Don BRUNO FASANI
IL MONDO MERAVIGLIOSO DELL’ADOLESCENTE: PIANETA DAVVERO IRRAGGIUNGIBILE ?
11 ottobre 2013 – Teatro ALCIONE
Relatore:
- Don Bruno FASANI – giornalista, educatore
Si è aperto il sipario sulla nuova stagione di Prospettiva Famiglia e non si poteva non aprire con un’altra figura di spicco, un educatore a tutto tondo, un uomo di chiesa: esattamente come nella passata stagione, quando, ad aprire le danze, fu don Antonio Mazzi.
Saluti iniziali del padrone di casa, don Guido, parroco di Santa Croce e dell’Assessore alla Famiglia, Politiche sociali e Pari Opportunità, Anna Leso, che hanno fatto capire entrambi quanto sia cresciuta l’attenzione ed il supporto per l’azione che Prospettiva Famiglia sta portando avanti. A seguire, una rassegna da parte del Presidente Alberto Tosi circa le evoluzioni e le new entry di quest’anno, che ci permetteranno di offrire ulteriori servizi: sportelli di consulenza psicologica e legale, collaborazione con l’Istituto Veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea, collaborazione con l’AIAF (Ass. Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori). Infine, la prof. Daniela Galletta ha esposto rapidamente come sarà strutturato il programma di quest’anno della Scuola per Genitori, oltre agli altri incontri (ciclo sulla Legalità, incontri socio-sanitari, …).
Poi, come aspettavano i 240 presenti all’Alcione, la parola a don Bruno Fasani che ha esposto in modo molto semplice – e quindi anche molto razionale – concetti basilari per una sana e corretta educazione dei nostri figli e per una difesa della famiglia dai mille problemi che ne minano la solidità ed il futuro.
Don Fasani ha cominciato col dire che “Dio fa molto bene ai ragazzi” e che “Dio, dopo aver fatto la sua creatura, vide che era molto buona”. Da questo concetto si è dipanata poi la dissertazione di questo grande uomo di Chiesa, che ha sostenuto – in modo vibrante – come in ogni adolescente vi sia una possibilità di infinito. Noi adulti, noi genitori dobbiamo imparare a “spostare la tenda” per vedere cosa c’è dietro; non diamo per scontato di sapere già tutto dei nostri figli, ma adottiamo con loro “lo sguardo contemplativo e dell’ascolto”. Non fermiamoci alla prima impressione quando nostro figlio si arrabbia o, come diciamo talvolta, “rompe le balle”, ma cerchiamo di capire se vuole dirci qualcosa. Forse vuole dirci che cerca in noi qualcosa di consistente, di affidabile.
Cerca in noi un prato sicuro su cui correre; chi si muove su un terreno instabile e fangoso, adotta un movimento incerto e tende a muoversi in questo modo anche quando il terreno si fa più sicuro. Ma chi, invece, trova la sicurezza di un terreno solido e stabile, prende confidenza e sicurezza. Sa di poter contare su di noi, sui valori che gli infondiamo.
Don Fasani ci invita a “ragionare con i nostri figli”, a prestare loro ascolto; solo ragionando con loro potremo attivare un dialogo su pari lunghezza d’onda; parliamo con loro di tutto: di politica, di sport, di regole di vita, di sentimenti; solo così potremo dire di educarli; perché educazione – dice sempre don Fasani – è relazione. Solo stabilendo un rapporto, una relazione appunto, con loro potremo rappresentare validi interlocutori e veri punti di riferimento. A condizione di essere prima di tutto “coppia”, chiari e convergenti nell’indicare la strada da seguire ed evitando, come purtroppo accade spesso, di dare il padre un’indicazione e la madre un’altra. Di fronte a queste situazione, l’adolescente non ci può dare fiducia.
Occorre creare quello che don Fasani chiama “il cortile educativo”, ossia un ambiente dove ogni adulto è un riferimento per l’adolescente e lo è perché ogni adulto, pur diverso dagli altri, sostiene lo stesso comune pensiero di vita e di relazione. Una volta c’erano le corti – le care, vecchie, indimenticate corti venete – dove ogni adulto era educatore e riferimento dell’adolescente; che fosse il padre, la madre, la vicina anziana, il nonno o chiunque altro, l’adolescente trovava in ciascuno di loro un punto di riferimento, un educatore: tutti accomunati da uno stesso sentire e da comuni valori di vita. Il vicino si sentiva in diritto, ma soprattutto in dovere, di dare uno schiaffo all’adolescente che si era comportato male (non come oggi, che guai a sfiorare il figlio altrui) perché la vita della corte era a così stretto contatto che non ci si poteva permettere di ignorare chi si comportava male.
Lasciamo che i nostri figli facciamo esplodere la loro scintilla di infinito: qualcuno a suo tempo vide in don Fasani quella scintilla e scommise su quel successo; quella persona riuscì a vedere oltre la tenda, riuscì a vedere l’anima di quella persona: e vinse la scommessa.
Nel XIII secolo, il teologo e filosofo Eckhart sosteneva che i ragazzi hanno bisogno di “Bildung”, cioè di costituzione, di educazione; necessitano di quel terreno solido su cui muovere i loro passi nel periglioso cammino della vita; un cammino fatto però anche di grandi soddisfazioni e di grandi gioie, a condizione che ascoltiamo questi ragazzi (come ha chiesto un ragazzo nel dibattito finale), che non cadiamo nel platonismo di dividere la scorza (il corpo) dall’anima e finiamo per considerare quasi esclusivamente l’aspetto esteriore; è il triste fenomeno della “giocattolizzazione”. Sbagliamo se facciamo di tutto perché il ragazzo piaccia al mondo, sia politically correct, sia come gli altri si aspettano che sia; lui invece vale perché chiede al mondo stabilità, punti di riferimento, certezze. Un ragazzo è un mistero grandioso anche se non è alto, biondo e con gli occhi azzurri, anche se non veste abiti firmati, anche se non fa la carriera di medico chirurgo. Lasciamo che esploda la sua scintilla di infinito: potremmo ritrovarci con uno splendido contadino o con un ottimo idraulico, potremmo riuscire a vedere la grandezza di Dio anche se non è perfetto fisicamente.
Infine, don Fasani ci ha invitati a sfuggire alle “dittature”, le tante “dittature” che ci affliggono; a partire dalla “dittatura del carrello”, quella per la quale i nostri figli sanno che se si va a New York si va per acquistare AberCrombie o che se si va a Londra, si può trovare l’Apple store in Regent street.
E tutto perché non li abbiamo abituati a ragionare con la propria testa, a far sì che capiscano che la loro vita se la devono organizzare con la propria testa e con i propri gusti e non con quelli che subdolamente impongono i media.
Grande attenzione in sala e interessanti le domande finali. Fra queste è stato chiesto come si deve comportare con i propri figli un imprenditore che oggi viva – come capita a molti – le difficoltà di una crisi economica di cui non si vede la fine. Don Fasani ha invitato a non avere paura di dire ai propri figli che ci sono delle difficoltà, a ragionare con loro che di fronte a certe situazioni difficili occorre uno sforzo comune; non trasmettiamo loro le ansie (finiremmo per trasmettere frustrazione e sconforto), ma diciamo pure loro – con lucidità e serenità – come stanno le cose. Non è la fine del mondo, se non si va in ferie a causa di qualche problema economico: anzi può essere l’occasione per portare a bordo i propri figli e farli sentire ancor più membri importanti di una squadra: la famiglia.
Basta con questi opinionisti ! Oggi sembrano sparite le certezze, ci sono solo opinioni. Si mette sullo stesso piano ciò che dice il Papa e ciò che afferma l’ultimo sconosciuto di X-Factor; ciò è inammissibile. Occorre far capire agli adolescenti quali sono i criteri per distinguere i veri messaggi di vita dalle sirene che ci richiamano a falsi valori. Non pensiamo sempre e solo ai nostri diritti, ma pensiamo a quelli degli altri, di chi ci sta vicino, di chi merita attenzione. Un adolescente ha bisogno di una coppia, un padre e una madre che siano per lui fari di certezze e di comportamenti; un padre e una madre che non cadano prede dell’ “abitudine” e si mettano a succhiare l’affetto del figlio assecondandolo in ogni richiesta e difendendolo in ogni occasione (a Marano di Valpolicella, due genitori hanno minacciato l’insegnante (!?) per aver sequestrato il cellulare al bambino che lo portava in classe).
Torniamo a ritmi di una vita semplice e chiara e scappiamo al bombardamento di notizie e di pressioni che ci mettono solo una gran confusione addosso, torniamo a distinguere le cose buone da quelle cattive con l’occhio ingenuo, ma sincero di un bambino; facciamo come don Fasani che quando era giovane “andava a pascolare le vacche” nei prati di Erbezzo.
A presto.
Paolo