Scuola per Genitori ed Educatori di Prospettiva Famiglia
Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva
RITA BORSELLINO
12 maggio 2016 – I.T.E.S. “Aldo Pasoli”
Ospite: dott.ssa Rita BORSELLINO
Serata di emozioni intense quella regalata questa sera da Prospettiva Famiglia e la rete “Scuola e Territorio: educare insieme” all’ITES Aldo Pasoli, grazie all’ospite Rita Borsellino, ma anche grazie ai protagonisti della bella e toccante rappresentazione “Paolo Borsellino, essendo stato”. Gli attori Andrea De Manincor e Sabrina Modenini hanno portato in scena con grande bravura un pezzo di Ruggero Cappuccio, dedicato agli ultimi istanti di vita del noto giudice palermitano, ucciso il 19 luglio 1992. Il tutto sulle note malinconiche e struggenti di Chicco Agostini, al pianoforte. Una lettura davvero particolare di quei drammatici istanti, vista dal punto di vista dello stesso giudice, come se dopo l’esplosione di via D’Amelio, avesse ancora potuto vedere ciò che succedeva intorno a lui, alla sua scorta e ai soccorritori. Una rappresentazione di questa Sicilia dagli aspetti tanto forti e tanto contraddittori, una terra dalla generosità infinita, eppure afflitta da mali gravi – come le associazioni a delinquere – che ammorbano la società civile. Una terra incapace di moderatezza, ma dove tutto è portato all’estremo: dal sole ai sapori, dalla disponibilità alla violenza, dal calore della gente all’omertà. Una Palermo di cui l’autore stesso si chiede che natura abbia: viva o morta? maschile o femminile? rumorosa o silenziosa? alta o bassa? magra o grassa? Una città dove i veleni del palazzo di giustizia hanno all’epoca messo in difficoltà anche persone che credevano in quello che facevano, persone – dai giudici alle scorte – che avevano finito per trasformare il loro lavoro in una religione. Persone che hanno vissuto così intensamente da realizzare amicizie fortissime (Borsellino e Falcone) o senso del dovere altissimo, che ha portato alla morte coloro che sapevano benissimo di andare incontro a questa fine. Persone che hanno creduto nelle istituzioni (“le istituzioni sono sacre; sono le persone che talora ne occupano vilmente il posto”). I vari monologhi recitati con grande abilità e passione hanno ricordato i vari morti per mano mafiosa che dal 1970 alle stragi del 1992 hanno insanguinato la Sicilia (Peppino Impastato, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Emanuele Basile, Ninni Cassarà, Piersanti Mattarella, tanto per fare alcuni nomi). Al termine dello spettacolo, l’abbraccio commovente di Rita Borsellino ad Andrea De Manincor a suggellare quanto l’aver portato in scena questo testo abbia toccato il cuore della sorella del giudce, la quale ha voluto conservare l’idea che il fratello, in realtà, una volta suonato il campanello della madre non abbia avuto nemmeno un secondo per capire ciò che stava succedendo, tanto rapida e violenta fu l’esplosione alle 16:58 di quel terribile 19 luglio 1992. Poi, un breve spazio alla prof.ssa Daniela Galletta per riepilogare rapidissimamente gli obiettivi che Prospettiva Famiglia si propone e porta avanti da circa 8 anni e una presentazione dell’ospite da parte della dott.ssa Stefania Zivelonghi, che ha sottolineato ancora una volta come ci si debba preoccupare più degli adulti che dei giovani, visto che i primi danno esempi tutt’altro che da imitare e troppo spesso mancano all’appello nel passare ai figli il testimone di una società più giusta e più vera. E siccome, come ha detto Rita Borsellino riprendendo una frase del fratello, “senza verità non ci può essere giustizia”, dobbiamo tutti lottare per combattere chi occulta, altera o maschera la verità. A distanza di 24 anni ancora non si è identificato chi ha ucciso Paolo Borsellino; i tre processi svoltisi finora sono stati preparati a tavolino senza arrivare alla verità. Chi ha organizzato l’assassinio del giudice Borsellino? A chi poteva servire la sua morte? E soprattutto a chi è servita realmente? Sono tutte domande a cui dovremo dare una risposta, se vogliamo dare ai nostri figli la speranza di una società più giusta. Rita Borsellino ha raccontato la vita del fratello, sia da piccoli (“mi faceva piangere per poi coccolarmi”) e sia nelle sue visite alla madre (“negli ultimi tempi Paolo cercava di allontanarci da lui perché sapeva che la sua fine era vicina”). Fa pensare molto che non si sia ancora arrivati alla verità; sorprende il fatto che la famosa “agenda rossa” che Borsellino portava sempre con sé, non sia più stata ritrovata nel luogo dell’attentato. Bella e appassionata la testimonianza di Rita Borsellino, una farmacista timida, che alla morte del fratello si chiese che cosa avrebbero potuto fare per evitare che ciò accadesse e che da 24 anni incontro le scuole di tutta Italia, tenendo viva la memoria di questo splendido magistrato e del suo grande amico Giovanni Falcone. Le risposte dei giovani che la incontrano, testimoniano quanto la memoria di Borsellino (e Falcone) sia ancora viva, quanto il loro insegnamento sia a tutt’oggi un esempio da seguire.
E’ doveroso pensare positivo: anche dai fatti più atroci nascono cose belle e i circa 250 presenti di stasera testimoniano quanto l’esempio di Borsellino sia ancora vivo nella memoria di chi c’era e sia stato tramandato a chi non c’era. E’ bello pensare che le migliaia di giovani che in questi anni hanno conosciuto il giudice dalle parole della sorella abbiamo contratto il seme del desiderio di giustizia e del rispetto della legge e delle istituzioni.
Domani Rita Borsellino ne incontrerà altri 700 alla Gran Guardia: se anche solo uno di quei ragazzi farà proprio il messaggio di un uomo che ha vissuto ed è morto per lo Stato e per le Istituzioni, ciò che avremo fatto avrà avuto un senso.
E noi speriamo davvero che sia così.
Guarda qui l’incontro con Rita Borsellino
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A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO