Venerdì 20 febbraio nell’aula magna dell’istituto tecnico Aldo Pasoli ha avuto luogo una conferenza alla presenza di Domenico Quirico, il giornalista della Stampa che è stato rapito in Siria per 5 mesi.
E’ stata una riunione molto istruttiva che penso abbia aperto gli occhi a molti di noi ragazzi. Uno degli argomenti che mi ha interessato di più è stato quello del valore del giornalismo, che secondo Quirico è il racconto della sofferenza dell’uomo, il grido e il silenzio davanti al dolore, due frasi che secondo me sono bellissime e molto significative. Infatti il giornalista dice che non si può andare alla frontiera ad intervistare le persone che scappano, ma bisogna esserci dentro e stare a contatto con le persone, vivere ciò che vivono loro per poter fare un buon giornalismo. Io penso che ci siano pochi giornalisti di questa mentalità purtroppo, ma che molti si facciano raccontare dagli altri che cosa accade in guerra.
Domenico Quirico dice anche che secondo lui il viaggio migliore è quello del non ritorno e che esistono due tipi di viaggio: il primo si può paragonare al film ‘’Giro nel mondo in 80 giorni’’ nel quale il protagonista pensa solo al momento del ritorno, viaggiando si, ma rimanendo come impermeabile alle culture e persone con viene a contatto. Il secondo viaggio invece è come quello di Ulisse, nel quale l’eroe viene a contatto con maghi, streghe, mostri che lo cambiano completamente dall’uomo che era. Un viaggio migliore del primo dal mio punto di vista.