Progetto Scuola per Genitori 2018-2019
“L’IMPORTANZA DEL PADRE NEL DESTINO DELL’INDIVIDUO
E DELLA COLLETTIVITA’ ”
7 febbraio 2019 – Centro civico “N.Tommasoli”
Relatrice:
- ssa Barbara TONIN, psicanalista junghiana
Dopo la presentazione dei testi di “Biblioteca in famiglia”, connessi al tema di questa sera, la parola è passata alla dott.ssa Roberta Gozzi che ha presentato l’attività svolta da 40 anni dal Consultorio familiare “Verona Nord” che, sotto l’egida della Regione Veneto e nella qualità di ONLUS assunta nel 2001, svolge attività di sostegno alla genitorialità e di aiuto nella conflittualità e per migliorare la relazione di coppia. In particolare, è stata esposta la pratica frequente del “consulto della parola” con cui spesso riescono a ricavare dai ragazzi informazioni che possono aiutarci a farli uscire da qualche loro problema e di cui spesso non parlano con i genitori; una volta raccolte queste preziose informazioni, il compito del consultorio è quello di indirizzare i genitori nella direzione opportuna affinché possano davvero essere di sostegno ai propri figli nella soluzione di problemi grandi e piccoli.
Poi ha preso in mano la serata la dr.ssa Tonin che ha cominciato con l’illustrare il passaggio che ognuno di noi fa nell’esperienza di crescita da femmina/compagna a madre e da maschio a padre. Per entrambe le situazioni, la dr.ssa Tonin ha sottolineato come sia cresciuto a dismisura in questa nostra società il principio di competizione, l’esigenza più o meno esplicita che hanno molti genitori nei confronti dei figli di aspettarsi da loro che siano sempre i primi in ogni percorso o esperienza o test che sia. Una competizione davvero dannosa, se si pensa a ragazze abituate a prendere sempre ottimi voti alle scuole medie inferiori, le quali – quando arrivano alle superiori – pur continuando ad avere voti eccellenti, soffrono il fatto di non essere più le prime a causa dell’aumentata competizione. E’ qui e anche prima (nella fase pre-adolescenziale) che dobbiamo stare vicino ai ragazzi per evitare che si perdano e per fargli sentire che siamo lì e che, pur dovendo camminare con le loro gambe, possiamo indirizzarli, aiutarli e collaborare con loro. Talvolta l’azione educativa non va a buon fine perché vi sono genitori che non hanno il coraggio di opporsi ai propri figli e sopportano di subire la loro reazione, magari con qualche parola di troppo; altre volte, invece, l’azione fallisce perché i genitori dichiarano più o meno esplicitamente di aspettarsi che i figli siano primi in ogni esperienza, dalla scuola allo sport, dai giochi a qualunque situazione in cui venga solleticato questo nervo dell’immagine del vincente. La dr.ssa Tonin ci invita dunque a frenare questa competizione esasperata, ma a dichiarare ai nostri figli che ci piacciono anche se in certe circostanze non sono fra i primi e anche se non hanno portato a casa alcuna medaglia.
Alcuni spezzoni del film con Robin Williams intitolato “Mrs. Doubtfire” in cui il regista si sofferma sull’udienza in tribunale in cui il marito dimostra tutta la sua semplicità e tutto il suo desiderio d tornare con i figli aiutano a meglio comprendere cosa ci si aspetta dai papà. Da una parte completare l’azione primaria (della madre) che incoraggia il figlio, con un’azione secondaria (del padre) che gli faccia comprendere che ogni azione umana prevede dei limiti e che è opportuno rispettare questi limiti per evitare di farsi troppo male. La dr.ssa Tonin comunque precisa che non è nemmeno vero che la madre svolge l’azione primaria ed il padre quella secondaria, quanto piuttosto che essi devono svolgere entrambe le azioni in modalità simbiotica e coordinata, anche per evitare che i ragazzi si infilino con grande maestria nelle pieghe di padri e madri che non si sostengono a vicenda: in questi casi, i ragazzi sono bravissimi nel cogliere i punti deboli. La coppia, sposata o divorziata che sia, è quella che deve muoversi opportunamente nei confronti dei figli per garantire quelle esperienze e quelle tutele che servono loro per diventare adulti. Il padre assume poi un ruolo fondamentale nel graduare la misura del rapporto madre-figlio: un rapporto morboso, di madre-coccodrillo fa sì che la madre dedichi tutte le sue attenzioni al figlio, impendendogli di staccarsi (vedi figli mammoni), un rapporto freddo dovuto al tentativo della madre di riprendersi il suo ruolo di donna, può generare effetti altrettanto negativi, sia nel figlio che nella madre. Il padre ha questa grande responsabilità: non di fare da terzo incomodo, ma da terzo-arbitro, capace di intervenire nei modi e nella misura più adatta a far sì che il figlio abbia il giusto spazio per crescere; uno spazio non troppo stretto da rimanerne soffocato, né troppo ampio da perdersi senza imboccare la retta via.
La dr.ssa Tonin ricorda con un felice esempio, l’importanza che i padri insegnino ai loro figli ad andare in bicicletta; infatti, in bicicletta serve equilibrio, in bicicletta si fa fatica, in bicicletta ci si deve rialzare dopo la caduta, in bicicletta si devono dare dei passaggi o li si deve chiedere ad altri. Ma se ci pensiamo bene, queste esperienze che facciamo con la bicicletta non sono forse le stesse esperienze che la vita ci chiama ad affrontare: non è forse una bellissima metafora della vita quella di cadere e rialzarsi? Eppure oggi abbiamo ancora troppe mamme e troppi papà che non insegnano ad andare in bicicletta ai propri figli per ché hanno paura che possano cadere …
La presentazione della dr.ssa Tonin si chiude con una significativa frase di Recalcati: “I figli non hanno bisogno di padri testimoni che dicano loro non qual è il senso dell’esistenza, ma che attraverso la loro vita testimonino che l’ esistenza ha un senso”. Una frase che noi papà faremo bene a ricordare e ad applicare instillando nei nostri figli quel senso del dovere, quella caparbietà che serve per rialzarsi dopo la caduta, quel senso di responsabilità e quel rispetto per gli altri che è come lo stare in equilibrio sulla bicicletta: un sottile trucco per vincere la forza di gravità che poi non è altro che la ricerca di una condotta retta, leale, corretta,
La dr.ssa Tonin ha esposto con grande concretezza questi concetti, dopo di che nel dibattito finale siamo tornati sul tema di non passare ai nostri figli questo concetto di competizione esasperato che va invece sostituito con un principio di sana collaborazione. Una vittoria di squadra in cui tutti hanno portato il proprio contributo è decisamente più efficace, sotto tutti i profili, di una vittoria raggiunta da solo e cercando allo spasimo di battere il nostro vicino.
Ci vediamo la prossima settimana con il dr. Stefano Di Carlo a parlare di un altro tema interessante: “Le paure dei nostri figli – modalità e strategie per superarle”.
A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO