“Prospettiva Famiglia” segnala questo libro per prepararci all’incontro del 17 Ottobre 2013 sulla tragedia del Vajont.
Il racconto del Vajont
Autore: Paolini Marco; Vacis Gabriele
1963-2003 a 40 anni dalla tragedia.
Ti dice niente Vajont? 9 ottobre 1963. Dal monte Toc, dietro la riga del Vajont, si staccano tutti insieme 260 milioni di metri cubi di roccia. Duecentosessanta milioni di metri cubi di roccia cascano nel lago dietro alla diga e sollevano un’onda di cinquanta milioni di metri cubi.
Di questi cinquanta milioni, solo la metà scavalca la diga: solo venticinque milioni di metri cubi d’acqua…
Ma è più che sufficiente a spazzare via dalla faccia della terra cinque paesi: Longarone, Pirago, Rivalta, Villanova, Faè.
Duemila i morti.
La storia della diga del Vajont, iniziata sette anni prima, si conclude in quattro minuti di apocalisse con l’olocausto di duemila vittime.
Come si fa a capire un fatto come questo? Capire che peso ha avuto, che peso ha? Dove va a cadere il peso di certi avvenimenti? Che pressione fanno sulla morale delle persone, come incidono sui comportamenti di una comunità, nelle scelte di un popolo? Quale clima raddensano in un paese?
Il racconto del Vajon aiuta a capire le cause del disastro – un autentico olocausto – che nel 1963 causò oltre 2000 morti nei paesi delle valli del Piave e del Vajont. Perché non fu affatto un «disastro naturale», come scrissero i cronisti all’indomani della tragedia, ma provocato dall’uomo.
Paolini e Vacis ricostruiscono questa tragedia tipicamente italiana, che passa per la distruzione della civiltà contadina in nome del progresso, per le grandi e le piccole arroganze dei potenti, per l’impotenza dei cittadini costretti ad affrontare uno «Stato nello Stato» (è il giudizio di un democristiano sulla società costruttrice della diga, nel 1961).
Si illuminano così le trasformazioni che hanno attraversato il nostro paese dal dopoguerra a oggi.
Quel libro è il frutto di un’esperienza che ha già coinvolto migliaia di persone in tutta Italia. Nel 1993 Marco Paolini ha iniziato a raccontare questa grande tragedia civile: prima nelle case degli amici, e poi, centinaia e centinaia di volte, in un monologo che dura più di tre ore, di fronte a un pubblico attento e partecipe, nelle piazze, nelle scuole, nei circoli culturali, negli ospedali, nelle radio e naturalmente, qualche volta, anche nei teatri e nei festival di tutta Italia.
La responsabile ambito storico- culturale
Prof.ssa Pasquetto Silvia