Incontro di formazione ITES Pasoli del 16 gennaio 2017 – RELAZIONE
In data odierna, presso l’Ites Pasoli, alla presenza di una ottantina di docenti, essenzialmente della Rete, si è tenuto Il secondo Incontro di aggiornamento guidato da Laura Donà, Dirigente tecnico Usr per il Veneto:
“Le relazioni a scuola con le componenti interne: i rapporti tra docenti, ATA e con la dirigenza”.
Dopo un momento di confronto e condivisione tra docenti, durante il quale ogni sottogruppo è riuscito a dare voce ad esperienze, esprimendo le criticità relazionali, come pure gli aspetti positivi presenti in ciascun contesto scolastico, la Dott.ssa Donà ha sottolineato la delicatezza della gestione dei ruoli tra la Dirigenza e i docenti, tra il personale Ata e gli insegnanti, uno dei segmenti meno trattati.
Risulta necessario attivare una forma di reciprocità e di ascolto nelle relazioni, anche per- ché le forme di chiusura spesso possono dar luogo ad un percepito svalorizzante. Rispetto a personale disfunzionante è stato ribadito che una struttura democratica, come è configurata la scuola italiana, tratta con molta delicatezza anche coloro che svolgono prestazioni inadeguate o poco efficaci secondo una logica orientata più al supporto che all’esclusione. Ciò comporta spesso la convivenza con professionalità meno adeguate da cui si pos- sono comprendere alcune criticità presentate dai sottogruppi.
La scuola come luogo di relazioni presenta una struttura che si caratterizza come apparato, con caratteristiche precise come la formalità, legalità e gerarchia, come sistema con le relazioni, il dinamismo e la trasparenza.
La logica di apparato dà sicurezza a chi la vive.
Nel contesto dell’istituzione scolastica, abbiamo convivente una dimensione istituzionale ed una sistemica. La prima prevede un personale interno con ruoli definiti contrattualizzati e personale esterno; quella sistemica prevede figure con ruoli funzionali e organizzativi e figure esterne con ruoli di rappresentanza.
Le componenti interne che ci interessano sono i docenti, ata, la dirigenza ed esterni. L’individuo in ogni campo della vita e delle professioni si muove come corpo e mente per realizzare un progetto di vita, personale , relazionale e professionale.
Sono presenti progetti ideali (quello che vorrei o avrei voluto essere ) e reali ( quello che sono); impliciti , poco conosciuti anche da sè che portano a negare ciò che gli altri vedono, ed espliciti, definiti e agganciati alla dimensione reale.
Interessante è interagire nelle relazioni con gli altri per poter meglio conoscersi e far conoscere ciò che si è.
Nella dimensione relazionale tra pari, oggetto di questo incontro, è opportuno ripercorre- re come avviene l’apprendimento degli adulti perché ciò ci permette di comprendere meglio cosa succede nei gruppi di lavoro a scuola.
Tra adulti si apprendono continuamente le conoscenze e abilità che si accumulano durante la vita, l’interscambio con l’ambiente accresce le competenze personali; si apprende in continuazione e si capitalizza ciò che si apprende se si utilizzano le competenze.
Nella scuola dell’infanzia e primaria talvolta ci sono più dinamiche competitive per la parità di ruolo generalista dei docenti, a differenza della scuola secondaria di 1 e 2 grado in
cui la specifica disciplina di insegnamento fa sì che ogni docente abbia riconosciuta una propria competenza.
Chi fa esperienze in più realtà diversificate, ossia in diversi gradi scolastici, è arricchito costantemente. Analogamente sperimentare cambi di ruolo negli anni arricchisce (per es. essere Referente di un progetto consente in molti casi di affinare competenze, sviluppare delle risorse, diventando progressivamente anche esperti per quel particolare segmento professionale).
Se non investo nell’ambiente che vivo, non apprendo niente. La scuola che si mette a nuovo è sana e cerca di accogliere al meglio l’utenza.
Quali sono le preoccupazioni dominanti nella propria esperienza di vita dagli studi di orientamento psicosociale? Orientare la propria vita, concentrare la propria energia, affermarsi, concentrarsi e cambiare ruolo, disimpegnarsi e realizzare il disimpegno. Il disimpegno non significa derubricare, nella scuola è difficile talvolta elaborare una buona separazione e molti sono gli esempi di coloro che anche se in quiescenza mantengono incarichi e faticano a disinteressarsi di scuola… , in realtà occorre lavorare con una propria preparazione anche al delicato momento della separazione. Allontanarsi dal mondo scolastico non è facile, chi riesce spesso occorre si sia realizzato un lavoro interno per disimpegnarsi.
Come si apprende quindi? Quali sono i modelli in età adulta? Si apprende attraverso l’esperienza riflessa, l’identificazione proiettiva, adesiva, raccattando idee, comportamenti ed atteggiamenti, collezionando in forma ossessiva pratiche, comportamenti e sottomet- tendosi ad un persecutore.
Le relazioni generali con più soggetti sono di tipo verticale od orizzontale, già citate la scorsa volta. Le componenti interne, la gestione delle comunicazioni, i tipi di comunicazione sono di tipo formale ed informale. Talvolta “il corridoio” agevola il formale.
Esistono quindi due modelli, se ci riferiamo agli studi sui contesti aziendali: il 1 si può denominare push, l’altro pull , il primo rimanda alla scuola apparato (es. circolari… ), è adottabile in alcuni casi, è indispensabile per le regole, risulta poco rispondente alle nuove esigenze formative, il secondo è più recente e richiama processi innovativi perchè genera un processo mentale attivo nella ricerca dell’informazione.
In generale si può quindi concludere che l’intreccio comunicativo è di tipo istituzionale, avviene con personale interno ed esterno e sistemico con figure interne ed esterne. Si è concluso con una slide di sintesi che riportava la seguente frase:”Il comunicare quindi non è mandare un messaggio, ma accertarsi che arrivi”.
La Coordinatrice
Prof.ssa Daniela Galletta