QUALE LAVORO OGGI?
Luci ed ombre delle nuove regole e tipologie contrattuali
15 ottobre 2018 – Centro civico “N.Tommasoli”
Protagonisti: i giovani Francesca, Carlo e Francesco.
Moderatori: Emiliano Galati (Segretario FELSA CISL);
Alberto Tosi, imprenditore di Apindustria
Matteo Scolari, direttore di Pantheon Verona Network
A tre anni e mezzo dall’entrata in vigore della normativa nota come Jobs Act (D.Lgs. del 4 marzo 2015, n.22), Prospettiva Famiglia ha voluto riprendere i temi di questa controversa normativa per verificarne sul campo gli effetti; questo con la preziosa testimonianza di tre giovani (gli altri due a casa influenzati) che, dopo un pregevole percorso scolastico, hanno lottato ed ottenuto rapidamente un primo impiego e che possono tranquillamente rappresentare l’élite dei giovani che oggi si affacciano sul mondo del lavoro.
Sapientemente guidati da Matteo Scolari e da Alberto Tosi, i ragazzi hanno portato la loro testimonianza delle difficoltà affrontate sia nelle scelte concernenti l’orientamento scolastico universitario e sia, una volta raggiunto il traguardo scolastico, quando hanno dovuto mettersi sul mercato del lavoro.
Innanzitutto la scelta universitaria: se partiamo dalla considerazione che oggi 8 giovani su 10 svolgono un lavoro che 10 anni fa neanche esisteva, si avvalora ancor più la tesi di scegliere una branca che piaccia, che soddisfi le aspirazioni del giovane e che lo metta veramente nelle condizioni di dare il meglio delle sua abilità e capacità intellettive e operative. Lo stesso accadrà fra 10 anni, quindi inutile pensare ora di scegliere un indirizzo solo perché oggi ha successo o va per la maggiore. Se avessimo parlato dieci anni fa ai nostri interlocutori, dicendo che nel 2018 molti giovani sono web designer o esperti in biotecnologie o progettisti di infrastrutture per estrazioni petrolifere o, infine, ideatori di eventi promozionali per le aziende, in pochi ci avrebbero creduto.
Sta di fatto che questi giovani si sono messi in gioco, innanzitutto apprendendo che non si smette mai di imparare e di crescere professionalmente (lo diceva anche il caro vecchio Eduardo De Filippo che “gli esami non finiscono mai”), ma poi adeguandosi ad una società dove i ritmi sono incalzanti e purtroppo non c’è spazio per chi viaggia a velocità ridotta (“mandi 5 curriculum al giorno? Devi mandarne almeno 50”). E poi, ci dice Francesco, non basta copiare ciò che fanno gli altri o scaricarsi il CV formato europeo per avere più chance di essere selezionati. Occorre fare di più. E precisamente, in aziende dove il tempo è scarsissimo anche per guardare i CV degli aspiranti dipendenti, occorre colpire immediatamente l’interlocutore, mettendoci un pizzico di novità o dei flash che colpiscano subito chi legge e lo induca ad approfondire la conoscenza. “Su un posto a disposizione”, ci dice Francesco, “ben 400 hanno risposto tramite network come Linkedin”; ma anche rispondendo alla domanda di assunzione proposta dall’azienda, occorreva fare qualcosa che impressionasse immediatamente la struttura di HR dell’azienda e inducesse a convocare il candidato; per es., mostrando alcuni aspetti motivazionali particolari (la conoscenza della lingua straniera, alcune indicazioni di conoscenza del settore, …), insomma qualcosa che indicasse che non ci si è limitati a rispondere ad una proposta dell’azienda, ma si sono raccolte informazioni, si sono fatti approfondimenti, si è cercato di lavorare sulla propria fantasia e sulla ricerca del nuovo.
E’ finita l’era in cui bastavano skills professionali specifici, ora le aziende cercano di più, cercano altro: qual è la disponibilità e l’apertura ad un lavoro di squadra? Quanto si cerca il nuovo anziché applicare sempre il vecchio solo perché è affidabile e noto? Teniamo presente che le aziende che oggi si impongono sono quelle che hanno visto più lontano, hanno applicato tecniche nuove e magari chi le ha ideate è passato per un pazzo o un visionario. Tecniche di gestione dell’organizzazione come il job posting o un’intensa relazione coi dipendenti fatta anche di momenti extra-lavorativi o di sperimentazione delle loro capacità in ambiti nuovi e inusuali (c.d. giochi di ruolo) hanno permesso ad alcune aziende di crescere in modo esponenziale; chi poi è riuscito ad affiancare i risultati positivi di fatturato all’indice di gradimento in azienda, ha fatto bingo.
Il dr. Galati, segretario della CISL ci ha ricordato che la rimozione delle vischiosità nel mondo del lavoro è pregiudiziale fondamentale per facilitare l’incontro di domanda e offerta, ma anche che non si può parlare di diritti, se prima le aziende non ripartono e con loro anche le prospettive di lavoro.
La preparazione di questi ragazzi è davvero invidiabile e l’asticella è molto più alta di quanto non lo fosse ai nostri tempi, ma così va l mondo. La platea dei potenziali datori di lavoro ha varcato i limiti del paesello per assumere dimensioni planetarie e ormai sono davvero pochi i ruoli qualificati dove non ci si trovi con una certa frequenza ad interloquire con controparti straniere dove serve una conoscenza della lingua parlata e scritta di un certo livello, così come il confronto con i competitor è ormai alle stelle e le aziende chiedono proposte, novità e un nuovo modo di organizzare le risorse ed il tempo a disposizione.
L’esempio che ci danno questi ragazzi, che hanno vissuto sì e non un paio di mesi di disoccupazione, dimostra che abbiamo a disposizione generazioni di persone davvero preparate; se a questa preparazione sommiamo la grinta di chi bracca l’obiettivo, di chi sa quello che vuole, si ottengono risultati lusinghieri. Bisogna avere preparazione e bisogna avere fame (stay hungry, stay foolish”); Carlo ci ha detto con grande realismo e grande positività che la richiesta della sua azienda ad una certa mobilità in ambito regionale, lui l’ha visto come un’opportunità e non come un limite. Ed è giusto che sia così.
In tutto questo resta comunque fondamentale che le aziende propongano ai giovani assunti un obiettivo, un percorso ideale (“una carriera”, si sarebbe detto una volta), sostanzialmente un traguardo che essi potranno raggiungere se metteranno in campo tutta la loro abilità e la loro inventiva. In mancanza di obiettivi chiari, precisi e raggiungibili, si rischia che il giovane si adagi su un pericoloso tran tran, in cui motivazione ed efficienza se ne vanno su per il camino.
Bella la partecipazione dei giovani, efficace la conduzione di Matteo Scolari e di Alberto Tosi che ci hanno dato esempi concreti ed indicazioni altrettanto concrete su come i nostri giovani possono affrontare con successo la loro stagione più bella, ma anche la più difficile: quella di entrare nel variopinto, ricco di insidie, affascinante ma anche complesso mondo del lavoro.
Un grazie a coloro che hanno partecipato alla riuscita della serata che ha visto la presenza di circa 50 persone.
Qui sotto è possibile scaricare il materiale usato durante l’incontro.
Presentazione COSP
TIPOLOGIE_CONTRATTUALI
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO