“ TESTIMONIANZA DI UNA VITA PER LA LEGALITA’ “
26 febbraio 2013 – Palazzo della Gran Guardia
Relatori:
- Comandante Nucleo Operativo Carabinieri – Ten. A. MARIANO
- Uff. interventi Educativi dell’USP – dott.ssa Anna Lisa TIBERIO
- Procuratore presso il Tribunale Militare di VR – dott. Enrico BUTTITTA
- Imprenditore Pino MASCIARI
Quarto ed ultimo appuntamento del ciclo dedicato al tema della Legalità, quello che si è svolto stasera al Palazzo della Gran Guardia. Dopo i tre incontri precedenti con don Luigi Ciotti, la dott.ssa Adriana Musella e il prete anti-camorra don Luigi Merola, stasera è stata la volta di un’altra figura-simbolo nella lotta alla criminalità e nell’affermazione del coraggio e dei valori della legalità: protagonista della serata è stato l’imprenditore calabrese Pino Masciari.
Ha aperto la serata la dott.ssa Anna Leso che ha portato “i saluti e l’abbraccio del Sindaco di Verona” ad una figura come Pino Masciari, già insignito della cittadinanza onoraria della città di Verona. L’Assessore Anna Leso ha voluto testimoniare l’affetto che la nostra città nutre per Pino Masciari, per quello che ha fatto e che fa tuttora, mettendo a rischio la sua vita e quella dei suoi familiari per il sacro valore della legalità. Lo stesso assessore ha voluto poi ringraziare Prospettiva Famiglia per le tematiche che sta portando avanti, di grande attenzione per i giovani e per la famiglia. Temi a cui lei, come madre di famiglia, tiene moltissimo anche per l’alto valore che attribuisce a quel mattone della società che è appunto il nucleo familiare.
A seguire ha preso la parola il Ten. CC Mariano, responsabile del Nucleo Operativo presso il Gruppo Provinciale di Verona, con sede presso la caserma “Salvo d’Acquisto”; il nostro Ufficiale ha sottolineato l’impegno che l’Arma dei Carabinieri mette nella prevenzione e repressione dei reati ed ha sottolineato come – anche in realtà come Verona – sia importante il contributo dei cittadini nel segnalare la commissione o la preparazione di reati; l’Arma dei Carabinieri, ha ricordato il Ten. Mariano, sta per compiere duecento anni (nacque il 13 luglio 1814, ndr) e quindi si avvale dell’esperienza di un’organizzazione che ha saputo attraversare due secoli di vita, rinnovandosi nelle tecniche e nella metodologia per affrontare reati sempre più complessi in una realtà altrettanto complessa.
A seguire la dott.ssa Anna Lisa Tiberio si è rivolta ai giovani presenti in sala, ricordando loro l’opportunità di avvalersi delle istituzioni nella difesa della legalità; in realtà fortunate come la provincia di Verona, i giovani possono contare su 50 stazioni dei Carabinieri, 6 Comandi locali e 1 Comando provinciale, oltre agli organi di PS, alla Guardia di Finanza e ai Corpi di Polizia Municipale. Molti nostri docenti e molti nostri genitori si trovano oggi ad affrontare situazioni di reato anche gravi; dobbiamo superare l’impasse, rivolgendoci alle Forze di Polizia che devono intervenire e prevenire reati peggiori. I giovani hanno l’obbligo di segnalare le violazioni della legge e dunque i fenomeni di illegalità, denunciando chi commette i reati (pur facendo attenzione a non cadere nella diffamazione) e non assistendo passivamente al loro compimento. Sempre la dott.ssa Tiberio ha invitato a combattere l’omertà; è un fenomeno, quello di chi fa finta di non vedere e di non sentire, che non porta a nulla, se non alla possibilità per i delinquenti di infiltrarsi nelle maglie delle istituzioni e nella stessa popolazione, approfittando del clima di silenzio e di omertà. Infine, sempre rivolta ai giovani, ha affermato l’importanza di raccogliere testimonianze come quella di Pino Masciari, un assoluto e limpido esempio di legalità, una persona che ha messo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi familiari in nome di un’ideale di giustizia e di legalità. Infine, la dott.ssa Tiberio ha ricordato la necessità di fornire ai nostri giovani dei veri e limpidi esempi di legalità; non si cercano genitori perfetti, ma genitori che sappiano essere esempio di rettitudine e di rispetto delle leggi che regolano la nostra società.
E’ stata poi la volta del Procuratore Enrico Buttitta, che ha sottolineato come in Italia la strada della legalità sia ancora lunga. Siamo un Paese, ha dichiarato Buttitta, dove viene giustificato il comportamento illegale, dove molti cittadini hanno nel loro cuore e nella loro mente, depenalizzato molti comportamenti che invece legalmente rappresentano veri e propri reati. Tutti i cittadini sono invitati a fare il proprio dovere di contribuenti, contribuendo appunto, al benessere collettivo; non dobbiamo pensare a chi evita di pagare le tasse come ad un bravo furbacchione, ma dobbiamo invece evidenziarlo e denunciare simili comportamenti che si riflettono negativamente sulla mentalità e sul livello di sviluppo di un Paese.
Siamo al 5° posto (sigh !) fra i Paesi più corrotti al mondo; la corruzione, specie nelle istituzioni, ha assunto dimensioni preoccupanti e tutto perché di fronte alla via ufficiale per fare le cose, noi Italiani pensiamo sempre a quella parallela, alla scorciatoia, che passa da un favore o una mazzetta per l’incaricato di pubblico servizio. Buttitta ha ricordato una frase di un grande filosofo come Norberto Bobbio che diceva: “Una vera democrazia si basa sulle buone leggi e sui sani costumi”. Per le leggi dobbiamo pretendere dai nostri governanti – Parlamento in testa – che vengano promulgate leggi giuste ed eque e questo è un sacrosanto diritto di un popolo; ma per i sani costumi, siamo noi che dobbiamo adottare comportamenti corretti e prassi che siano di esempio per i nostri giovani; prassi, abitudini, comportamenti, in una parola costumi che indichino una mentalità di rispetto delle regole, sia nella vita privata che pubblica e che comincia già nelle piccole cose (violazioni del codice della strada, …). Infine, Buttitta ha ricordato che la malavita fiorisce dove non c’è lavoro, quindi è dovere dello Stato non far mai mancare questa facoltà perché altrimenti chi è senza lavoro diventa facile preda delle organizzazioni criminali. Sempre Buttitta ha ricordato un interrogatorio del boss mafioso Pietro Aglieri da parte dei magistrati; in questo interrogatorio, il boss sosteneva che “i carabinieri cercano di fare cultura nel mondo della scuola e può anche darsi che i figli ne parlino poi con i genitori, una volta a casa; ma quando i giovani cercano lavoro o servizi, allora è la mafia che si presenta a fornirli perché lo Stato è troppo latitante”. A questa affermazione, il Prefetto rispose che “lo Stato aveva l’obbligo di fornire ai giovani quei servizi come proprio dovere assoluto al posto della mafia, che invece glieli propone come un favore. Lo Stato deve creare le condizioni perché i giovani possano lavorare e questo perché lo Stato ha investito su di loro. Infine, il procuratore ha citato gli articoli della nostra Costituzione che rappresentano un vero baluardo contro l’illegalità; per es., al di là dell’articolo 1 (L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, …), vi è anche l’art. 4 (“Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”). La legalità, ha detto Buttitta, è il collante che deve legare la nostra responsabilità personale con la giustizia e la responsabilità sociale.
E’ stata poi la volta dell’ospite d’onore, Pino Masciari, che ha trasmesso un filmato dove si racconta l’epopea che lui e la sua famiglia hanno dovuto vivere da quel lontano 18 ottobre 1997, allorché gli fu assegnato un PSP (Programma Speciale di Protezione). Quel giorno Pino Masciari, la moglie e i due figlioletti lasciarono la loro casa in Calabria per vivere una vita di clandestinità in case sconosciute e in luoghi sconosciuti, dove non vi erano amici e dove non si doveva assolutamente rivelare la propria identità. In questo filmato, si coglie tutta la difficoltà che ha accompagnato la scelta di Pino e di sua moglie Marisa, allorché decisero di comune accordo di dire “NO” alla ‘ndrangheta. Pino Masciari ha detto ai ragazzi presenti in sala che non dovranno mai piegarsi alle varie forme di illegalità perché “un Paese che paga il pizzo è un Paese senza dignità”; Pino Masciari la sua parte l’ha fatta e la sta facendo tuttora. Grazie alle sue dichiarazioni sono stati arrestati e condannati decine di capi e gregari di importanti famiglie ndranghetiste come i Vallelunga di Serra San Bruno (il paese dove viveva Masciari), i Sia di Soverato, gli Arena di Isola Capo Rizzuto, e altre famiglie criminali come i Mazzaferro.
Nel discorso che ha seguito il filmato, Pino Masciari ha detto di aver temuto per molti anni che lo Stato si disinteressasse di lui e che per lo Stato lui fosse solo la matricola n.1663 dei programmi di protezione. Poi, quando il Quirinale comunicò che avrebbe avuto un programma di protezione degno di questo nome ed egli fu messo in condizione di vivere una vita (quasi) normale, allora capì che la sua scelta e quella di sua moglie era stata quella giusta.
Prima dello Stato, fortunatamente, egli ha avuto l’appoggio delle persone dell’associazione LIBERA, che poi hanno fondato il movimento “Amici di Pino Masciari” e che tante volte lo hanno “scortato” nel periodo in cui lo Stato si era dimenticato di lui.
Una famiglia, quella di Pino Masciari, che per quello che ha fatto dovrebbe essere normale, mentre anormali dovrebbero essere tutti gli altri che si inchinano al pizzo, alla corruzione e all’illegalità; ebbene, Pino Masciari si aspetta che in Italia, le famiglie diventino tutte “normali”, normali come lo è la sua per aver difeso i sacri valori della Costituzione italiana e dove, dopo che il Quirinale ordinò si desse esecuzione (dopo 50 mesi ! (sigh)) alla sentenza del TAR del Lazio che ripristinava il programma di protezione, si respira l’amore di una famiglia che si ama e che è sempre più convinta della scelta fatta: una scelta difficile, difficilissima, ma che deve essere di esempio per tutti noi.
Grazie Pino e Marisa per quello che avete fatto e che fate.
L’augurio di Prospettiva Famiglia è che lo Stato vi metta nelle condizioni di vivere una vita normale perché una famiglia come la vostra è simbolo di libertà e di legalità e rappresenta per tutti noi un esempio da imitare.
A presto !
Per Prospettiva Famiglia
PAOLO