LE DODICI BARRIERE DELLA COMUNICAZIONE
Identificare gli atteggiamenti che caratterizzano il non-ascolto e non favoriscono il flusso comunicativo
Dott.ssa Antonella Elena Rossi
Giovedì 23 novembre 2017, ore 20.30
Grande affluenza di pubblico giovedì 23 novembre alle ore 20.30 al Liceo Fracastoro per l’ennesimo appuntamento con gli incontri formativi della rassegna proposti dal Comitato Genitori per la stagione 2017 con la collaborazione di Prospettiva Famiglia.
La Dottoressa Rossi è tornata a parlare di comunicazione e di ascolto attivo, coinvolgendo in forma partecipativa ragazzi e genitori in una ricca dialettica di scambi: in un rimbalzare di domande e storie personali, di provocazioni e possibili suggerimenti operativi, si è parlato di comunicazione attenta e consapevole esplorando il valore della dimensione dell’ascolto.
Il richiamo è al metodo Gordon che mette in luce ben 12 barriere alla comunicazione, atteggiamenti che caratterizzano il non ascolto e che in un certo senso limitano il potenziale della comunicazione.
Ordinare, minacciare, fare la morale, dare soluzioni già pronte, persuadere con argomentazioni logiche, ma anche giudicare, umiliare, interpretare silenzi o non detti, indagare, essere eccessivamente protettivi e approvare immeritatamente, o all’opposto minimizzare o cambiare argomento, tutte queste sono azioni limitanti che hanno il potenziale di avvelenare i rapporti creando nel contempo distanze difficili da azzerare.
Si è parlato anche di silenzi sani, da intendere come forma comunicativa altrettanto valida ed espressiva, tipica di un’età in cui si cercano margini di indipendenza e autonomia decisionale, per dare forma alla propria identità al di fuori del guscio famigliare. Laddove per un figlio la centralità degli interessi cambia, includendo la cerchia di amicizie che diventa polo di riferimento esterno.
Per avviarci verso una comunicazione efficace sempre Gordon ci viene incontro proponendo il metodo senza perdenti; la strategia prevede che le parti che agiscono il conflitto possano collaborare tra di loro e contribuire alla sua risoluzione, trovando una proposta che possa essere accettabile per entrambe, dove nessuna delle due parti debba subire il potere e l’autorità dell’altra.
In aggiunta, la tecnica del messaggio io: attraverso il confronto si condividono quelli che si reputano atteggiamenti inaccettabili e con semplicità si comunica all’altro come ci si sente in un determinato momento, evitando così atteggiamenti di difesa che interferiscono nella comunicazione.
Infine il concetto della giusta distanza, intesa come atteggiamento genitoriale maturo e misurato nella creazione di uno spazio comunicativo da regolamentare e da aggiustare per aiutare il ragazzo a crescere; un terreno di confronto in cui il dialogo non sia forzato o indotto ma che, al contrario, lasci affiorare il bisogno di raccontarsi e, magari, l’emergere di domande inattese.
Raffaella Finato