Un successo il primo incontro rivolto agli amici della terza età: per la partecipazione, per l’interesse e per le emozioni che Gianni Rapelli è riuscito a stimolare nel raccontarci la storia Borgo Venezia.
Un luogo giovane ed accogliente dove anch’io, non a caso, ho scelto di vivere da quando sono venuto a Verona.
Nei volti dei presenti l’emozione suscitata da Gianni Rapelli che ha vissuto intensamente e da protagonista gli ultimi settanta anni e più di storia del nostro Borgo.
Con dovizia di particolari ci ha raccontato come Borgo Venezia sia nato a seguito dell’insediamento della Stazione di Porta Vescovo e delle Officine Ferroviarie: uno stabilimento strategico prima degli austriaci e poi per gli stessi piemontesi.
Realizzato lungo “el mear” ( Viale Venezia, lungo quanto il miglio veneto -1734 mt ) e difeso militarmente dalle mura di cinta, nei tempi migliori, ha dato lavoro a più di 1.500 persone.
Inizialmente disseminato di baracconi ha visto man mano nascere le case dei ferrovieri i quali costruirono le loro abitazioni pur sapendo che potevano essere abbattute in caso di guerra.
Questa servitù militare /stato di precarietà è rimasta sino al 1898.
Quindi ha accennato del “buso del gato “ realizzato a seguito della messa in opera di un terrapieno atto a favorire la costruzione della linea ferroviaria: il nome della buco, che tuttora facilita il collegamento con Porto S.Pancrazio, non ha nessun riferimento al famoso felino.
Nel 1916 nasce la Chiesa di S. Giuseppe pare osteggiata dai “comunisti” che abitavano il nuovo quartiere.
Nel 1855 fu costruito il Cimitero Israelitico in una zona di piena campagna.
La Chiesa di “Barana” prese il nome da una locanda/osteria presente nella zona e non certo da un “ordine francescano”.
Ha parlato dell’insediamento della Mondadori (negli anni ’80 vi lavoravano circa 4.000 persone) che prima di arrivare in Via Zeviani era situata a S.Nazzaro, proveniente da Ostiglia.
Il Tiberghien, insediatosi ai primi del novecento, è arrivato ad avere una punta massima di 1.500 operai.
Senza dimenticare il calzaturificio Rossi e la “Casa del fascio” costruita nel ’40 all’inizio di Viale Venezia, poi utilizzata come biglietteria dei tram.
Appassionata e coinvolgente il riferimento al Fiumicello che da Montorio attraversava tutto il Borgo prima di immettersi nell’’Adige. In alcuni punti passava sotto le case e in altri era addirittura “navigabile” con delle barche.
Rapelli ha ricordato del torrente Pantena che spesso rompeva gli “argini” e, assieme a “Fiumicello” causava una vasta zona acquitrinosa di Via Pisano/ Borgo Trieste dove sorgeva un florido canneto .. almeno sino a quando, alla fine degli anni ‘50, fu incanalato il Progno Valpantena.
Questo il breve resoconto scritto da un “forestiero” a cui raccomando di perdonare qualche inesattezza.
Insomma sono soddisfatto perché anche quest’anno siamo partiti con il piede giusto .. un premio al grande lavoro svolto per organizzare/programmare i primi incontri.
Un grazie particolare al caro Giovanni Rapelli un “giovane” e lucido “quasi ottantenne” ormai entrato nella nostra famiglia e di cui raccomando di leggere la biografia sul sito
http://www.giovannirapelli.it/gr_it/Biografia.html
Sarebbe troppo difficile per me riassumerla !!!
Alla prossima ( il 26 ottobre con Ezio Bonomi) per parlare della saggezza della civiltà contadina della vicina Lessinia.
Andrea Salandra
Responsabile del “Progetto Generazioni”