Lo scandalo dell’Onestà
Teatro Camploy Verona – 3 aprile 2014
Relatori:
- Dott. Gianpaolo Trevisi
Oggi il dott. Gianpaolo Trevisi, Direttore della scuola Allievi di Polizia di Peschiera, ha condotto la riflessione proposta da Prospettiva Famiglia alle scuole della rete sul tema “Lo scandalo dell’Onestà”. L’ha fatto dal palco del Teatro Camploy, sul quale oltre a lui si sono avvicendate le rappresentanze delle classi presenti che sul tema hanno proposto canti a cappella, brani recitati, letture e quesiti.
Partendo dal dialogo immaginario svolto nei nove mesi in cui, insieme alla moglie, ha atteso la nascita della piccola Dalia, Gianpaolo Trevisi, da poeta e scrittore sensibile qual è, ha via via condotto i ragazzi a una sorta di viaggio lungo le innumerevoli possibili declinazioni del concetto di “Onestà”. Mescolando il pensiero costantemente rivolto alla figlia e alla vita che l’attenderà con il mondo che circonda i giovani oggi, Gianpaolo Trevisi ha ricordato che Onestà è sinonimo di Giustizia, quella con la “G” maiuscola, che non solo e non sempre attiene al concetto giuridico del termine, come ben dice il personaggio del suo amato Francesco De Gregori, che nella canzone “Il bandito e il campione” cercando giustizia trovò la legge.
Ai giovani ha raccomandato di essere innanzitutto onesti con e nell’amore, di affrontare le proprie relazioni “di faccia” e di non viverle solo attraverso quei meravigliosi strumenti che sono FB e i social network, che tanto sono utili e tanto possono essere pericolosi, oltre che fonte di inaridimento delle relazioni.
E’ bene essere onesti con i genitori, che talvolta assillano e controllano i propri figli, ma che in questo svolgono il loro ruolo di amorevole vigilanza su coloro che più amano.
Se tutti noi fossimo onesti, tutti noi saremmo più liberi, e non ci sentiremmo, giovani a volte fragili, costretti dal “gruppo” ad azioni che non ci appartengono, azioni “brutte” e a volte “cattive” ma attraverso le quali cerchiamo il consenso di amici che poi tali non sono.
Occorre essere onesti nel divertimento: lo “sballo” del sabato sera non rende liberi, toglie il controllo di sé e il ricordo.
L’onestà con i propri sentimenti ci rende sensibili: “sii sensibile alle foglie” raccomanda alla piccola Dalia, e insieme a lei a tutti i giovani presenti, siate sensibili anche ad una foglia che cade per saper piangere ma anche e soprattutto per saper vivere realmente la gioia e le emozioni positive. La sensibilità porta le persone a riconoscere la propria dignità e anche a sapersi indignare, ed è giusto farlo quando pensiamo con sincerità che le cose non stiano andando per il verso giusto. Questo mondo può e deve essere cambiato. Nessuno deve rinunciare al diritto di sognare, e di sognare anche a occhi aperti.
L’onestà verso se stessi e i propri sogni porta la passione. La quasi totalità dei ragazzi che passano dalla questura lo fanno per noia, perché non hanno interessi e non fanno nulla. I giovani devono innanzitutto crescere per diventare adulti, e per questo serve passione per ciò che si fa, serve fare qualcosa per il solo piacere di farlo.
L’onestà verso gli altri ci fa capire che non abbiamo diritto di giudicare nessuno, almeno finchè non siamo davvero certi di aver fatto fino in fondo il nostro dovere. Non abbiamo il diritto di giudicare, mai, perché non è oggettivamente possibile stabilire una gerarchia di importanza, identificare un altro da me che valga meno di me. Non si può essere felici in solitudine, la felicità è fatta per essere condivisa, non solo nel piccolo gruppo che si frequenta ma anche e soprattutto nel confronto con ciò che è diverso da noi. In questo non dobbiamo avere pregiudizi, non dobbiamo, come ha detto un giorno un bimbo di scuola elementare “dire che un libro è brutto solo perché non ci piace la copertina”. Alla piccola Dalia, che ha la pelle bianca, il papà augura di avere “il cuore fatto di tutti i colori”. Come ha detto Yuri Gagarin, la Terra vista dal cielo è più bella perché non ha confini, non ha muri che dividono. I muri li mettiamo noi, e noi dobbiamo riuscire ad abbatterli.
Non cediamo mai alla tentazione di pensare che tutto sia inutile: ognuno di noi conta, forse poco come un fiocco di neve che da solo si scoglie, ma che insieme a tanti altri fiocchi di neve può diventare una valanga. Non possiamo e non dobbiamo accettare un mondo in cui l’Onestà dia scandalo.
Al termine Gianpaolo Trevisi ci ha salutato, ma soprattutto ha salutato i ragazzi: “Ciao ragazzi. Buona vita!”