Ecco “la voce” di Federica Papa 1°B che ci racconta dell’incontro con Gherardo Colombo.
GHERARDO COLOMBO: Educare al rispetto delle regole.
La sera del 28 gennaio, nell’aula Magna della nostra scuola si è tenuto un incontro molto importante inerente il progetto “legalità”. L’ospite è stato l’ex magistrato Gherardo Colombo, membro della famosa inchiesta “Mani Pulite” che ha lasciato la magistratura nel 2007 per raggiungere un obiettivo per lui fondamentale: educare al rispetto delle regole, soprattutto noi giovani. Ho notato che l’aula era piena, nessuno era distratto e qualcuno ha anche avuto la possibilità di intervenire. È stato emozionante avere fra noi, una persona di spicco come lui perché così abbiamo potuto conoscere informazioni da una persona che ci ha dedicato il suo tempo, per farci capire l’importanza della legalità e del rispetto delle regole.
Ho riflettuto a lungo dopo questo incontro perché è stato davvero
coinvolgente, in quanto mi ha invitata a riflettere sulla realtà di tutti i giorni. Sinceramente non avevo mai sentito parlare del dott. Colombo, ma grazie ad alcune lezioni di inglese, ho capito l’importanza del suo lavoro. Penso che sia davvero ammirevole lasciare la propria carriera di magistrato per investire sul nostro futuro, per (cercare di) cambiare uno stato dal sistema giudiziario lento e a volte incapace di prendere decisioni salde. Lui ha definito tutto questo “un rubinetto che perde” e per risolvere il problema “doveva fermare la goccia che perdeva”. Non è da tutti investire il proprio tempo, mettere in gioco le proprie idee semplicemente perché si crede nel futuro, un futuro che per noi giovani è forse un po’ a rischio.
Ha parlato a lungo dicendo che le regole vanno rispettate per una civiltà e una società coesa; ma che i cittadini preferiscono non rispettarle in quanto le vedono come un obbligo, un peso e così preferiscono non pagare le tasse, fingersi invalidi e via dicendo. Ciò che mi delude è proprio questo: io rispetto le regole, che siano semplicemente quelle di comportamento e di buona educazione, come per esempio pagare il biglietto dell’autobus, oppure semplicemente comportarsi in modo rispettoso verso gli altri per avere rispetto e magari amici o ragazzi della mia età non lo fanno, mi sento quasi un’eccezione, una rarità e non dovrebbe essere affatto così. Parlo anche per le altre persone che hanno avuto un’educazione abbastanza dura, che hanno capito l’importanza del rispetto delle regole e che si impegnano a rispettarle. Parliamo tanto di crisi, in Italia, penso che uno dei motivi sia questo: se non siamo motivati a rispettare le regole, se non c’è uno Stato a misura nostra, che non ci tutela, non si può risolvere un problema di fondo, quello che Gherardo Colombo ha definito appunto “la goccia che perde”. Le regole non vanno eliminate, ma cambiate e penso che sia davvero questa la soluzione per una società migliore, specie per noi giovani, noi che abbiamo ancora tutto il tempo per creare il nostro futuro, che vogliamo realizzare i nostri sogni, ma che non possiamo perché vediamo una società che non aiuta. Ci ha invitato a riflettere soprattutto sull’obbligo scolastico fino ai sedici anni, che non dovrebbe essere proprio un obbligo, ma una cosa per noi, per la nostra vita. All’inizio mi è sembrata una delle tante “frasi fatte”, che abbiamo sentito tante volte, però funziona così: se vado a scuola imparo; se imparo conosco; se so posso scegliere e se posso scegliere vuol dire che sono libero e la libertà è una cosa che si guadagna con lealtà, perché non possiamo avere tanti diritti senza avere contemporaneamente altrettanti doveri.
Anche mia madre è rimasta colpita da questo incontro ed essendo adulta, mi ha aiutato a capire meglio il loro punto di vista; a volte per sfuggire alle difficoltà anche gli adulti ricorrono alle soluzioni più semplici, cioè non rispettare le regole, perché le vedono come un peso che si va a sommare ai problemi quotidiani.
Federica Papa 1°B