Ancora un fremito, ancora un sussulto: Theatre Art Verona sussurra un’ostinata resistenza sghemba. Tensioni, tangenze tra spazi, progetti, eventi, curiosità: segmenti di discorsi iniziati, lasciati ai ready made del pensiero, della partecipazione. Musica, editoria, teatro, performance e arte innescano dubbi metodici sulla natura dei confini, sull’oggetto dello spettacolo, sulla memoria della visione. Theatre Art Verona non è un cartellone, non è una vetrina. Parte da Art Verona e continua chissà dove. È forse un percorso per punti di vista, per digressioni, per occasioni, per suggerimenti, intuizioni da seguire o abbandonare del tutto alla ricerca della propria ispirazione. Un’utopia tra altri sogni abbandonati, qui si rischia la forma, i parametri delle discipline, i confini delle arti. Al Teatro Nuovo, nel Foyer, all’Alcione si ascoltano e si vedono ciò che resta di scambi di scena avvenuti sotto la pelle dell’arte e del teatro. Rimandi e citazioni, che s’inseguono tra nuove proposte, progetti nati in situ, studi iniziati lungo i percorsi della storia dell’arte, non ancora terminati, ancora impermanenti. Chi ha pensato e condiviso la rassegna, ha accettato la scommessa del meno che non è poco e del nuovo che non è completo. Chi verrà con noi vivrà la deviazione, l’apertura, l’intreccio e la beffarda consapevolezza di tutto ciò.
Paolo Valerio e Simone Azzoni