LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA ECONOMICA ORIENTATA ALLA LEGALITA’, ALLA RECIPROCITA’, ALLA SOLIDARIETA’ E AL RISPETTO DELLA PERSONA.
9 novembre , ore 11
STEFANO ZAMAGNI
ECCO ALCUNI SPUNTI TRATTI DALLA RIFLESSIONE PROPOSTA DAL PROF. STEFANO ZAMAGNI
Riflessione sul pensiero economico che caratterizza la nostra società.
Siamo in un’epoca di trasformazione e cambiamento.
Già in passato era avvenuto questo. Tra il 1300 e il 1400 ci fu lo stesso tipo di cambiamento.
Secolo d’oro dell’Umanesimo civile. Umanesimo inteso come rinnovamento, arte, poesia. Come mai l’Umanesimo si sviluppò in terra di Italia, a Firenze ? Perché non nacque in Francia ?
Non fu un problema di risorse. La nascita dell’ economia di mercato avvenne nel 1400. Ad inventare l’economia di mercato non sono stati inglesi, ma italiani.
Francescani primi grandi economisti. Luca Pacioli era un francescano che si occupò di contabilità di azienda. Emilia e Veneto monti di pietà, prime banche. Umanesimo civile ha consentito lo sviluppo del’economia di mercato. I francescani creano economia di mercato con un obiettivo comune, il bene comune. Come distribuire la ricchezza generale?
Questo passaggio lo stiamo vivendo oggi. Dalla società moderna a quella post taylorista.
Questa transizione è avvenuta con molta rapidità, in pochi decenni, quaranta anni. Siamo impreparati tutti.
Come vengono vissute le difficoltà di questo momento dai giovani?
I due fenomeni di portata focale sono stati globalizzazione e la quarta rivoluzione industriale.
Novembre 1975 , sei paesi più avanzati si riuniscono nel primo summit G6. Italia era uno dei sei. In quella riunione venne presa la storica decisione , output ed input oggetto della transazione.
Si confonde la globalizzazione con l’internalizzazione della società.
Novità è che l’oggetto di transazione sono anche i fattori della produzione.
Altro fattore è la quarta rivoluzione industriale. Prima in Inghilterra, Seconda in Germania (anche in altri paesi), terza anni settanta ottanta , oggi la quarta del digitale questa ultima ha generato la knowledge economy. Il fattore strategico ora è la conoscenza. Il successo delle nazioni è legato alla capacità di innovazione.
Molti imprenditori sono rimasti sul vecchio paradigma. Taylor ingegnere americano nel 1911 teorizza l’organizzazione scientifica del lavoro; Ford applica la teoria di Taylor alla produzione industriale e introduce la catena di montaggio. I primi a produrre auto sono stati italiani, ma per pochi ricchi. Ford comprende che bisognava standardizzare la produzione, per abbattere costi e, di conseguenza, il prezzo di vendita, perché tutti potessero comprare auto.
Organizzazione piramidale dell’impresa è stata innovativa. Oggi è un problema. L’impresa è organizzata in modo poco democratico e invece dovrebbe distribuire ricchezza, cultura e democrazia.
La base sono coloro che svolgono lavori di routine. Alla base del modello fordista c’è un principio che fa rabbrividire: come si devono trattare operai nelle fabbriche? Come se fossero bovini, l’operaio non deve pensare .
La novità di oggi è che questo modello è superato. Tutti oggi devono pensare. Nella stagione dell’innovazione tutti possono essere portatori di innovazioni. I giovani vanno ascoltati. Hanno creatività . L’Italia ora non va bene, la produttività sta declinando, ciò è legato all’innovazione . Il livello di organizzazione è rimasto quello taylorista. Necessaria una modifica radicale nel concepire economia. Quali conseguenze? I problemi derivano dal fatto che non abbiamo capito le novità. Siamo stati poco attenti.
Si è creata una mentalità nuova. Oggi l’accelerazione ci ha preso impreparati. Tutto è avvenuto in fretta. Questa difficoltà di adattamento al nuovo cosa ha determinato? Quali i nodi non sciolti?
Aumento spaventoso delle diseguaglianze sociali. 62 persone nel mondo hanno una ricchezza tale pari a due miliardi di persone. Non confondiamo povertà con diseguaglianza. La povertà sta diminuendo . Il Povero assoluto è chi ha meno di due dollari al giorno. Globalizzazione e quarta rivoluzione industriale hanno diminuito il livello. È aumentata la diseguaglianza che separa un gruppo sociale da un altro. Noi abbiamo in Italia una grande capacità di creare . Coefficiente di Gini in Italia è 0,53. Siamo più vicini a uno che non a zero. La diseguaglianza è pericolosa . Chi soffre questo rimane indietro, non ha la prospettiva di migliorare la propria vita, gli si toglie la speranza. Non ci sono prospettive di superare il disagio. La diseguaglianza è pericolosa perché spegne la speranza. Diminuisce la partecipazione democratica. È la più potente minaccia alle ragioni della pace.
58 guerre civili nel mondo. I gruppi che rimangono indietro usano la violenza. La lotta alla diseguaglianza è un problema prioritario. Perdita della pace.
La distruzione ambientale è un altro fattore.
Abbiamo diminuito la povertà assoluta ma non la diseguaglianza. Il Fenomeno migratorio è sempre esistito. E’ Antico, negli ultimi dieci anni ha assunto fattezze particolari. Anche in Veneto è sempre esistita emigrazione. La gente confonde i migranti con i rifugiati. Il migrante è come vostro “nonno”. Il rifugiato è chi scappa dalla guerra , perché è discriminato. Chi ha scatenato guerra? la nostra ipocrisia, è che facciamo finta di non capire.
900 mila badanti in Italia. I migranti economici sono fondamentali per il nostro sistema economico. Sono i rifugiati il problema.
Paradosso della felicità (1974) quando il reddito pro capite supera una certa soglia ulteriori aumenti del reddito fanno diminuire la felicità. Aumentando il reddito non si è felici. Gli esseri umani vivono per la felicità. Lo scopo della vita non è l’utilità . Che senso ha un modello di sviluppo che aumenta l’utilità e non la felicità. La ragione di tutto questo è che la felicità è legata ai beni relazionali. Bisogna essere in due per essere felici. L’utilità è una cosa, la felicità è un’altra. Il punto è questo . I politici non vogliono capire . Il lavoro non può essere più quello taylorista. Non si consente ai giovani di realizzare le proprie aspettative . Cosa si può fare?
Studio e lavoro devono andare di pari passo. Ripensare il modello di organizzazione scolastica.
Necessario mettere mano alla finanza. La finanza è nata per portare aiuto all’economia reale , ma è diventata autoreferenziale.
I paradisi fiscali vanno chiusi . La finanza deve servire il bene comune.
Attuare politiche di distribuzione è la terza opzione. In Italia si tassa di più il reddito di impresa delle rendite. La rendita parassitaria, data da speculazione finanziaria e immobiliare, incide per il 32% sul PIL. Gli imprenditori sono scoraggiati e portano la ricchezza nei paradisi fiscali. Il mondo economico deve andare verso l’economia civile. Genovesi è fondatore dell’economia civile. Smith è economista della scuola classica (Smith/economia politica versus Genovesi/economia civile)
Ogni uomo è per natura amico di un altro uomo e non lupo. Antropologia positiva .
Principio della reciprocità. Dobbiamo dare spazio alla reciprocità. Non è rapporto di scambio. Il dono come gratuità. Il dono non c’entra con economia politica ma con quella civile. Il dono è una relazione interpersonale . La prospettiva di studio sta riemergendo , in Usa, gli americani hanno capito che il loro modello fa acqua. Oggi i problemi sono altri, cambiamo il modo con cui guardiamo la realtà. Non sono stati gli inglesi ad inventare economia, ma Napoli, la sua università , Antonio Genovesi. Ritorno di interesse per l’economia civile. Questo è positivo. Bisogna essere ottimisti. Finanza etica, commercio equo solidale.
Voto con il portafoglio: scelgo imprese virtuose e prodotti realizzati in modo etico. Quindi, ottimismo perché si sta cambiando .
“Nessun uomo è un ‘isola”. Il bene comune è legato alle relazioni che connettono i soggetti e risiede nella qualità delle stesse.
Il tempo galoppa, la vita ci sfugge tra le mani, ma può sfuggire come sabbia o come semente. A noi la scelta se farlo fruttificare o renderlo improduttivo.
BELLEZZA è lo SPLENDORE DELLA VERITÀ , SAN TOMMASO
Qui è possibile ascoltare l’audio dell’incontro
Buon Ascolto !
Prof.ssa Daniela Galletta
Prof. ssa Flavia Perrone