Un saluto alle Famiglie
Buongiorno a tutti.
Ho preso con entusiasmo la guida di questo bellissimo gruppo di Prospettiva Famiglia dalle mani dell’amico Alberto Tosi, che ha guidato questa creatura fino ad oggi; un lavoro importante, grazie ad un gruppo di persone eccellenti, animate dal sacro fuoco di voler costruire famiglie sane e creare dunque le premesse per generazioni migliori.
Martin Luther King diceva “I’ve a dream” (io ho un sogno); bene, anche noi ce l’abbiamo; vogliamo instillare nelle famiglie che ci seguono il desiderio di essere genitori migliori, il desiderio di volersi migliorare nel ruolo più difficile del mondo, vogliamo che ci sia la consapevolezza che il nostro patrimonio migliore sta nei nostri figli.
Nei nostri incontri vogliamo gettare degli spunti, che speriamo i genitori raccolgano; desideriamo che si pongano delle domande e provino ad applicare alcuni suggerimenti per migliorare i rapporti in famiglia e creare quell’humus che è la base per far nascere piante forti e sane. Siamo convinti che un genitore che si pone determinate domande sia già a metà dell’opera, se poi riuscirà anche a mettere in pratica determinate regole di comportamento e di relazione con gli altri componenti del nucleo, potrà ottenere risultati concreti. E ciò che più ci dà coraggio è che i risultati concreti di una famiglia si trasmettono – come un contagio benefico – alle altre, tramite i ragazzi che si frequentano o tramite i rapporti interfamiliari o tramite i nostri normali rapporti con le persone della comunità.
L’osmosi fra una famiglia e le altre è sempre presente e lo è, purtroppo, sia nel bene e sia nel male. Preoccuparci della nostra famiglia è quindi un po’ preoccuparci della nostra società, ossia di coloro con cui non potremo non interagire nella nostra vita sociale. Migliori saranno i nostri figli e migliori saranno – probabilmente – i nostri vicini di domani , i nostri amministratori e tutti i nostri interlocutori.
E’ una sfida che non vogliamo perdere, è una sfida che non possiamo permetterci il lusso di perdere.
Un caro abbraccio a tutti.
Paolo STEFANO