Prospettiva Famiglia – Scuola per Genitori
A SCUOLA SI DANNO I VOTI: COME SI VALUTANO GLI ALUNNI?
… E LE SCUOLE?
15 dicembre 2016 – Liceo “N. Copernico”
Relatori:
- Dott.ssa Laura DONA’, Dirigente tecnico MIUR dell’Uff. Scolastico Reg.le per il Veneto
Tema interessante ed intrigante quello presentato questa sera dalla dott.ssa Donà, davanti a una sessantina di persone, in maggior parte docenti e relativo alla valutazione sia degli alunni, come si è soliti pensare, ma anche dei docenti e delle scuole stesse. Dopo la presentazione del Dirigente Turri, padrone di casa che ha portato la sua esperienza di componente di un mondo che da anni si interroga sulle modalità per rendere veramente la valutazione uno strumento di miglioramento di un servizio tanto strategico e delicato quale è quello della scuola. A seguire la prof.ssa Galletta ha ripercorso il prezioso aiuto e indirizzo che la dott.ssa Donà ha dato alla nostra associazione per consentirci di migliorare sempre nel servizio che forniamo.
Poi la nostra relatrice è passata ad illustrare qual è lo scopo della valutazione, che fondamentalmente consiste nel:
- Migliorare l’apprendimento dei ragazzi;
- Dare un’idea delle modalità di acquisizione delle competenze
Da tempo il Ministero si pone la domanda di adottare un sistema di valutazione all’interno della scuola che consenta di avere un quadro realistico del livello di istruzione fornito e quindi di confrontarci coni principali Paesi a livello mondiale. Adottare un sistema di valutazione rigoroso ci permette inoltre di poter usufruire di aiuti a livello comunitario in quanto dimostriamo di poter gestire in modo scientifico l’insegnamento e la misurazione del relativo livello di qualità.
Si vuole quindi far capire che la valutazione (scartato il termine “giudizio” per le pesanti implicazioni psicologiche che comporta) fa parte degli strumenti a disposizione del docente per svolgere la sua attività di insegnamento ed è un processo, ossia non una singola fotografia istantanea, bensì un accumularsi di informazioni, pareri, notizie che devono portare l’insegnante ad inquadrare correttamente l’alunno e che ha una fase iniziale, uno svolgimento ed una fase finale, la quale ultima, tuttavia, trattandosi di un fenomeno circolare, rappresenta il nuovo punto di partenza.
Il lavoro che gli ispettori svolgono per valutare le scuole , nonostante il loro numero assolutamente esiguo, è quello di arrivare a fornire uno strumento di supporto, che consenta – soprattutto alle scuole in difficoltà –di utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione con l’obiettivo di migliorare tale livello nell’arco di un triennio. Solitamente, la pecca è che non essendo possibile con questo numero di risorse un assessment a distanza di due o tre anni per verificare se la situazione è davvero migliorata, si rischia che le indicazioni e le raccomandazioni fatte alla scuola, restino lettera morta.
Molti sono i criteri suggeriti per migliorare le valutazioni degli alunni; innanzitutto, si chiede di porre in atto momenti di condivisione fra docenti, così come il non ancorarsi alle proprie esperienze, ma adattarle o valutarle con spirito critico, tenendo conto che il mondo cambia in modo repentino.
Di questi cambiamenti, la scuola si rende immediatamente conto (si pensi alla rilevata maggior competenza digitale nelle scuole dell’infanzia), ma non sbanda alla rincorsa di un mondo che cambia, bensì – come un elefante – mantiene stabile la sua attività per non perdere di vista la sua mission principale. Con il ministro Gelmini (2008) si è reintrodotta la votazione per numeri (da 0 a 10) in quanto più comprensibili nell’immediato – secondo i sondaggi dell’epoca – rispetto alla valutazione descrittiva.
L’utilizzo di criteri comuni (per es, le prove INVALSI) consente una valutazione sempre più obiettiva dell’operato della scuola in quanto permette di confrontarla in modo oggettivo con altri Istituti( 200 scuole di analogo riferimento socio-culturale) per arrivare ad una fotografia del campione sempre più attendibile. Il RAV (Rapporto di AutoValutazione) costituisce un elemento importante per capire quanto la scuola si sa autovalutare e su quali obiettivi si concentra per migliorare i risultati scolastici degli alunni.
Si sta iniziando a valutare i Dirigenti Scolastici e i docenti sono valutati in forma indiretta con il bonus introdotto lo scorso anno scolastico. infine, una valutazione delle scuole viene condotta tenendo presenti innanzitutto gli esiti formativi, poi le pratiche educative e didattiche, quelle organizzative e gestionali non dimenticando vincoli e risorse del contesto e gli impatti sull’esterno.
Infine, nel dibattito alcuni insegnanti hanno ribadito come le variabili indipendenti “tempo” e “spazio” sono estremamente vincolanti e che vi sono classi con cui la relazione si stabilisce e altre con le quali invece tale relazione non si instaura; essendo la relazione la conditio sine qua non di ogni risultato successivo in termini di didattica e preparazione, è chiaro che con queste ultime il risultato che si riesce ad ottenere, è inevitabilmente più penalizzante.
Altre riflessioni hanno portato a segnalare che più che sulla specializzazione, il mondo del lavoro ricerca competenze di base (capacità di lavorare in team, qualità di leadership, duttilità al cambiamento, …), mentre a volte la nostra scuola sembra ancora orientata ad un insegnamento della materia che esula dallo sviluppo delle competenze.
La dott.ssa Donà ha esposto – con la competenza e la proprietà di linguaggio che la contraddistinguono – lo sforzo che il ministero sta facendo per arrivare a criteri di valutazione scientificamente provati e condivisibili in modo da dare obiettività – nei limiti del possibile – alle valutazioni date e da rendere confrontabili i vari istituti in modo omogeneo.
Criteri di confronto e di crescita che dovrebbero consentire al nostro sistema scolastico di competere con le principali potenze mondiali in termini di eccellenza scolastica, a partire dai Paesi del sud-est asiatico.
Un “grazie” sincero alla dott.ssa Donà per averci illustrato in modo semplice e chiaro quanto sia rigorosa l’azione del ministero sul tema della “valutazione” degli alunni, ma – in generale – di tutta la struttura (dirigenti, docenti e personale ATA) per poterci sempre migliorare in un’azione tanto strategica quanto delicata come quella dell’insegnamento.
E poi, diciamocelo, non serve scomodare il grande Eduardo De Filippo per sapere che “gli esami non finiscono mai” e che oggi, anche fuori dal mondo della scuola, le azioni di team building, i colloqui di miglioramento e le valutazioni sia dei sottoposti che dei nostri responsabili sono elementi fondamentali per consentire ad ognuno di capire dove sbaglia e come può migliorare come componente di una comunità, come professionista e come uomo.
A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO