Progetto di educazione alla legalità e alla cittadinanza consapevole
LA TUA GIUSTIZIA NON E’ LA MIA
Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo
24 gennaio 2017 – Liceo scientifico “G. Fracastoro”
Relatori:
- Dott. Gherardo Colombo, ex-magistrato, presidente di “Sulle Regole”
- Dott. Piercamillo Davigo, magistrato
Due “monumenti” della magistratura italiana, due amici al bar. Due colonne del pool di magistrati di “Mani pulite”, due visioni molto diverse della giustizia. Due mostri sacri dei palazzi di giustizia, due che si fanno i dispetti, interrompendosi l’un l’altro. Eppure, dietro ogni considerazione, dietro ogni intervento o ogni interruzione dell’amico-avversario, il segno di un’esperienza pluridecennale nell’ambito dell’organo giurisdizionale dello Stato, la dimostrazione tangibile di chi ha vissuto da “dentro il palazzo” l’evoluzione – se evoluzione c’è stata – della giustizia nel nostro Paese.
La grandezza di questa personaggi sta proprio nella facilità con cui trattano argomenti complessi e nella rapidità con cui trascendono la norma al caso di specie, il diritto al fatto, la dottrina alle sentenze. Eppure due visioni davvero diverse su come gestire in Italia il rispetto delle regole. Da una parte la visione di una giustizia chiara e implacabile (“la certezza della pena”) affinché si inducano i delinquenti a desistere dai loro progetti; dall’altra, invece, il concetto di una giustizia riparativa in cui si prende atto che non è con la reclusione che si risolvono i problemi, se è vero come vero che il 70% dei condannati alla reclusione, reitera il reato una volta uscito.
Difficile capire chi dei due ha ragione, quale delle due visioni può davvero risolvere i problemi atavici di una giustizia malata; a volte basta entrare in un palazzo di giustizia per rendersi conto di un mondo diverso; mentre fuori la realtà evolve a ritmi impressionanti, lì torniamo ai carrelli con i faldoni relativi a questo o quel processo; udienze che si susseguono ad altre udienze in un replay interminabile e logorante, dove le norme processuali vengono avocate ovviamente nel proprio specifico interesse, cercando di sfruttare ogni cavillo, ogni interstizio lasciato evidentemente libero dalla norma per infilarvisi e sfruttarlo a sostegno della propria tesi. Davigo che ricorda il ceffone ricevuto da bambino per aver rotto un vetro, nonostante fosse stato avvertito (funzione rieducativa della pena); il secondo ceffone ricevuto per aver detto che non l’aveva fatto apposta (differenza fra colpa e dolo).
Colombo, invece, che sostiene come unica panacea di questo male, quello di educare i ragazzi, parlarne nelle scuole, creare le basi per far crescere persone con uno spirito diverso, una personalità diversa, principi diversi. Portare avanti un lavoro che potrà dare i suoi frutti solo fra qualche anno, quando avremo generazioni cresciute ed educate al principio di offendersi di fronte a determinati comportamenti scorretti in violazione della legge (mentre oggi ne rimangono indifferenti, o peggio, approvano l’autore di tali condotte). Davigo che sottolinea l’importanza dell’art.2 della Costituzione che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona” in quanto provenienti dal diritto naturale, mentre Colombo predilige l’art.3 della Costituzione che cita che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge … “.
Davigo che racconta del macchinista che fa partire in ritardo il treno, per essere andato a mangiare e Colombo che sostiene che se facessimo come in Giappone, dove qualcuno si è suicidato per aver provocato il ritardo di qualche minuto, avremmo una strage.
Giustizia repressiva o riparativa? Avremmo carceri piene se prendessimo tutti i delinquenti o invece sarebbero vuote perché spaventati dal fatto di trovarsi di fronte ad una giustizia straordinariamente efficiente e quindi indotti a non delinquere? Su questo, Davigo riprende l’esempio dell’uso delle cinture di scurezza, cinture che – finché non è uscita la norma che le rendeva obbligatorie e con sanzione di perdita dei punti-patente – nessuno indossava.
Davvero un bel confronto dove si è accennato alla civiltà cristiano-occidentale e alla rivoluzione francese, alla civiltà greco-romana e alla mentalità dei Balcani, a Montesquieu e all’ex-ministro al dicastero dell’Istruzione Beniamino Andreatta che parlava di “studenti che si coalizzano a danno dei docenti”.
Davigo ha sottolineato la correttezza degli alunni americani che si preparano in funzione di un esame che faranno con docenti completamente nuovi a confronto con quelli di casa nostra che se possono copiano, copiano, copiano. Colombo che torna sul fatto di dire che noi tutti siamo così e se possiamo svicolare un problema o by-passare una norma lo facciamo volentieri.
Un grazie sentito a questi due grandi magistrati che ci hanno fatto l’onore di discutere davanti a noi e con noi su eventuali spunti per migliorare la professione di avvocato e la giustizia che da troppo tempo soffre dei tanti mali più volte ricordati.
I due illustri ospiti hanno saputo far trascorrere alle 400 persone presenti un paio d’ore di sagace ironia, ma su temi di grandissimo attualità, si sono scontrati amabilmente sul modo di fare giustizia nel nostro Paese ed hanno ammesso che Mani pulite non è riuscito ad ottenere risultati accettabili nel medio periodo, ancorché avesse aperto le speranze di molti ad un periodo nuovo sul piano della correttezza dei pubblici amministratori e sul rigore con cui si affrontavano i reati contro il patrimonio.
Ad oggi molti reati gravi rimangono impunti e ciò, secondo Davigo, rappresenta purtroppo un ottimo stimolatore al compimento di nuovi reati; Colombo invece continua a profetizzare la necessità di parlare con i ragazzi, di educarli ad odiare il malcostume e la corruzione, reati di cui in Italia deteniamo un triste primato.
Grazie ancora a questi due “lùmbard” per la pragmaticità, la competenza e la simpatia che ci hanno dimostrato; sperando sempre di ripetere una serata altrettanto bella e coinvolgente e che la giustizia in Italia prenda prima o poi la china giusta per dare soddisfazione a chi chiede giustizia e a chi la amministra.
Cordiali saluti.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
Scarica qui la presentazione della serata, fatta dalla Dott.sa Stefania Zivelonghi
Per chi non ha potuto essere presente , mettiamo a disposizione la registrazione in mp3 della serata.