CENTRO TOMMASOLI. Il 7 marzo il reading del poemetto di Silveria Gonzato Passarelli
Isolina, «Adige rosso sangue»
Il reading del poemetto «Isolina Canuti» di Silveria Gonzato Passarelli in occasione della Giornata della donna. La recita, «Adige rosso sangue», organizzata dalla Sesta Circoscrizione e il gruppo teatrale I Dialettanti Veronesi, in collaborazione con il Gruppo PiEffe – Prospettiva famiglia, è in programma il 7 marzo alle 18 nella sala conferenze del Centro Tommasoli di via Perini. La declamazione dei versi sarà curata da Laura Bellin, Luisa Benvenuti, Anna Bolzonaro, Laura Ferrari, Luciana Marconcini, Laura Martelli e Marisa Zordan. Interventi canori di Giuseppe Passarelli e accompagnamento alla chitarra di Roberto Rezzadore.La locandina che pubblicizza l’evento propone l’Adige colorato di «rosso sangue». Sì, perché il poemetto «Isolina Canuti» di Silveria Gonzato Passarelli si rifà a un tragico e cruento fatto di cronaca avvenuto in riva al fiume il 16 gennaio del 1900. Verso le 7 di quella fredda mattina due lavandaie rinvengono nelle acque gelide dell’Adige un sacco che contiene il corpo sezionato di una ragazza. Più tardi si saprà che è quello della diciannovenne Isolina Canuti. Per la sua morte dovuta a un aborto mal riuscito, viene accusato un ufficiale dell’esercito, il tenente degli alpini Carlo Trivulzio di 25 anni, già amante della vittima.Quel delitto ha inizialmente una grande eco anche a livello nazionale, arrivando fino alle aule di Montecitorio. Ma successivamente, forse proprio perché il giovane accusato appartiene all’esercito, viene insabbiato e, come uno dei panni sporchi portati al fiume dalle lavandaie veronesi, si deve lavare solo in casa. La trasposizione teatrale di Gonzato, in lingua italiana, con inserimenti di parti dialettali, riprende la storia dall’omonimo romanzo-inchiesta della scrittrice Dacia Maraini. Sul tema della violenza contro le donne Gonzato ha scritto anche «Isabella Morra», testo dedicato alla poetessa cinquecentesca di Valsinni, in provincia di Matera, trucidata a soli 26 anni dai propri fratelli con l’accusa di infangare l’onore della famiglia. Queste due opere già pubblicate dall’editore Bonaccorso e una terza prossima ad apparire in libreria dedicata a Beatrice Cenci, nobildonna romana di fine 1500 condannata a morte per aver organizzato l’uccisione del proprio padre che l’aveva a lungo maltrattata e, probabilmente, anche violentata, compongono una trilogia dedicata alle donne e raccolta sotto il titolo «Figlie di Eva».