Progetto “Viaggio tra Storia, Arte e Pensiero”
La Memoria della Francia di fronte alla Shoah: appunti dal Convegno internazionale “Pensare ed Insegnare la Shoah”
(VIII Edizione) Parigi 2018)
Relatrice:
Prof.ssa Marta Pegoraro
PENSARE E INSEGNARE LA SHOAH
Il Seminario “Pensare e insegnare la Shoah” si rivolge agli insegnanti italiani, alle guide, agli educatori e ai responsabili dei luoghi della memoria, dei musei e delle associazioni votate alla memoria della deportazione e dello sterminio, con l’obiettivo di offrire gli strumenti interpretativi e storiografici più aggiornati per approfondire la Shoah alla luce delle più recenti ricerche a livello europeo, incontrando alcuni fra i maggiori esperti della storiografia europea. Giunto all’8^ edizione, ha previsto anche quest’anno un ricco e qualificato programma di conferenze, lezioni magistrali, visite e specifiche sessioni strutturate con piccoli gruppi e centrate su attività laboratoriali.
Ha visto l’intervento di alcuni storici di fama mondiale, a cominciare da G. Bensoussan, professore alla Sorbona e autore di diverse opere sulla Shoah e Jan Grabowsky, lo storico polacco attualmente non gradito nel suo Paese per i suoi studi sul ruolo dei polacchi nella Shoah, e poi Peter Klein per l’Università Touro College di Berlino, Hans-Christian Jasch per la Casa della Conferenza di Wannsee , Henry Rousso del CNRS, Piotr Setkiewicz per il Centro di Ricerca del Museo di Auschwitz.
Si scolge presso il Mémorial de la Shoah, che è la più antica istituzione al mondo per la ricerca e conservazione della memoria del genocidio degli ebrei. Il Mémorial, inaugurato nella sua nuova veste il 27 gennaio 2005 a Parigi, nasce col nome di Centre de documentation juive contemporaine (CDJC Centro di documentazione ebraica contemporanea) nella clandestinità nell’aprile 1943 a Grenoble, allora sotto occupazione italiana, su iniziativa di Isaac Schneersohn, allo scopo di raccogliere le prove della persecuzione degli ebrei e poter testimoniare, a guerra conclusa, le sofferenze patite dalle vittime, chiedendo un giusto risarcimento. Dalla fine della guerra, il CDJC si trasferisce a Parigi e si dedica alla catalogazione dei propri archivi per studiare il processo di distruzione degli ebrei, crea la propria casa editrice e pubblica i primi studi e la prima rivista al mondo di storia della Shoah, Le Monde juif che diverrà in seguito la Revue d’histoire de la Shoah, oggi diretta dallo storico Georges Bensoussan. Aperto ad un pubblico molto diversificato per età e interessi, il Mémorial offre numerosi spazi e un vasto programma di sensibilizzazione e approfondimento-
Il convegno è stato l’occasione per approfondire alcuni aspetti storici riguardanti la tragedia della Shoah e soprattutto per rimeditare, per riflettere su alcune questioni metodologiche riguardanti proprio l’insegnamento della Storia Si è ancora ben lontani da una condivisione piena del significato storico-politico che si attribuisce alla Shoah, proprio perché tale evento – pur considerato da tutti come una tragedia senza precedenti – viene inserito in una lettura diversa della storia. Una lettura in cui talvolta l’accento è posto più sul nazismo come fenomeno totalitario e sulla sua politica di oppressione e persecuzione nei confronti di diverse categorie di persone, che sulle modalità e sulla cronologia delle deportazioni e del genocidio degli ebrei.
Uno dei momenti più interessanti è stata certamente la visita ad un luogo particolare: Drancy, che si trova a circa 10 km a nord-est di Parigi. Progettato dagli architetti Marcel Lods et Eugène Baudoin all’inizio degli anni Trenta, l’edificio era destinato ad accogliere le famiglie di operai che dalla provincia si erano spostate nell’aria industriale intorno alla capitale, ma prima che i lavori fossero ultimati, l’edifico fu requisito e destinato a diventare luogo di detenzione per prigionieri di guerra.
La sua conformazione ad U, che consentiva di recintare solo un lato della struttura, le dimensioni eccezionali per un complesso abitativo dell’epoca e la vicinanza con la ferrovia, furono in seguito considerate dalle autorità tedesche caratteristiche ideali per un campo di transito per gli ebrei in partenza per Auschwitz-Birkenau. Si stima che circa 62.900 ebrei siano partiti da Drancy verso i campi di stermino.
Per il raggruppamento degli ebrei nei campi, per la schedatura, per i rastrellamenti eseguiti dalla polizia, Vichy ha facilitato il lavoro dei tedeschi. Sono stati deportati 76.000 ebrei di cui 24.000 francesi; solo il 3% (2.500) è sopravvissuto ai campi di sterminio; 4.000 ebrei sono morti nei campi in Francia.
Una deportata illustre sopravvissuta ad Auschwitz è Charlotte Delbo, francese di origine italiana, che, nel gennaio ‘43, per la sua militanza nelle fila della resistenza, viene deportata ad Auschwitz-Birkenau, quindi a Ravensbruck e poi definitivamente (il 5 marzo ‘44) a Mauthausen. Sottoposta lì a un trattamento meno duro, è riuscita a sopravvivere fino alla liberazione, da parte della Croce Rossa, alla fine della guerra. Tornata in patria, la Delbo ha iniziato a collaborare con l’ONU e con il CNRS. e a a scrivere a partire dal 1960.
Altro argomento al centro del seminario, che non ha riguardato unicamente aspetti della storia francese, trattato dal professor Bensoussan,(qui vedete alcune delle sue principali pubblicazioni come storico della Shoah) è stato il rapporto tra la Shoah nel corso della seconda guerra mondiale e il nascente stato ebraico in Palestina. Come è stata compresa la storia della Shoah da parte del Focolare nazionale ebraico, per quanto riguarda il periodo antecedente al 1948, e dopo quella data, lo Stato d’Israele? E’ vero che questa catastrofe è stata all’origine della creazione dello stato ebraico, come sostiene gran parte dell’opinione pubblica, anche in Francia? E come ha accolto questo nascente stato i profughi del 1945, ma anche dopo? Perché si è parlato di una ‘mancata accoglienza’? Perché la storiografia israeliana del genocidio si è sviluppata tardi nonostante la creazione, agli inizi degli anni del 1950, dello Yad Vashem? A partire da quando la tragedia degli ebrei europei è diventata un elemento chiave dell’identtà israeliana? Dal 1948 o dagli anni ’60, col processo Eichmann, la guerra dei sei giorni, e quella del Kippur?
“Senza la Shoah, lo Stato d’Israele non sarebbe mai nato”. Questo stretto nesso causale fra lo sterminio degli ebrei d’Europa e la fondazione dello Stato d’Israele è divenuto un assioma accettato da studiosi e gente comune, ebrei e non ebrei, religiosi e laici, politici di diverse parti. I palestinesi lo hanno adottato per dimostrare di essere stati sacrificati al senso di colpa dell’Europa, la leadership israeliana per fare della fondazione dello Stato il momento del riscatto politico del popolo ebraico, gli storici post-sionisti per mettere sotto accusa l’utilizzazione della Shoah e della sua memoria fatta da Ben Gurion e dall’élite laburista.
La tesi sostenuta da Bensoussan è invece che lo Stato di Israele non nasce dalla Shoah, ma che gli anni cruciali per la sua fondazione furono quelli, sotto il mandato britannico, della creazione dell’esercito, dei sindacati, delle università, della generale adozione della lingua ebraica. Gli anni dell’Yishuv, insediamento ebraico, quelli cioè in cui si crearono le strutture che nel 1948 diventarono senza soluzione di continuità le strutture dello Stato d’Israele.
Bibliografia:
Bensoussan Georges, Genocidio, una passione europea, Venezia, Marsilio, 2009
–Israele, un nome eterno. Lo Stato di Israele, il sionismo e lo sterminio degli ebrei d’Europa, Torino, Utet, 2009
– L’eredità di Auschwitz. Come ricordare? Piccola Biblioteca Einaudi, 2014
Fontana Laura, Verso una memoria europea della Shoah? L’esperienza del Mémorial de la Shoah di Parigi in “Dopo i testimoni. Memorie, storiografie e narrazioni della deportazione razziale”, a cura di Marta Baiardi e Alberto Cavaglion, Roma, Viella, 2014.
Consigli di Lettura:
- Englander, Una cena al centro della terra, Einaudi
- Grossman, Ad un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori
- Gundar Goshen, Svegliare i leoni, Giuntina
- Nevo, Neuland, Neri Pozza
- Keret, All’improvviso bussano alla porta, Feltrinelli
- Krauss, Selva oscura, Guanda
- Oz, Giuda, Feltrinelli
- Roth, Il teatro di Sabbath, Einaudi
- Shalev, Dolore, Feltrinelli
A.Yehoshua, Viaggio alla fine del millennio, Einaudi