INCONTRO CON IL DOTT. GIANPAOLO TREVISI: “LO SCANDALO DELL’ ONESTÀ”
Il giorno 3 aprile si è svolto presso il teatro Camploy l’incontro con il dott. Gianpaolo Trevisi riguardante il tema: “Lo scandalo dell’onestà”. Gianpaolo Trevisi è il direttore della scuola di allievi di polizia di Peschiera, è di Roma ma ci ha detto che lui si sente veronese a tutti gli effetti perché all’ età di vent’anni si è trasferito a Verona dove ha costruito una famiglia e da poco è diventato padre di una bellissima bambina di nome Daria. Il dibattito si è aperto con un brano cantato dal coro del liceo Montanari intitolato Shalom Aleikhem (sia la pace su di voi). Il titolo di questo incontro è, a prima vista, un controsenso perché lo scandalo indica una cosa negativa (il termine scandalo significa “ostacolo”, “inciampo”. Il significato più antico del termine rinvia ad azioni o discorsi che danno cattivo esempio); mentre l’onestà è un termine che si riferisce a una cosa positiva, alla correttezza, alla lealtà, “dove non c’è lealtà c’è diffidenza” ha affermato il dott. Trevisi.
Oggi infatti, sembra quasi uno scandalo la persona onesta, infatti fa notizia una persona che se trova un portafoglio lo riporta con i soldi dentro ai carabinieri, al contrario sembra la persona più giusta quella più “furba” che se trova il portafoglio, prima prende i soldi e però poi visto che dentro ci sono dei documenti, lo porta ai carabinieri. Anche nell’ ambito sociale/economico il “furbo” è l’evasore che prende in giro lo stato e tutti noi. Gianpaolo Trevisi ha raccontato a noi ragazzi che alla nostra età aveva tre sogni che voleva realizzare: il primo era quello di fare il poliziotto, il secondo di fare lo scrittore e il terzo quello di fare l’ astronauta. I primi due è riuscito a realizzarli: poliziotto di giorno e scrittore di notte, e il terzo lo deve ancora realizzare ma non si stà demoralizzando per questo perché lui si immagina a ottanta anni con la tuta d’ astronauta nello spazio. Ha scritto diversi libri e quello che ci ha rappresentato è intitolato: “C’era una volta fagiolino”. Questo libro lo ha scritto nel periodo in cui attendeva la nascita di sua figlia (nove mesi); immaginando un dialogo tra lui e sua figli. La prima cosa che disse a sua figli e che poi ha riportato a noi è stata quella di essere onesti con le persone e che ci stanno accanto, noi non dobbiamo nasconderci e parlare solo attaverso lo schermo del computer o del cellulare perché non sappiamo chi c’è al di là dello schermo e non instauriamo una vera e propria relazione. Ci ha ricordato inoltre di essere onesti con i genitori, essere onesti ci rende liberi, la libertà si conquista. Non dobbiamo fare quello che vogliamo e seguire il “gruppo” questo non ci rende liberi (onesti con il divertimento). Mi è piaciuto molto l’esempio che ci ha fatto riguardante il “gruppo”. Spesso i ragazzi compiono certe azioni solo perché le fanno il loro gruppo di amici e quindi non vogliono sentirsi esclusi come ad esempio bere, fumare oppure drogarsi. Quando noi andiamo ad esempio in discoteca, pensiamo di passare una bella serata e trascorrere momenti indimenticabili, ma se ci droghiamo o beviamo sostanze alcoliche che non ci fanno ricordare nulla, che senso ha farlo??che divertimento abbiamo che poi non ci ricordiamo nulla?? Ci ha ricordato in seguito di essere onesti con i sentimenti e di non essere insensibili, dobbiamo essere sensibili anche a una foglia che cade per saper piangere e saper vivere realmnte tutte le emozioni. Ci ha raccomandato inoltre, di non essere bandiere che girano a seconda della direzione in cui soffia il vento, ma dobbiamo essere consapevoli delle azioni che cmpiamo ma sopattutto degli errori che commettiamo, se ci accorgiamo che la strada che stiamo percorrendo è sbagliata dobbiamo cabiarla. Trevisi ha affermato in seguito, di essere onesti con noi stessi, con i nosti sogni e passioni e anche con gli altri. Dobbiamo fare le cose per noi stessi e non per gli altri, seguire le nostre passioni e credere sempre nei nosrti sogni. Nel frattempo però, dobbiamo essere rispettosi nei confronti degli altri e non dobbiamo avere pregiudizi. Rigurdo ai pregiudizi mi ha colpito molto il discorso che ha rivolto Trevisi a sua figlia, nel quale le dice che anche se ha la pelle bianca le augura di avere il cuore di tutti i colori. Come ha detto Yuri Gagarin, la Terra vista dal cielo è più bella perché non ha confini, non ha muri che dividono. I muri li mettiamo noi, e noi dobbiamo riuscire ad abbatterli.
Ci ha ricordato in seguito che la felicità va condivisa. Infine ha concluso l’ incontro dicendo di non cedere mai alla tentazione di pensare che tutto sia inutile: ognuno di noi ha un certo valore, forse poco come un fiocco di neve che da solo si scoglie, ma che insieme a tanti altri fiocchi di neve può diventare una valanga e quindi cambiare molte cose. Non possiamo e non dobbiamo accettare un mondo in cui l’Onestà sia uno scandalo. Mi è piaciuto molto il modo in cui ci ha salutato: “Ciao ragazzi. Buona vita!” e questo augurio contiene tutta la premura che ha nei nostri confronti il dott. Trevisi.