche il secondo livello ci riguarda TUTTI e non è delegabile, quello della CLASSE: i compagni e le compagne, e i genitori dei compagni.
Nostro figlio non è un’isola, ma è inserito in un contesto che influenza moltissimo il suo percorso scolastico e il suo stare bene a scuola, oltre che la sua crescita come persona.
I compagni dei nostri figli non ce li possiamo scegliere (per fortuna!). Nel bene e nel male, saranno un’opportunità di crescita straordinaria per i nostri figli, una palestra di relazioni. Come genitori però, possiamo provare a sostenere un buon clima di classe, creando relazioni positive tra genitori, conoscendoci, creando occasioni di incontro (pizze, feste, assemblee), non lasciando SOLI i Rappresentanti di classe, creando un canale di comunicazione (email, WhatsApp…), invitando i compagni a casa nel pomeriggio per fare i compiti, ecc.
Come genitori insieme, possiamo cercare di rafforzare la sintonia coi docenti, la comunicazione positiva, la collaborazione. Possiamo scegliere di affrontare le difficoltà che
prima o poi si presenteranno (perchè prima o poi si presenteranno), in modi diversi: ciascuno per conto suo e si salvi chi può, drammatizzando e radicalizzando i problemi, oppure costruttivamente mantenendo la calma, riconoscendo i problemi ma cercando di superarli insieme con i docenti, imparando anche (e insegnando ai nostri figli) a mediare, a trovare soluzioni intermedie, a pazientare per cambiare le cose, salvaguardando sempre il rispetto per le persone.
In questo secondo livello il ruolo del Rappresentante di classe è molto importante e andrebbe recuperato e valorizzato anche attraverso un minimo di Formazione.
In questo livello della partecipazione, oltre alla responsabilità educativa verso il proprio figlio, i genitori iniziano ad assumersi anche una responsabilità genitoriale “sociale”, l’interesse non solo per il proprio figlio, ma per i figli di tutti, che è ancor più evidente nei livelli successivi.
Più velocemente, vorrei accennare agli altri livelli della relazione dei genitori con la scuola, perchè, anche se non riguardano TUTTI i genitori, sono estremamente importanti!
E’ ovvio che non tutti i genitori hanno il tempo o la predisposizione per interessarsi della vita scolastica in modo più profondo, al di là del percorso scolastico del proprio figlio.
3. Chi si trova ad essere Rappresentante di classe, capisce in fretta che molti dei problemi della sua classe, sono gli stessi delle altre classi. E’ possibile costituire il Comitato Genitori, che permette ai Rappresentanti di confrontarsi insieme, mettere in comune i problemi, scambiarsi esperienze e consigli, trovare soluzioni comuni.
Oggi c’è un grande bisogno di recuperare la dimensione sociale delle relazioni, di far uscire i genitori dall’isolamento e dalla solitudine, di creare comunità, legami, ponti.
In ogni istituto scolastico esiste un organismo, il Consiglio di Istituto, cui competono funzioni importanti (l’utilizzo delle risorse economiche, gli indirizzi dell’offerta formativa, i progetti, regolamento d’istituto, ecc.).
In esso sono rappresentate tutte le componenti scolastiche, genitori compresi (e alle Superiori anche gli studenti). I genitori Rappresentanti di istituto, per rappresentare effettivamente i genitori, devono interagire con il Comitato Genitori, creando un collegamento stabile che consente di portare in Consiglio di Istituto le proposte e le problematiche dei genitori.
4. I genitori consiglieri di istituto comprendono presto che i problemi che riscontrano nella propria scuola sono spesso gli stessi delle altre scuole e collegandosi con i genitori Consiglieri di istituto delle altre scuole, possono scambiare esperienze, consigli, cercare soluzioni comuni.
Per questo nel 2006 a VR è nato il “Coordinamento dei Genitori degli Istituti Comprensivi di VR” e nel 2013 il “Coordinamento dei Genitori delle Scuole Superiori di VR”( https:// coogensupvr.wordpress.com)
Purtroppo la normativa non ha ancora istituito un collegamento tra i Genitori eletti.
Presso l’Ufficio scolastico provinciale, esiste però il Fo.P.A.G.S. (Forum Provinciale delle Associazioni Genitori nella Scuola) costituito a Verona da 3 associazioni: A.Ge. (Associazione italiana genitori), CGD (Coordinamento Genitori Democratici) e AGESC (Associazione genitori scuole cattoliche). Un’altra serata andrebbe spesa per presentare le Associazioni Genitori, la loro storia e le loro attività, ma soprattutto il valore di associarsi come genitori.
5. e 6. Anche a livello regionale e nazionale esistono dei Forum delle Associazioni genitori che rappresentano nelle Istituzioni la voce dei genitori nella scuola:
– il Fo.R.A.G.S. (Forum Regionale delle Associazioni Genitori nella Scuola )
– il Fo.N.A.G.S.(Forum Nazionale delle Associazioni Genitori nella Scuola ). Particolarmente interessante, ovviamente, è la dimensione nazionale e l’interazione con il MIUR.
Concludendo: l’Educazione in fondo, è qualcosa che accompagna tutti noi, per la vita intera, e che viviamo innanzitutto su noi stessi: continuiamo a crescere, ad evolvere, a diventare altro, anche attraverso gli incontri che facciamo, le esperienze che viviamo, le relazioni con gli altri.
Quando entriamo a Scuola come genitori, anche noi, insieme ai nostri figli, iniziamo un cammino di crescita, un percorso che ci cambia, che ci apre a nuovi punti di vista. Chissà perchè, ma non è MAI un percorso lineare, facile, scorrevole (un po’ come quello dei nostri figli!).
Per fortuna non si impara solo dalle positività, ma si impara anche attraversando i problemi, superando gli ostacoli e le difficoltà.
Decisivo è il modo in cui scegliamo di affrontarle le difficoltà (tra l’altro questo nostro modo di affrontarle, probabilmente sarà quello che trasmetteremo ai nostri figli, che erediteranno da noi, per cui giochiamocelo CONSAPEVOLMENTE!): affronteremo i problemi con la spada in mano, certi delle nostre verità, con toni rivendicativi e assoluti, oppure restando aperti all’ascolto, al dialogo, cercando di comprendere l’altro (nostro figlio, l’insegnante, il dirigente…), di esprimere le proprie convinzioni e di affrontare i conflitti con responsabilità ed equilibrio, nel rispetto degli altri?
Un bel proverbio africano dice: “Per comporre una lite non si porta un coltello che taglia, ma un ago che cuce”.
E decisiva è la scelta di campo che possiamo fare, come genitori e come insegnanti: quella di camminare da soli proseguendo ciascuno per una sua strada, oppure di provare a costruire insieme una comunità educante, in cui condividere la responsabilità educativa, sostenendoci reciprocamente, e accettando anche di cambiare un po’ noi stessi durante il percorso, come genitori e come insegnanti.