ADOLESCENZA. Riflessioni e consigli del celebre psichiatra e saggista al Teatro Alcione
«La nostra fragilità non sia una debolezza»
Elisa Innocenti
Vittorino Andreoli si è rivolto ai genitori e ai figli: «Accantonate l´io e ragionate con il noi, cercate di stare assieme come un´orchestra»
domenica 10 novembre 2013 CRONACA, pagina 15
L´elogio della fragilità, intesa come condizione propria dell´essere umano, che quasi lo definisce in quanto tale. Vittorino Andreoli ha cercato, venerdì sera, di spiegare alla folla di genitori intervenuti al teatro Alcione di Borgo Santa Croce come educare i figli ad accettare i loro limiti. L´incontro, organizzato dalla Scuola per genitori di Prospettiva famiglia, fa parte di un ciclo dedicato all´educare alla comunicazione.
Questa volta si è parlato di relazioni familiari, nel prossimo incontro, giovedì 14 novembre al Centro Tommasoli, si affronteranno invece quelle scolastiche, insieme al professor Francesco Dell´Oro. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero, grazie all´impegno dei tanti professionisti che volontariamente dedicano il proprio tempo alle iniziative di Prospettiva Famiglia, per aiutare i genitori e i ragazzi nel loro percorso.
“I nostri incontri sono sempre più partecipati”, assicura Daniela Galletta, responsabile della Scuola per genitori, “segno che ce n´è bisogno, che i genitori avvertono l´esigenza di essere consigliati nel crescere i loro figli”. Che non devono essere educati al mito del potere, secondo Andreoli. “La società è cambiata”, ha spiegato il noto psichiatra e saggista veronese, “non ha senso paragonare l´educazione di una volta a quella di oggi. Vogliamo che i nostri figli siano sempre i migliori e per farlo li riempiamo di oggetti superflui, dimenticando invece magari di parlare con loro. Non bisogna vedere la fragilità come una debolezza”, insiste lo psichiatra, “neanche la nostra, che anzi non dobbiamo aver paura di mostrare ai nostri figli. Facciamogli vedere che abbiamo voglia di stare con loro, che abbiamo bisogno di loro, perché nessun essere umano vuole stare solo”. Una famiglia, per Andreoli, deve essere come un´orchestra in cui tutti gli strumenti lavorano per un obbiettivo comune. “Bisogna passare dall´io al noi, per creare un´armonia con magari un direttore d´orchestra che dirige”, spiega Andreoli che poi torna a insistere sul tema del potere, “il futuro è incerto, che senso ha educare i figli alla ricerca della ricchezza, che è strettamente legata al desiderio di potere, perché si pensa di valere in base ai soldi che si hanno”. Le difficoltà nell´instaurare un dialogo con i propri figli aumentano durante la loro adolescenza, che è sempre un periodo difficile, anche quando non ci sono patologie. “Le adolescenze difficili esistono, ma non dobbiamo farne un dramma, né considerare l´adolescente sempre come un problema o come un costo, come invece sento dire da tanti”, spiega lo psichiatra. “E´ assolutamente normale che nella fase di adolescenza ci siano degli scontri, l´adolescente cambia il suo modo di vedere e sta costruendosi una personalità, è normale che nel fare questo possa fare degli errori e magari vedere un brufolo come un problema insormontabile, ma ciò nonostante dobbiamo dirgli che noi ci siamo, che anche se ci fa soffrire siamo lì ad offrirgli l´affetto di cui ha bisogno. Bisogna aprirsi”, conclude Andreoli, “fare quei piccoli gesti che dimostrano ai figli che si ha voglia di stare con loro. Le due fragilità devono comunicare mostrandosi”. Tutti i prossimi appuntamenti e le iniziative di Prospettiva Famiglia possono essere consultati sul sito www.prospettivafamiglia.it.
Questa volta si è parlato di relazioni familiari, nel prossimo incontro, giovedì 14 novembre al Centro Tommasoli, si affronteranno invece quelle scolastiche, insieme al professor Francesco Dell´Oro. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso libero, grazie all´impegno dei tanti professionisti che volontariamente dedicano il proprio tempo alle iniziative di Prospettiva Famiglia, per aiutare i genitori e i ragazzi nel loro percorso.
“I nostri incontri sono sempre più partecipati”, assicura Daniela Galletta, responsabile della Scuola per genitori, “segno che ce n´è bisogno, che i genitori avvertono l´esigenza di essere consigliati nel crescere i loro figli”. Che non devono essere educati al mito del potere, secondo Andreoli. “La società è cambiata”, ha spiegato il noto psichiatra e saggista veronese, “non ha senso paragonare l´educazione di una volta a quella di oggi. Vogliamo che i nostri figli siano sempre i migliori e per farlo li riempiamo di oggetti superflui, dimenticando invece magari di parlare con loro. Non bisogna vedere la fragilità come una debolezza”, insiste lo psichiatra, “neanche la nostra, che anzi non dobbiamo aver paura di mostrare ai nostri figli. Facciamogli vedere che abbiamo voglia di stare con loro, che abbiamo bisogno di loro, perché nessun essere umano vuole stare solo”. Una famiglia, per Andreoli, deve essere come un´orchestra in cui tutti gli strumenti lavorano per un obbiettivo comune. “Bisogna passare dall´io al noi, per creare un´armonia con magari un direttore d´orchestra che dirige”, spiega Andreoli che poi torna a insistere sul tema del potere, “il futuro è incerto, che senso ha educare i figli alla ricerca della ricchezza, che è strettamente legata al desiderio di potere, perché si pensa di valere in base ai soldi che si hanno”. Le difficoltà nell´instaurare un dialogo con i propri figli aumentano durante la loro adolescenza, che è sempre un periodo difficile, anche quando non ci sono patologie. “Le adolescenze difficili esistono, ma non dobbiamo farne un dramma, né considerare l´adolescente sempre come un problema o come un costo, come invece sento dire da tanti”, spiega lo psichiatra. “E´ assolutamente normale che nella fase di adolescenza ci siano degli scontri, l´adolescente cambia il suo modo di vedere e sta costruendosi una personalità, è normale che nel fare questo possa fare degli errori e magari vedere un brufolo come un problema insormontabile, ma ciò nonostante dobbiamo dirgli che noi ci siamo, che anche se ci fa soffrire siamo lì ad offrirgli l´affetto di cui ha bisogno. Bisogna aprirsi”, conclude Andreoli, “fare quei piccoli gesti che dimostrano ai figli che si ha voglia di stare con loro. Le due fragilità devono comunicare mostrandosi”. Tutti i prossimi appuntamenti e le iniziative di Prospettiva Famiglia possono essere consultati sul sito www.prospettivafamiglia.it.