LA TRAGEDIA DI CORTICELLA LEONI
A NICOLA
È morto dieci anni fa. Processi, sentenze, pene. Cosa rimane di quella notte impossibile? Un volano di coraggio, quello dei genitori di Nicola Tommasoli che hanno provato a dare forma al loro dolore con l’impegno, promuovendo eventi e incontri attorno ad un’etica urgente e, spesso, troppo sorvolata, quella della responsabilità.
DI MIRYAM SCANDOLA
C’È UNA GELATERIA VICINO al luogo dove lui è finito. I turisti stranieri, nell’inerzia dello scatto facile, fotografano la targa che lo ricorda, senza sapere che non è affatto parte del pacchetto antichità romana che vogliono trattenere nella memoria dei loro telefoni. Sono passati dieci anni. E per alcune persone maggio non è il prologo dolce dell’estate. Per i genitori di Nicola Tommasoli, ad esempio. La vita del figlio è stata presa a calci e sberle a Corticella Leoni, tra il 30 aprile e il 1 maggio del 2008; 29 anni interrotti dalla violenza altrui. La cronaca della notte è ormai nota in ogni suo frammento. Quella sigaretta negata che è diventata il pretesto per togliere le briglie alle mani di un gruppo di ragazzi veronesi e alla loro aggressività annoiata. «Pestato a sangue da un branco di italiani» è uno dei tanti titoli che hanno affollato le testate nazionali in quei giorni lontani. Faceva il disegnatore tecnico, abitava a Negrar. Nicola per tanti è quella foto che abbiamo visto e rivisto ovunque. La camicia a quadri, il sorriso deciso mentre si lega i capelli. I genitori, Luca e Maria Annunziata Tommasoli, hanno assistito a questi dieci anni di processi, di sentenze ridiscusse, di pene scontate e da scontare senza parole feroci per gli autori della loro tragedia.
«Qui il primo maggio 2008 è stato strappato alla sua giovane vita Nicola Tommasoli. Il suo ricordo sia per tutti noi un richiamo ai valori di rispetto della vita umana, di tolleranza e di convivenza civile, il cui smarrimento fu causa della sua scomparsa». Sono molto belle, invece, le parole che hanno scelto per la targa che sta lì, nel luogo dove in tanti passano ogni giorno, e dove lui non si rialzò più. Perché dentro quelle frasi c’è l’intima necessità del ricordo ma anche il valore del dolore che, a volte, decide di essere una for- ma, per quanto dura, di impegno. Il suo strazio la famiglia Tommasoli, in questi anni, l’ha voluto rendere un impulso per diffondere il tema della legalità nella sua declinazione più semplice e potente: il rispetto per l’altro. Hanno gli occhi tirati mentre presentano il ciclo di eventi su cui lavorano da dicembre: Luca e Maria Annunziata non hanno finito le lacrime. Sono passati dieci anni ma quel dolore non si può sciogliere con le primavere archiviate. Nel mese per loro più difficile hanno ideato una rassegna di incontri rivolta a giovani, genitori ed educatori, in collaborazione con l’Associazione Prospettiva Famiglia e la Rete di Scuole “Scuole e Territorio: Educare insieme” ma anche con il gruppo “Radici dei Diritti” dell’ateneo scaligero, Legambiente Verona e altre real- tà del territorio.
UN CALENDARIO FITTO, iniziato il 2 maggio scorso con la commemorazione in Corticella Leoni e arricchito da appuntamenti musicali e teatrali: il 3 maggio nella chiesa di san Nicolò è stata la volta delle armonie eseguite insieme da docenti, genitori e studenti dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri di S. Ambrogio, mentre il 4 maggio al Polo Zanotto lo spettacolo con un titolo chiaro e definitivo Uno strappo, Nicola Tommasoli, anno 2008. L’8 maggio nella Libreria Pagina dodici sarà presentata l’opera di Don Luciano Ferrari La geografia della sofferenza (ore 18.30) e poi, ancora, infiniti incontri ed eventi. Non si può non menzionare quello con Pierpaolo Romani di Avviso Pubblico che, proprio nel centro civico in- titolato a Nicola, parlerà di come si costruiscono le scelte durante un convegno aperto a tutti Quali antidoti alla violenza? Educare alla responsabilità (8 maggio, ore 21). Vito Mancuso nella Chiesa di San Nicolò, il 13 maggio, fermerà lo sguardo su Il bisogno di pensare e dedicherà la presentazione del suo libro proprio alla vita spezzata del giovane. Non mancherà una sosta sul presente e su quanto di noi un’informazione divisiva e sobillatrice possa regalare alla violenza. Il 22 maggio gli studenti del Liceo Fracastoro incontreranno il giornalista Gian Antonio Stella per approfondire il tema delle fake news. E proprio in tempi in cui la brutalità si nutre del narcisismo cieco dei social media e il bullismo si fa bello delle sue atrocità su Instagram o Facebook, non si può e non si deve guardare solo a quegli angoli, seppur densamente abitati, di aggressività. «C’è un buono sommerso che spesso rimane poco raccontato» lo ripete da sempre Daniela Galletta, coordinatrice dell’associazione Prospettiva Famiglia e Rete di Scuole “Scuole e Territorio: Educare insieme”, due realtà che, in sinergia, con rassegne e programmi puntellati anche da grandi nomi, coinvolgono genito- ri e ragazzi sul tema della legalità e sulle sue sfide più attuali. Diventando così, anno dopo anno, il termometro di un altro tipo di gioventù, attenta all’altro, proattiva e coraggiosa.
Nel mese in cui perse la vita Nicola, fa capolino anche uno spettacolo speciale, il 16 maggio, nel teatro David di Cadidavid. L’ha ideato suo cugino, Filippo Tommasoli, insieme a Riccardo Avesani e Omar Girardi. Il titolo è L. Caino, dove «la L. sta per un nome qualsiasi, perché a compiere un’atrocità può essere una persona normale che non è, per forza, grande nella malvagità». Il male ba- nale trova spazio «nell’uomo senza contenuto che rifiuta e combatte il diverso che è in lui – come in ciascuno – proiettandolo sugli altri». Quattro personaggi della cultura (Natalino Balasso, Giorgio Canali, Dagmawi Yimer e Adone Brandalise), sul palco, indagheranno l’inconsistenza della violenza perché lo spettacolo, come il ricordo «non è solo un’operazione di memoria ma, anche e soprattutto, di presa di coscienza».
Per informazioni o per consultare gli altri appuntamenti della rassegna: www.politichegiovanili.comune.verona.it