SALUTE. Convegno dopo un’indagine tra quattordicenni e quindicenni del Copernico-Pasoli
Gli esperti: «Consumano prevalentemente pasti precotti e snack E, da adulti, possono sviluppare patologie serie come il diabete»
martedì 27 marzo 2018 L’ARENA, pagina 17
Tra falsi miti sul cibo e ricerche su internet i quindicenni oggi privilegiano un’alimentazione ricca di proteine e di zuccheri e si interessano a diete veloci. Emerge da 284 risposte a un questionario rivolto a quattordicenni e quindicenni di 13 classi dell’istituto Copernico-Pasoli, presentato in un convegno alla Gran Guardia per contrastare il rischio di obesità e diabete organizzato dall’associazione Prospettiva Famiglia con l’Azienda ospedaliera universitaria integrata e il Comune.In sala 700 studenti coinvolti in un momento formativo sulla corretta nutrizione. «Proprio l’alimentazione, insieme all’attività fisica e al controllo di fumo e alcol, contribuisce a prevenire patologie come il diabete in età adulta, spesso causato da una elevata percentuale di grassi in eccesso», ha introdotto il presidente di Prospettiva Famiglia, Paolo Stefano, affiancato dalla coordinatrice Daniela Galletta. Dal questionario è emerso che nell’alimentazione dei quindicenni veronesi predominano carni e salumi assunti quasi ogni giorno (34 per cento); la frutta viene consumata per il 24 per cento da due a quattro volte alla settimana. Il 2% mangia dolci una volta al giorno e beve bevande zuccherate (20), l’85 fa colazione a casa, il 42 talora salta i pasti.Il 68 per cento mangia fast food due o tre volte al mese, il 15 una volta alla settimana. Nonostante per i minorenni l’alcol sia tossico, il 39 per cento assume birra, vino o superalcolici da una a due volte alla settimana. Il 61 per cento è interessato all’alimentazione ma, per chi decide di mettersi a dieta, la soluzione prevalente (63) è il fai da te. «Il problema è che i ragazzi sono spesso connessi e da Internet traggono informazioni sulla dieta o se la inventano», ha sottolineato Debora Viviani, del dipartimento di scienze umane dell’Università di Verona. «A casa da soli i millennials consumano in prevalenza pasti precotti, se escono puntano su fast food. Vivono in una società dell’apparenza dove si interessano molto del corpo e dell’immagine, per “compensare” cercano suggerimenti su internet o da chi sa poco». Di qui l’importanza di interventi formativi che consentano di sfatare anche leggende sull’alimentazione, come ha sottolineato la dietista Francesca Tommasselli.«In alternativa al junk food (merendine, snack e simili, ndr) proponiamo la dieta mediterranea che permette di vivere meglio, più a lungo e senza malattie», ha concluso Claudio Maffeis, direttore dell’unità di Pediatria ad indirizzo diabetologico e delle malattie del metabolismo. «Anche se i bambini italiani seguono poco queste indicazioni, dobbiamo indirizzarli: così possiamo contrastare l’obesità, ridurre il giro vita e aumentare il livello delle prestazioni scolastiche».
Monica Sommacampagna