EDUCARE A CONOSCERE I PERICOLI DELLE DIPENDENZE: DROGHE E ALCOL
”UN ANGELO ALL’INFERNO”
14 marzo 2014 – Cinema ALCIONE
Proiezione del film;
Dibattito condotto da: dott. Doriano DAL CENGIO – psicologo e psicoterapeuta
Più di 300 persone al cinema Alcione per assistere alla pluridecorata pellicola “Un angelo all’inferno”, prodotta da Nuova Media Italia di Michele Calì e Federica Andreoli. Una serata resa ancor più prestigiosa dalla presenza in sala del regista Bruno Gaburro e di due dei protagonisti del film, Laura Adriani e Michele Cesari. Altro ospite d’eccezione l’assessore regionale alle Politiche sociali Remo Sernagiotto. Un ringraziamento al nostro Parroco don Guido che ci ha messo a disposizione il cinema Alcione per questo importante appuntamento.
Prospettiva Famiglia ha voluto organizzare questa serata in quanto rientrante a pieno titolo nel tema, affrontato in questo mese di marzo, delle dipendenze. E la dipendenza di cui parla il film è purtroppo fin troppo nota, raccontando le vicissitudini di una ragazza che finisce nel mondo oscuro e inquietante della droga come reazione ad una situazione familiare che si sfalda a fronte di una separazione coniugale.
Il film è ben realizzato e fluisce via rapido, ma in molte circostanze mette in luce i grandi temi del nostro tempo: l’incapacità dei genitori ad instaurare un rapporto leale e sincero con i figli, le dinamiche che si scatenano a fronte della violazione delle relazioni familiari, il ruolo – a volte positivo, a volte negativo – della tecnologia, un errata valutazione dei valori di cui i giovani sono portatori. Ed ecco che – fra uno scorcio del lago di Garda e un incontro al Palazzo della Ragione – si snoda la storia di una famiglia benestante in cui dapprima, si rompe un rapporto coniugale a fronte di un marito troppo immerso nel suo lavoro e molto incline al tradimento e successivamente, si assiste ad un progressivo annegamento della figlia nel mondo della droga, mondo nel quale essa cerca di obnubilarsi per non dover affrontare la tristezza di una famiglia a pezzi.
Bravi gli attori e sagace la regia che arriva a proporre un film in cui moltissimi sono gli spunti di discussione:
- l’errata interpretazione del loro ruolo da parte dei genitori (“è il male del nostro tempo: genitori che vogliono fare i giovani”);
- un’errata etichetta affibbiata ai giovani (“senza movida, internet e droga non siete nessuno”);
- un falso sentirsi a posto dei genitori per aver “dato” ai figli;
- le solite ridicole scuse che i genitori inventano per coprire i loro errori (“non sono capace di amare”);
- il ruolo devastante della tecnologia, con telefonini che squillano anche nei momenti in cui i nostri figli ci vorrebbero parlare e vorrebbero raccontarci di loro;
- la facilità con cui si può entrare in contatto con un mondo fatto di personaggi squallidi e senza scrupoli;
- una disponibilità a volte esagerata di denaro da parte dei nostri figli, mentre invece ciò di cui avrebbero bisogno sono il nostro affetto ed il nostro ascolto.
Sullo sfondo di una Verona benestante, si sviluppa quindi la progressiva involuzione della protagonista Martina (Laura Adriani), che risente gravemente di una situazione familiare compromessa, al punto di abbandonare la squadra e gli allenamenti di nuoto, nonché entrare in contatto con pusher, per i quali la disponibilità di denaro e l’assenza di regole sono i punti fondamentali.
Eccoci allora a sottolineare ancora una volta i temi che altre volte sono stati toccati negli incontri di Prospettiva Famiglia; tanto per citarne alcuni:
- l’esigenza di fare rete tra le famiglie (welfare community): ciò serve per dare al ragazzo tante “sentinelle” (in senso buono), ossia far sì che ciò che non rilevano i genitori, magari impegnati al lavoro tutto il giorno, venga invece notato dai vicini o dagli amici o dagli insegnanti;
- la riscoperta della “piazza”, ossia di un luogo dove tutti ci si conosce e, in caso di problemi del singolo, molti ne siano a conoscenza e molti siano quelli disposti a dargli una mano;
- la necessità di dare ai genitori informazioni e strumenti utili all’educazione dei propri figli;
- l’importanza di realizzare quella alleanza educativa fra scuola e famiglia, che consenta di intercettare da subito i primi sintomi di un malessere che può sfociare in situazioni spesso drammatiche;
- una tutela mai sufficiente dei veri valori, che devono ispirare la nostra vita;
- l’importanza delle relazioni familiari, che deve basarsi prima di tutto sul rispetto reciproco: e rispetto significa non rispondere al cellulare mentre nostro figlio ci parla, vuol dire rispettare nostra moglie e nostro marito, vuol dire trovare il tempo per stare con loro, strappandolo al nostro lavoro o ai nostri piaceri.
Il dott. Dal Cengio lo ha detto chiaramente; riprendendo in mano e rileggendo le cartelle cliniche di 136 pazienti, che facevano regolare uso di droga, si sono scoperti molti lati in comune, come per es. la mancanza nei primi 10 anni di vita della figura del padre, o perché se n’era andato oppure perché pur essendoci nella forma, era assente nella sostanza (ben il 45% aveva questa caratteristica); altro aspetto in comune era una generale difficoltà a scuola, a volta legata ad aspetti comportamentali (iperattività, difficoltà a mantenere la concentrazione), altre volte invece legata a cattive compagnie.
La scala di gravità nei vari passi che caratterizzano chi fa uso di droga è piuttosto disarmante; già prima dei 10 anni, si fa uso di sostanze eccitanti (sigaretta) e inibitorie (alcol), ma spesso, in questo gorgo, si finisce per assumere eroina prima dei 18 anni, dopo essere passati dalla cannabis e dalle droghe sintetiche (ecstasy, LSD, anfetamine, …)..
Dibattito finale del pubblico con domande sia allo psicologo Dal Cengio che ai protagonisti; ne è emerso in troppi casi, una difficoltà dei giovani a confidarsi con i genitori, ad entrare in sintonia con loro, a stabilire con loro un vero e leale rapporto empatico. Ciò può essere dovuto a vari fattori: genitori distratti da troppi richiami esterni e incapaci di soffermarsi a pensare a chi gli è più vicino, genitori troppo impegnati a “fare gli adolescenti”, genitori che mantengono l’autorità, ma hanno perso l’autorevolezza (l’authoritas dei latini), genitori che ritengono di aver fatto il loro dovere per aver “dato” ai propri figli, dimenticando che possono aver dato tantissime cose materiale, ma magari si sono scordati di quelle non materiali, quasi sempre molto più importanti.
Tra le domande agli attori, anche quella di sapere perché hanno intrapreso questa professione. Laura Adriani ha risposto, con grande sincerità, che la scelta è stata dettata anche da un bisogno interiore di attenzione, da un’esigenza di essere considerata: esigenza che sicuramente con questa professione viene appagata.
Un ringraziamento al dott. Dal Cengio per la preziosa e competente guida del dibattito e un “grazie” a coloro che hanno contribuito alla realizzazione di un film su una dipendenza davvero grave, insieme a molte altre “droghe” peraltro. Così grave che persino un bambino presente in sala si è preoccupato e ha voluto chiedere ai due attori se “durante le riprese del film hanno fumato veramente”.
Come suggerito dalle famiglie della rete – tramite i numerosi questionari di gradimento – l’utilizzo attivo e coinvolgente del cinema a sfondo sociale, può diventare un significativo mezzo culturale di prevenzione, un messaggio formativo da indirizzare ai giovani per una vita sana e responsabile e nel contempo, soprattutto in questo caso, visto che il film è stato girato a Verona e dintorni, una promozione turistica, che mostra il valore di paesaggi, monumenti e architetture che tutti i giorni viviamo per le strade della nostra città.
Bello anche il messaggio di girare in bicicletta; chissà, potrebbe essere una bella soluzione al problema del traffico, un miglioramento della qualità dell’aria e della vita e un ritorno a relazioni più aperte e leali rispetto a chi si sposta “chiuso” nell’abitacolo della propria auto.
A presto.
per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
Esiti questionari :
1.GRADIMENTO PROIEZIONE FILMICA:
64 moltissimo
10 molto
3 abbastanza
2.GRADIMENTO TEMATICA PROPOSTA:
48 moltissimo
25 molto
2 abbastanza
3.GRADIMENTO DIBATTITO GUIDATO:
31 moltissimo
36 molto
8 abbastanza
4.SUGGERIMENTI:
Proporre più proiezioni filmiche
Chiedere pareri ragazzi per iscritto, anche in forma anonima
Pubblicizzare maggiormente gli incontri
Continuare ad approfondire la tematica delle dipendenze