Verona 13 ottobre,, ore 9.00.. L’aula magna dell’ITES “ A. Pasoli ” è gremita di studenti , non solo dell’istituto , ma anche di altre scuole secondarie,, sia di I che di II grado,, di Verona e provincia .
Perché questo affollamento?
Per un incontro unico , introdotto dall’organizzatrice, prof.ssa Daniela Galletta,, e dalle maggiori autorità locali,, con un personaggio simbolo di un “Noi”: Don Luigi Ciotti , fondatore e voce di LIBERA . Come la definisce lui,, si tratta di un’associazione di organizzazioni , circa 1600,, sostenuta da moltissimi cittadini e operante in particolare , nel campo della lotta contro le mafie..
A i cinquecento ragazzi presenti , Don Ciotti inizia col porre in evidenza l’importanza di continuare in modo serio e costante il percorso intrapreso con l’inaugurazione del presidio di LIBERA il 5 giugno scorso . Afferma la necessità educativa di far crescere dei cittadini responsabili non “ad intermittenza ” , bensì sempre consapevoli delle proprie azioni,, poiché , continua,, “nessuno di noi è necessario o insostituibile,, ma ognuno al mondo ha la propria responsabilità”” ogni giorno,, anche nelle situazioni o nei gesti apparentemente più banali .
Poi si rivolge agli educatori presenti , ai quali consiglia di n on abusare del termine legalità , che , se non lo “ si riempie di vita ”,, troppo spesso rischia di rimanere a livello astratto . Legalità , infatti,, indica rispetto e pratica delle leggi,, dunque,, in quanto tale,, è lo strumento indispensabile a l servizio della giustizia.. Non è l’obiettivo , a cui tendere,, ma la via che ci permette d i arrivare al vero scopo,, la giustizia , appunto . La parola legalità , invece,, viene utilizzata,, specie negli ultimi anni,, quando se ne sent e il bisogno,, mentre il resto del tempo ci si dimentica della sua esistenza .
Questo non deve più accadere..
Altri aspetti importante che Don Ciotti ricorda con determinazione sono che non esiste legalità senza uguaglianza , derivandone il passaggio dalla responsabilità alla corresponsabilità,, e che occorre combattere la piaga del l’omertà,, atteggiamento che “uccide la verità e la speranza””.. Noi tutti dobbiamo essere persone in grado di “distinguere per non confondere” e , soprattutto , di parlare , se riteniamo scorretto ciò che vediamo . Difatti,, egli afferma che il male non è rappresentato solo da colui che uccide,, ma anche da tutti coloro che osservano e lasciano compiere azioni pur ritenendole ingiuste , poiché non hanno la forza di parlare . Avere il coraggio di opporsi ad un atto coruttivo e sleale – chiarisce – non significa compiere eroismi,, ma operare nel proprio piccolo per dare il via a u n cambiamento di cui noi dobbiamo essere parte.. Il fondatore di L IBERA incita quindi i ragazzi pre senti a vivere secondo il valore di “cercar e e non solo trovare””,, poiché i nostri mezzi per dare una svolta a l diffuso fenomeno della criminalità sono la cultura e la conoscenza..
Ultimo,, ma non meno importante impegno di corresponsabilità,, è quello di sostenere il va lore di una Memoria non retorica o astratta , al contrario,, viva e concreta.. Per promuovere tutto questo,, già ventun anni fa,, grazie a Don L.. Ciotti , è stata istituita la “Giornata della memoria e del ricordo”, con la quale si intende affermare l’importanza di non dimenticare tutti i nomi delle vittime innocenti di mafia a cui dobbiamo la dignità dell’Italia intera..
Allora,, si può vincere la mafia?? “Io credo di sì” risponde Don Ciotti con forza , a condizione che ognuno faccia la propria parte , senza cadere nell’indifferenza,, terribile malattia che infetta la società..
A tutti i giovani partecipanti all’incontro con il fondatore di LIBERA,, dopo tre ore di continue domande e risposte,, resta una ferma promessa,, gridata dall’ospite,, straordinario sim bolo del “Noi”:
“ prenderci la responsabilità di quello che facciamo , ma anche di quello che non facciamo.. Dobbiamo avere la voglia di conoscere e sapere sempre più cose.. Dobbiamo avere il coraggio e l’umiltà di dire no alle ingiustizie”” .
Classe 3^ ARIM,, ITES A.. Pasoli