Scuola per genitori ed educatori – Modulo relazione con la propria coscienza
“ANSIA, EMOZIONE UNIVERSALE“
26 marzo 2015 – Centro Civico “N. Tommasoli”
Relatore:
– dott.ssa Barbara TONIN, psicoanalista junghiana
La dott.ssa Tonin ci ha parlato questa sera di un’emozione che tutti noi abbiamo provato nella nostra vita e cioè l’ansia. Un’emozione che può avere valenze positive quanto negative. Essa è positiva e creativa quando stimola in noi processi mentali volti alla elaborazione di strategie risolutive di questo o quel problema; ciò accade finché essa non supera una determinata asticella, posta ad un livello diverso per ciascuno di noi. Finché l’ansia cresce, ma non supera questa asticella, potremmo dire che i nostri risultati sono direttamente proporzionali alla crescita dell’ansia. Essa è come un super-carburante che attiva in noi processi elaborativi quasi impossibili in momenti di stasi e che ci permette di elaborare soluzioni davvero sorprendenti. E’ ciò che accade quando per esempio un atleta raggiunge le sue migliori performance negli appuntamenti più importanti o quanto uno studente, di fronte ad un esame, raccoglie le energie negli angoli più reconditi del suo fisico e della sua mente, per ottenere risultati eccezionali. Occhio però perché quando l’ansia supera questo plafond, allora l’effetto è esattamente il contrario: la persona (atleta, studente, …) che si è preparata per tanto tempo a quella prova, improvvisamente si affloscia e non è più capace di fare nemmeno le cose più semplici, quasi inebetito di fronte alla morsa dell’ansia che si è scatenata in lui. Momenti di tale tensione da non riuscire nemmeno a ricordare il proprio nome e cognome. Attenti, in ogni caso, a non confondere l’ansia con la paura. Quest’ultima è la normale reazione ad un evento di pericolo o di rischio reale e concreto; essa è proprio la nostra salvezza, colei che attiva in noi talmente tante attenzioni e prudenze da consentirci di evitare di subire gravi conseguenze. L’ansia, al contrario, non ha quasi mai una relazione con la situazione reale; essa esplode in modo inatteso e paralizza la persona di fronte a timori immaginari imminenti. L’ansia può essere di vario tipo; uno di questi è l’ansia fobica, quella tipica – benché non esclusiva dei nostri adolescenti, laddove temono di essere criticati per le loro scarpe o per i loro capelli o in generale per il loro aspetto fisico. Ma vi è anche l’ansia da separazione, ossia quella che attanaglia i nostri figli quando per esempio ci si deve allontanare ed in quel caso adottano ogni stratagemma per trattenerci o comunque per evitare il momento dell’allontanamento. Infine, vi è l’ansia da prestazione, ossia quella di chi si sente obbligata a vincere, di chi sa o immagina che gli altri lo stiano guardando convinti che lui dovrà eccellere comunque vada (dovrà arrivare primo, dovrà segnare, non dovrà mai sbagliare, …).
Da cosa può derivare un comportamento così dannoso per il nostro normale vivere? I motivi originanti possono essere tanti: si va da genitori controllanti ed esigenti o addirittura essi stessi ansiogeni alla scarsa autostima del soggetto o comunque da un generale senso di insicurezza.
Di fronte alle fobie dei ragazzi (quelle che noi chiamiamo manie), l’unica strada è invitarli con calma a ragionare, mantenere sempre la calma perché la calma – così come l’ansia – è contagiosa. Mostrarsi sicuri e infondere sicurezza è un primo passo molto importante per aiutare chi non riesce a dominare l’ansia. Non è detto che ce la farà immediatamente, può anche darsi che gli necessiti del tempo per acquisire quella maturità che gli permette di dominare questo generale senso di ansia, ma se adeguatamente aiutato può farcela. Attenzione sempre ai genitori iperprotettivi: essi sono in molti casi la prima causa di ansia nei ragazzi, un’ansia generata dal fatto che si trovano spesso per la prima volta ad affrontare determinate prove; ciò perché i genitori li hanno sempre protetti ed aiutati in ogni modo e quindi essi non sono abituati alla prova d’esame, non hanno l’abitudine ad essere messi alla prova. Nelle scuole è in aumento li fenomeno dei ragazzi che soffrono di questa ansia, quando non di veri e propri attacchi di panico e le cause sono o l’ansia da prestazione generata da genitori che si attendono da loro determinati risultati oppure, nel caso dei ragazzi meno bravi, la difficoltà ad inserirsi nel gruppo, a trovare – come ci ha raccontato il dott. Bezzetto alcune settimane fa – una relazione con i propri pari.
Fra questi troviamo quelli che continuano a dire “e se …?” (e se poi prendo un brutto voto? E se poi prendo freddo e mi ammalo? E se poi mi succede …? E se arriva lo tsunami?). Solitamente è gente che ha sempre visioni negative e mai positive su ciò che succederà.
Non fare confronti con altri, non farli sentire sempre sotto esame per ogni cosa che fanno può aiutarli a trovare un proprio equilibrio; e anche noi adulti dobbiamo sforzarci di accettare i ragazzi per quello che sono e non di continuare a pretendere che essi siano come noi vorremmo che fossero.
Lavorare sull’autostima è un tasto importante: falli sentire importanti, sottolineare i loro successi, ringraziarli per ciò che fanno di buono e di giusto sono tutte cose che possono far sì che il ragazzo possa strutturarsi e dare il meglio di sé. Chiediamoci noi stessi genitori se siamo iperprotettivi o come reagiamo di fronte a determinate situazioni di difficoltà: a volte la loro insicurezza può darsi nasca nel vedere che nemmeno noi sappiamo gestire correttamente questa emozione.
Nei casi più estremi l’ansia può tradursi in veri e propri attacchi di panico, nei quali il soggetto si sente di morire e che si possono verificare o quando si affrontano luoghi affollati (agorafobia) o comunque nei momenti più inaspettati e quasi mai preceduti da segnali di qualsiasi tipo.
Nel dibattito finale, qualche genitore ha chiesto se vi sia una correlazione fra l’ansia ed il tempo trascorso – specie in tenera età – di fronte alla televisione; non abbiamo notizie in tal senso, di certo vale la regola che nessuno di noi dovrebbe stare davanti ad uno schermo (TV, computer, tablet, …) per più di due ore; limite purtroppo largamente superato nella stragrande maggioranza dei casi. Qualcun altro ha chiesto se vi sia ereditarietà nell’ansia, ma la risposta della relatrice è stata negativa; piuttosto si verifichi che l’ansia non sia ingenerata da comportamenti ansiogeni degli stessi genitori.
Bella l’esposizione della dott.ssa Tonin che ci ha avvicinato a questa emozione, che tanto può bloccare quanto invece può esaltare la persona; per citare il sottotitolo dell’incontro: “Una fiammata improvvisa, che travolge senza apparenti motivi la vita che scorre”.
Interessate le circa 80 persone che hanno assistito alla presentazione della dott.ssa Tonin con grande attenzione e che hanno avuto qualche spiraglio su come gestire il rapporto che essi o i loro figli hanno con questa emozione. “Grazie” alla dotts.ssa Barbara Tonin per aver trattato il tema con pertinenza e competenza e “grazie” agli intervenuti su un tema tanto sentito.
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A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
Ascolta qui l’audio in MP3 dell’incontro :
QUESTIONARIO DI GRADIMENTO DELLA SERATA
Suggerimenti:
Blocco appuntamenti condivisi con bambini e adolescenti
Rapporti adolescenti e sport
Valore dello sport
Dinamiche coppie per educazione figli
GRADIMENTO (Partecipanti: Circa 70 persone , compilati 38):
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