Progetto Educazione alla Legalità e alla Cittadinanza consapevole
LEGGE N.41/2016 – OMICIDIO STRADALE E LESIONI PERSONALI STRADALI: STORIE E CONSEGUENZE DI UNA LEGGE POCO CONOSCIUTA”
11 dicembre 2018 – Centro civico “N.Tommasoli”
Relatori:
- Lugi ALTAMURA, comandante della polizia municipale di Verona;
- Girolamo LACQUANITI, Comandante della Polizia Stradale di Verona
Con questo incontro abbiamo voluto valutare – con l’aiuto di due valenti professionisti, che hanno seguito la preparazione normativa, ma ne curano anche quotidianamente l’applicazione pratica – l’efficacia della legge n.41 del 2016 che ha introdotto i due reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali.
Innanzitutto il dr. Altamura ha illustrato una serie di dati statistici relativi al fenomeno ed in particolare i più di 173.000 incidenti annui sul territorio nazionale, ma soprattutto il numero di morti sulle strade (entro 30 gg. dall’incidente) che purtroppo, dopo una lieve flessione nel 2017, è ora tornato a salire sopra i 3.400. Siamo molto lontani dal trend indicato dalla Comunità Europea, trend che prevedeva per il 2018, poco più di 2.700 morti. Siamo invece sopra questo target di ben 700 unità e non sarà facile invertire l’andamento e soprattutto portarsi sui numeri indicati come obiettivo dall’UE. Prima di passare all’iter che ha portato alla promulgazione della norma, un segnale positivo: i morti in città a Verona sono diminuiti del 70%. Anche i ciclisti contano meno morti rispetto agli anni precedenti. Fra le cause, sicuramente il forte impegno della Polizia nel mantenere il controllo e nel reprimere le violazioni al CdS; preoccupante, invece, il grafico da cui risulta che le 4 del mattino è statisticamente l’ora con la più alta probabilità di incidenti stradali.
Il Comandante della Polizia Municipale ha poi illustrato alcune caratteristiche della norma, che ha trovato applicazione agli art. 569-bis (omicidio stradale) e 590-bis (lesioni personali stradali) del Codice Penale. In particolare, il nostro relatore ha evidenziato la difficoltà di provare che l’effetto di stupefacenti era in atto al momento dell’incidente, oltre a tutte le difficoltà operative ad ottenere simile constatazione (portare rapidamente il soggetto al Pronto soccorso, superare gli altri pazienti in coda, effettuare le rilevazioni e le anailisi richieste, … ), soprattutto per il fatto che se esiste un etilometro, non esiste invece un “drogometro” e quindi non si riesce a stabilire quanto tempo prima erano stati assunti determinate sostanze stupefacenti.
Il reato è assoggettato ad aggravanti, come per es. il causare la morte o le lesioni gravi o gravissime in uno stato di ebbrezza alcolica o da stupefacenti, così come la velocità o il fatto di coinvolgere più persone. All’opposto sono previsti anche delle attenuanti che sono legate solitamente allo stato del manto e delle segnalazioni stradali o al comportamento scorretto della vittima (per es. attraversamento improvviso, …).
Sempre il dr. Altamura ha trasmesso un video piuttosto agghiacciante, che viene trasmesso nel periodo pre-natalizio in Australia, dove si inquadrano giovani intenti a festeggiare e a bere, successivamente inquadrati alla guida dell’automobile ed infine dopo lo scontro o l’uscita di strada, con corpi immobili sulla strada o incastrati nelle lamiere dell’auto o intrappolati in auto in fiamme.
Infine, il dr. Altamura ha chiuso il suo intervento segnalando l’enorme difficoltà che lui ed i suoi uomini hanno nel dover comunicare ai familiari la morte o le gravissime lesioni riportate da un loro familiare. Si tratta di un compito davvero difficile perché, ha sottolineato Altamura, prima che funzionari dello Stato, essi sono delle persone umane e quando si tratta di dire ad un padre che non rivedrà più vivo suo figlio o a una moglie che non rivedrà più il marito, è davvero un compito arduo; per superare queste difficoltà, Altamura ed i suoi uomini hanno seguito un corso, denominato Chidrone, per imparare le tecniche di comunicazione più efficaci in questi casi, così come le modalità di restituzione degli effetti personali. Indipendentemente dalle tecniche, il dr. Altamura chiede a tutti di adottare ogni prudenza e ogni condotta consapevole volta ad evitare situazioni di questo tipo, che si vorrebbero molto volentieri evitare.
Ha preso la parola poi il dr. Lacquaniti che ha portato la sua esperienza fatta sulle strade di Verona, ma anche a Piacenza; innanzitutto, egli segnala l’indole innata in tutti noi a sentirci padroni della strada quando saliamo in macchina: occupiamo la corsia centrale in autostrada, ci arrabbiamo con quello davanti a noi che va più piano e con quelli che vengono da dietro più veloci e ci lampeggiano. Siamo sempre tendenti a dare la colpa agli altri e non pensiamo che alcuni comportamenti da noi adottati preludono in modo gravissimo ad incidenti, come l’odiato uso del cellulare al volante. Purtroppo, ci fa notare il dr. Lacquaniti, certi comportamenti non dolosi, ma legati a distrazione, stanchezza, superficialità sono spesso fonte di incidenti più gravi rispetto a chi, invece, pur violando con premeditazione le regole del CdS, lo fa con tale attenzione da non creare lo stesso pericolo (è il caso di chi passa al semaforo premeditatamente col rosso e chi, invece, lo passa per distrazione: il secondo crea un pericolo molto più grave). .
Il dr. Lacquaniti ha mostrato anch’egli video da cui risulta promozionali dell’educazione stradale che vengono proiettati all’estero (mai in Italia) e ci ha fatto notare che questo fenomeno degli incidenti stradali non ci tocca particolarmente e quindi non induce nelle masse un cambiamento nella condotta; per fare un es. il terrorismo, che pure ha generato molti meno morti degli incidenti stradali, ha influito e influisce molto di più sulla nostra condotta rispetto agli incidenti stradali (si pensi a quanti non sono andati in Francia subito dopo la strade del Bataclan o al fatto che diamo ormai per normale vedere i “new jersey” a protezione delle principali piazze italiane.
Entrambi i nostri relatori hanno dato il loro parere sulla norma ed hanno affermato che è una norma nata pe sanzionare, ma proprio per questa natura non ha ottenuto nulla in termini di prevenzione. Il numero dei morti e degli incidenti a livello nazionale non è diminuito, anzi. Restano, invece, parecchi casi di sanzioni dure nei confronti di persone note e meno note (“se L’Arena, che ha dedicato una pagina per l’indicente di Paolini, facesse così con tutti, dovrebbe pubblicare ogni giorno 8 pagine sul tema”).
Da una parte si è pensato a sanzionare, dall’altro non ci si è preoccupati di attivare azioni preventive; il risultato è quasi assurdo nel senso che gli incidenti non sono diminuiti, ma nel frattempo anche un normale automobilista, non ubriaco e non sotto effetto di stupefacenti, può trovarsi dietro le sbarre se ha causato – magari ad un anziano – una prognosi superiore ai 40 giorni (come accade per una frattura del femore …).
Il dr. Lacquaniti ha chiuso con una esempio davvero significativo: ha proiettato sulla parete del centro civico la seguente scritta:
“I TOPI NON AVEVANO NIPOTI”
Che cos’ha di particolare questa frase? E’ una frase palindroma, ossia può essere letta indifferentemente da sinistra verso destra o viceversa. E perché le frasi palindrome ci affascinano così tanto?
La risposta è che esse ci dànno l’idea della reversibilità, ossia della possibilità di avere una seconda occasione. Ebbene, purtroppo, se ci pensiamo bene, i nostri drammi più grandi sono proprio quelli irreversibili, quelli che una seconda possibilità non te la dànno. Teniamolo a mente.
Un “grazie” sincero a questi due professionisti che ci hanno trasmesso con i video, ma soprattutto con le loro illustrazioni chiare, concrete ed efficaci, come si colloca questa legge e le correzioni che dovrebbe subire, sebbene non vi siano avvisaglie in tal senso, vista la continua preoccupazione elettorale di chi le emana.
Un “grazie” anche al pubblico intervenuto, anche se il tema, a quanto pare, non ha suscitato tutto l’interesse che merita.
A presto.
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Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo Stefano