Scuola per Genitori ed Educatori di Prospettiva Famiglia
GLI STILI EDUCATIVI PER UNA GENITORIALITA’ COMPETENTE
1 dicembre 2016 – Centro civico “N. Tommasoli”
Relatori:
- Doriano DAL CENGIO, psicologo e psicoterapeuta
Settanta persone ad ascoltare il dr. Dal Cengio nell’esposizione degli stili educativi e dei fenomeni che hanno interessato la famiglia negli ultimi decenni, trasformando in modo radicale la figura paterna e materna e di conseguenza le relazioni che padre e madre hanno con i propri figli.
Una famiglia che è cambiata profondamente nelle sue componenti:
- il padre, che ha abbandonato il suo ruolo di guida, di autorità, di padre-padrone per scendere ad un livello più basso, a vivere quasi interiormente la relazione con i propri figli, soffrendo intimamente quando il feeling con essi si rompe;
- la madre, che non è più decisamente “l’angelo del focolare”, né vive di virtù come la riservatezza o la guida della casa, quanto piuttosto nella sua nuova dimensione di donna-manager, donna che vive di autonomia propria (anche finanziaria), prende decisioni e trova la propria realizzazione in una molteplicità di ruoli (professionista, madre, amica, impegnata nel sociale, …); una mamma che vive in modo molto diretto la relazione con i figli e che quindi reagisce con aggressività quando le cose non vanno;
- i figli, che sono passati da una dimensione di subordinazione e di timore, ad una di autonomia, di oblìo del limite, di ricerca del piacere e fuga dal dovere (“chiedono molto e ritengono gli venga sempre richiesto troppo”). Figli che non sono abituati a “soffrire”, anzi sono sempre più vittime di crisi di panico, di ansia, disabituati come sono alla più piccola difficoltà, …
E’ evidente che in una situazione che si è evoluta in modo radicale, la ricerca di uno stile educativo è fondamentale per dare un senso al rapporto fra genitori e figli e per consentirci di capire come agire se davvero vogliamo far crescere i nostri figli o se invece rischiamo di tenerli eterni mammoni dipendenti e insofferenti alle difficoltà.
Sostanzialmente, ci dice il dr. Dal Cengio, gli stili educativi possono toccare la sfera dell’ESSERE (stile affettivo) o la sfera del FARE (stile normativo); gli esiti che possono avere nei confronti della crescita psicologica del figlio possono essere positivi o negativi, a seconda che favoriscano la maturazione della persona o al contrario la frenino; la combinazione matriciale di questi elementi porta ad identificare quattro differenti stili:
- stile affettivo positivo;
- stile affettivo negativo;
- stile normativo positivo;
- stile normativo negativo.
Come si può capire lo stile affettivo si manifesta nel giudizio della nostra controparte (vale per un figlio, ma analogamente per un amico o conoscente) del suo modo di ESSERE. Apprezzarlo per ciò che è, lasciargli capire che lui è importante per noi, dire che ci fidiamo di lui sono modi per manifestare che siamo felici di come è e di ciò che è. Al contrario, dirgli che è uno stupido, che è un incapace, che è una persona inaffidabile sono modi per frenare la sua crescita e la convinzione di poter essere all’altezza dei compiti attesi. Uno dei più gravi errori che possa fare un insegnante è di dire all’alunno – davanti a tutti – che è uno stupido. Generalmente lo stile affettivo negativo, nasce da un’iper-attenzione e iper-tutela verso il figlio (“l’insegnante di matematica dà sempre troppi compiti” …).
Lo stile normativo, invece, come dicevamo afferisce alla sfera del fare e perciò sostiene o demolisce la sua capacità di “utilizzare la cassetta degli attrezzi”, di eseguire determinati compiti. Quando si dà fiducia al figlio, dicendogli che “anche se non l’ha mai fatto, ce la può fare” o che “siamo sicuri che quel lavoro lo farà bene” o che “ciò che ha fatto, lo abbiamo particolarmente apprezzato”, si costruisce la sua fiducia nei propri mezzi, si infonde pian piano in lui la convinzione che è una persona capace e quindi cresce la sua sicurezza in sé stesso. Al contrario, dirgli che “tanto non ce la potrà mai fare”, che è meglio che lasci perdere perché non è capace e frasi analoghe, induce il ragazzo a non provarci nemmeno.
Invece, noi dobbiamo sempre portare il ragazzo a sperimentarsi e a mettersi alla prova: a volte è giusto lasciare che sbatta la testa sul muro per capire quanto è duro.
Il dr. Dal Cengio ha ricordato un incontro svoltosi oggi presso il Provveditorato dove è emerso una situazione difficile di alcune realtà scolastiche; si è citato frequentemente il ricorso a vigili, telecamere e canti anti-droga per fermare lo spaccio di sostanze stupefacenti nelle scuole, si è citato un numero preoccupante di suicidi e tentati suicidi, …
E’ chiaro che ricorrere a metodi repressivi, che sono attuabili per definizione ex-post, non è mai bello; sarebbe preferibile attuare metodi preventivi.
Ciò che conta è stabilire una modalità di relazione; il caso specifico può sempre assumere pieghe particolari per questa o quella circostanza, ma se abbiamo stabilito con i nostri figli una certa modalità di rapporto e soprattutto se si è instaurata una relazione davvero sincera, allora potremo dire che la persona sta crescendo e lo fa con assoluta trasparenza.
Chiediamoci se il rapporto con i nostri figli è davvero costruttivo o se invece ci sono situazioni di assenza di dialogo o di scarsa attenzione che impediscono loro di abbandonare i panni di coloro che hanno sempre bisogno della mamma per assumere invece quelli di chi sa camminare per il mondo con passo sicuro e determinazione.
Un grazie sincero al dr. Dal Cengio che ha saputo divulgare con linguaggio semplice e comprensibile alcuni degli studi che ha condotto in una ultra-ventennale esperienza nel campo delle dipendenze. Un’esposizione sulla quale molti dei genitori presenti si sono ritrovati pienamente.
A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
Per chi non ha potuto essere presente , mettiamo a disposizione la registrazione in mp3 della serata.