Prospettiva Famiglia – ambito “Incontri con l’autore”
LA BAMBINA E IL SOGNATORE
DACIA MARAINI
9 febbraio 2017 – I.T.E.S. “Aldo Pasoli”
Relatrice:
- Dacia MARAINI, scrittrice, poetessa, saggista, sceneggiatrice e drammaturga
In collaborazione con l’Associazione “Isolina e …”, con il prezioso aiuto della libreria “Jolly del libro” ed il supporto altrettanto prezioso del pool di scuole “Scuola e Territorio: Educare insieme” siamo riusciti a riavere qui a Verona – a distanza di un paio di mesi dal bellissimo incontro in Gran Guardia con circa 700 studenti del 25 novembre scorso – una figura di spicco di questo e dello scorso secolo. Donna dalla cultura sconfinata, Dacia Maraini ci ha parlato dell’importanza della lettura e della scrittura. La lettura come stimolo all’immaginazione, come spinta a lasciar volare il pensiero, come arricchimento personale e spirituale perché si fanno proprie le storie che si leggono, ma ognuno – pur leggendo lo stesso libro – si è costruito una storia diversa, legata al proprio vissuto e alle proprie qualità. Nel dialogo con i giovani, la Maraini ha invitato a scrivere, scrivere, scrivere; a proporre i propri scritti a chi li possa giudicare in modo obiettivo e disinteressato e non ad amici, genitori e parenti, i quali non potrebbero essere lucidi e obiettivi. La Maraini ci ha ricordato quanto sia importante un uso corretto della nostra bellissima lingua e quindi è essenziale non farci trascinare verso il basso dalla tecnologia, che tutto zavorra e tutto appiattisce; di mantenere sempre un’impostazione attiva della nostra vita intesa come voglia di affrontare un libro e non invece a forme di passatempo passive: è molto più facile accendere la TV e spegnere contestualmente il cervello, che non affrontare attivamente un libro, sforzarsi di trovare in esso una morale o semplicemente una storia degna di essere raccontata.
Dacia ricorda che il “sognatore” del suo libro è straordinario, è un insegnante capace di accendere la curiosità nei ragazzi, capace di trasformare una lezione di matematica in un viaggio di Giulio Verne, ma è anche colui che applica la maieutica e quindi porta i suoi alunni a trovare da soli, seppur aiutati e guidati, le risposte ai temi che la vita ci pone.
Una lunga e piacevole chiacchierata con la giornalista Galetto, parlando della condizione femminile, specie in Italia, dove i cambiamenti e l’emancipazione femminile sono forse avvenuti troppo rapidamente e dove gli uomini più deboli mentalmente sono quelli che talvolta arrivano a commettere i gesti più insani (omicidi e suicidi). La Maraini ha invitato a non considerare il femminicidio solo una violenza verso la donna, ma ha voluto precisare che ciò che va sottolineata è qualunque violenza verso i deboli, siano essi donne o persone disagiate e che la debolezza – contrariamente a quanto purtroppo avviene – non va mai umiliata, né sopraffatta. La Maraini ha invitato a leggere un libro che ci piace; “è civilizzato il Paese che legge di più e non quello che guarda più televisione”. Rispondendo alle domande del pubblico, la Maraini ha precisato che ci sono periodi in cui non riusciamo ad affrontare un certo testo, ma poi quel momento arriva. La scrittrice di La lunga vita di Marianna Ucria ha ribadito quanto sia importante la lettura dei giovani, stimolarli a sviluppare l’immaginazione e a cimentarsi con letture dapprima facili e leggére prima di passare a quelle un po’ più impegnative. Il “sognatore” del suo ultimo libro vaga alla ricerca della figlia perduta esattamente come Orfeo vaga negli inferi alla ricerca dell’amata Euridice, ma quando esce è destinato a tornare da solo e a non poter riportare con sé colei che è morta.
E’ poi partito il dialogo con i giovani per capire se leggono e cosa leggono; lei ha cercato di evidenziare come vi siano elementi che accomunano anche persone di età tanto diversa come lei e i ragazzi presenti (per es, l’apprezzamento per lo stesso libro) ed ha sostenuto che i movimenti di popolo sono per definizione inarrestabili. Non vi sono muri, né barriere che possano fermare intere popolazioni in fuga dalla fame o dalle guerre. Noi Italiani abbiamo avuto nel secolo scorso la bellezza di due milioni di emigrati nei vari angoli della Terra, quindi sappiamo benissimo cosa vuol dire emigrare, entrare a far parte di società nuove e diverse, con cultura e tradizioni ben lontane dalle nostre.
Ha ricordato come, nei secoli, le popolazioni abbiano sempre pensato prioritariamente a riprodursi, evitando i rischi di estinzione; per garantire il perpetuarsi dei popoli, è sempre stato sottolineato l’eros maschile quale aspetto prioritario per poter garantire le nuove nascite e quindi la continuazione di quella civiltà o di quel popolo. Le civiltà hanno dimostrato la maggiore violenza verso gli omosessuali solo quando era più alto il timore di estinzione per mancanza di figli; violenze e ingiustizie che scemavano clamorosamente quando invece la specie non correva questo pericolo.
Attenzione alla pigrizia mentale e alla mancanza di grinta e di iniziativa nei giovani perché in queste condizioni viene meno la sperimentazione delle emozioni, si tende ad appiattirsi e a non vivere le emozioni e i sentimenti, che invece tanta parte hanno nella nostra vita. I giovani devono essere indotti a vivere (non a bruciare) queste emozioni perché le emozioni e i sentimenti sono il sale dell’esistenza terrena. L’adozione delle tecnologie uccide la nostra vitalità e la nostra fantasia: a maggior ragione, quindi, usiamo con ragionevolezza la tecnologia che ci circonda, per darci invece la gioia di mantenere il cervello allenato anche nei calcoli più elementari.
La lucidità di ragionamento, la ricchezza verbale, l’ampiezza delle conoscenze di questa donna devono essere un esempio per tutti noi; la ringraziamo quindi di averci dedicato questa serata, che ha avuto anche l’obiettivo di avvicinare i giovani e gli adulti alla lettura, come esperienza di arricchimento e di stimolo della nostra fantasia. In un’epoca in cui abbiamo esaltato ciò che è concreto e tangibile, viva il volo libero dell’immaginazione perché abbiamo tutti bisogno di dare spazio al bambino che c’è dentro di noi e che troppe volte releghiamo negli angoli più reconditi della nostra coscienza e del nostro comportamento.
Grazie Dacia.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO