Progetto Educazione alla Legalità e Cittadinanza consapevole
“Il legno storto della giustizia”
Incontro con gli autori
GHERARDO COLOMBO e GUSTAVO ZAGREBELSKY
26 gennaio 2018 – Teatro Alcione
- Relatori:
- Gherardo COLOMBO, giudice e Presidente dell’Ass. Sulle Regole
- Gustavo ZAGREBELSKY, presidente emerito della Corte Costituzionale
Pubblico delle grandi occasioni stasera al Teatro Alcione per assistere a due luminari del diritto, confrontarsi e interrogarsi sul tema della giustizia; un tema che è diventato l’argomento centrale del loro libro, appena uscito, nel quale corruzione, potere e legalità si intrecciano in un dialogo appassionante sui vizi della nostra democrazia. Moltissimi i ragazzi intervenuti, ma anche molti adulti per imparare che un vero cittadino è tale quando affronta i temi della società in cui vive e porta la propria opinione e la propria esperienza nel tentativo di trovare una soluzione che vada a vantaggio di tutti.
Dopo i saluti dell’Assessore alla Trasparenza, dr.ssa Edimaria Neri, ha preso la parola il parroco don Gianluca, che ha ricordato come questa serata si inserisca nell’ambito delle manifestazioni per il 130° anniversario della morte di don Bosco. Il parroco ha voluto sottolineare il ruolo che il cristiano ha nel tutelare in ogni modo la giustizia ed ha ricordato l’opera di don Giovanni Bosco che sosteneva l’importanza di una formazione spirituale tramite la preghiera e di una formazione umana e terrena, con lo studio e l’apprendimento di lavori e mansioni. Egli ha citato uno dei primi elementi storici che parlano di giustizia e precisamente la “Lettera a Diogneto”.
Poi la prof.ssa Galletta ha citato i numeri di questa stagione giunta al giro di boa; numeri che ci inorgogliscono: basti citare i 36 incontri fatti in 4 mesi e i 9 sportelli (gratuiti) di consulenza attivati nel frattempo. Di questo ringraziamo tutti coloro, popolazione e istituzioni che collaborano con noi in un’attività di puro e gratuito volontariato. Un breve saluto anche da parte del dirigente scolastico del Liceo Maffei, prof. Fattore, che ha ringraziato i due protagonisti, ringraziandoli per la prospettiva ontologica che hanno dato nel loro libro al fenomeno corruttivo. Infine, la dr.ssa Zivelonghi è passata alla presentazione dei due relatori, riconoscendone il prestigio e la statura morale e ricordando ancora una volta quanto il fenomeno della corruzione sia pericoloso e costoso per la nostra società. Il 31 gennaio 2018, ricordava la dr.ssa Zivelonghi, scadrà il termine per la pubblicazione della Relazione annuale da parte dei Responsabili della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza. Normative, strutture e risorse pubbliche che potrebbero ben altrimenti essere impegnate, se non ci fosse questo cancro tanto pericoloso quanto invasivo. L’indice di percezione della corruzione – il fenomeno è per sua natura occulto e quindi se ne può misurare solo la percezione – altrimenti noto come CPI (Corruption Perception Index) pone l’Italia al 60° posto del triste ranking mondiale, seguiti in Europa solo da Grecia e Romania. Infine, i due relatori hanno preso posto sul palco, insieme a 10 ragazzi del Liceo Maffei, l’istituto che ha guidato l’organizzazione di questo incontro e a cui vanno i nostri ringraziamenti, a partire dal dirigente Fattore per passare ai docenti e via via fino ai ragazzi che con acume si sono confrontati con i nostri due ospiti.
Gustavo Zagrebelsky ha preso spunto dalla nota del nostro parroco sulla “Lettera a Diogneto”, una lettera dove si dice che “l’uomo è nel mondo, ma non è del mondo”; in sostanza, l’uomo come soggetto che vive in questo mondo, ne fa parte integrante e ne è protagonista, ma che non si lascia soggiogare dai vizi del mondo. E quali sono questi tre grandi “vizi”? Sono sicuramente i figli della “neoplexia” o smodatezza, ossia ricchezza, potere e fama. Ci si rifa, sostanzialmente, alle tentazioni a cui il diavolo sottopone Cristo nel deserto, cercando di allettarlo prima con i beni materiali o ricchezza (“se trasformerai in pane le pietre roventi del deserto”), poi con il potere (“avrai il potere su tutte le città ed il Creato”) ed infine con la fama o visibilità (“se ti getterai dal pinnacolo del tempio, gli angeli ti sorreggeranno …”). Al termine di questa tentazione, in effetti, la Bibbia segnala che “il diavolo avendo terminato ogni tentazione, si allontanò per ritornare al tempo fissato”.
Ebbene dice Zagrebelsky, poiché se ci guardiamo attorno vediamo davvero molta gente che viene attratta da questi tre elementi (ricchezza, potere e fama), siamo proprio sicuri che non sia arrivato il “tempo fissato” di cui parla la Bibbia? Zagrebelsky ci ricorda che la vita merita di essere spesa per ben altri obiettivi: ci sono moltissime belle cose della vita che possiamo e dobbiamo fare, anche se non portano necessariamente nessuno dei tre elementi sopracitati. Possiamo imparare a suonare o a leggere o a produrre idee nuove insieme agli altri , anche se non portano ricchezza o tantomeno potere o visibilità. Possiamo e dobbiamo coltivare le nostre qualità e metterle a disposizione degli altri perché le generazioni vanno educate per non ripetere l’errore della corruzione. In sostanza, ciò che è dirimente è la misura: cercare beni materiali o il potere o la fama non sono di per sé esecrabili, ma lo diventano quando la misura viene superata e quando sono loro tre ad impadronirsi di noi e non viceversa. Cercare di avere dei beni materiali è in sé un obiettivo sacrosanto; non lo è più quando si pretende di accaparrarne una quantità che supera di gran lunga il nostro fabbisogno. Anche per il potere è importante che ciascuno di noi abbia una sua personalità e ha tutto il diritto di lasciare una traccia della sua esistenza in questo mondo, ma anche qui l’importante è non pretendere di imporsi con la forza o con l’inganno e al solo scopo di imporre la propria volontà sugli altri; infine, anche un po’ di visibilità è un elemento positivo che collabora alla definizione della propria identità e della propria personalità; certo che tutto si complica quando non ci basta più la visibilità e la fama di chi non vuole andarsene da questo mondo senza aver lasciato almeno un piccolo segno del suo passaggio, ma quando si pretende una fama e una visibilità chiaramente sproporzionata rispetto ai propri meriti e con il solo scopo di schiacciare gli altri.
Colombo non si fa pregare e raccoglie il testimone parlando anch’egli dell’importanza della misura, ma anche facendo presente alcuni punti importanti allo studente che glielo chiedeva e precisamente:
- Guardiamo sempre e dapprima noi stessi:
- Stiamo con gli occhi aperti perché la corruzione nasce dai piccoli gesti (per es. “cominciando con lo scaricare la versione da Internet”);
- La corruzione è nell’animo umano e soprattutto, partendo da un interesse reciproco dei due coinvolti (sia che corrompe che chi è corrotto hanno reciproco interesse a mantenere occulto il fatto);
- Attenzione perché il male della corruzione è impulsivo e ricorrente (probabilmente oltre ai due che sono legati nel gioco della corruzione, ve ne sono altri che intervengono nella catena corruttiva).
Poi sono cominciate le domande (pertinenti) dei ragazzi e i due relatori hanno fatto presente che la corruzione può essere combattuta con alcune semplici strategie:
- Attenzione a ciò che succede nel mondo e pronti a segnalarlo soffiando nel fischietto (whistleblowing);
- L’Uomo deve pensare a non farsi sottomettere dal denaro e dalla cupidigia, ma deve pensare a sviluppare qualcosa che gli piace fare e che gli permette di migliorarsi, anche per un fine collettivo; alla fine, se ci pensate, è il messaggio cristiano.
- Non usare il criterio sacrosanto dell’uguaglianza per arrivare alla corruzione (se è corrotta la mia concorrente, allora devo essere raccomandata anch’io).
Zagrebelsky ricorda che la questione è complessa in quanto è una questione di misura e addirittura in certi casi vi può anche essere un condotta contraria al codice penale, ma con intenti positivi). Si pensi ai chi, nella seconda Guerra Mondiale ha corrotto qualche guardia per far scappare i propri simili dai campi di concentramento.
Alle domande, i nostri due ospiti hanno risposto con straordinaria lucidità e, nel caso di Zagrebelsky, anche con istrionica ironia, ricordando che il male non varia a seconda di chi lo commette, ma a seconda della misura.
Ci piace ricordare il suggerimento di Zagrebelsky per uscire dalla corruzione: coltivare le nostre qualità e le nostre passioni, costruire INSIEME nuove idee e arrivare a dotarsi di una buone dose di cultura per poter affrontare il mondo, a volte ignorante.
Un “grazie” sentito al Liceo Maffei, ai suoi docenti e ai suoi ragazzi, alle altre scuole di “Scuola e Territorio: Educare insieme” che hanno collaborato, al parroco e ai tanti giovani che hanno trascorso con noi questa bella serata.
Infine un “grazie” a questi due relatori così prestigiosi che ci hanno portato per mano sui cardini della nostra Costituzione (“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro …”), facendoci capire che per stare insieme dobbiamo conoscere bene le regole del nostro stare insieme e per farlo serve studiare soprattutto il nostro primo testo normativo originante, ossia la Costituzione. Solo studiandola – e non semplicemente leggendola – potremo impadronirci dei principi ispiratori che hanno illuminato i Padri della nostra Repubblica e che ci hanno permesso di fare davvero tanta strada negli ultimi due secoli (non c’erano le libertà minime, c’era la monarchia e solo dal 1946 c’è la Repubblica (la res publica di ciceroniana memoria)).
Abbiamo ancora tanta strada da percorrere, ma ce la faremo se terremo davanti a noi il faro della cultura e del rispetto per l’altro.
Grazie Gherardo, grazie Gustavo.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO