Progetto Incontro con gli autori, la letteratura e il giornalismo
NANDO DALLA CHIESA
”Per fortuna faccio il prof”
8 marzo 2019 – I.T.E.S. “Aldo Pasoli”
Autore: Nando Dalla Chiesa – parlamentare, uomo delle istituzioni, scrittore, professore, sociologo e Presidente onorario di LIBERA
Appassionato di Bruce Springsteen, uno che comincerà le lezioni con “C’era una volta …”, uno che cerca di stare nella vita e nella storia, ideatore de “La meglio gioventù”, fondatore di Società civile, convinto assertore della legge delle “12 P” [1], portabandiera del messaggio dato dal più grande Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri, costruttore della coscienza civile, uomo politico, professore universitario, scrittore e tante altre cose. Stiamo parlando di Nando Dalla Chiesa. Un uomo che ha fatto dell’educazione dei ragazzi un motivo di vita, uno che ha sempre impostato il suo comportamento sul rispetto degli altri e sulla convinzione che i giovani hanno potenzialità enormi: si tratta solo di vederle e farle venir fuori in tutta la loro magnificenza.
Una serata, quella di stasera all’Istituto “Aldo Pasoli”, che ci ha regalato pillole di umanità e di saggezza da parte di un uomo, che ha attraversato gli ultimi 40 anni di storia del nostro Paese, dando il suo contributo in molti ambiti della società civile: dall’insegnamento a consigliere del Comune di Milano, da professore a scrittore, da sociologo che ha studiato approfonditamente il fenomeno mafioso (se vuoi combattere il tuo nemico lo devi prima studiare) a parlamentare. Un uomo che trasmette un grande senso di umanità e che ha imparato in questi anni di docenza universitaria che “democrazia vuol dire usare lo stesso metro per tutti, ma tener conto dei meriti e delle caratteristiche di ciascuno”. Un uomo che ha avuto il merito di avviare, come solo pochissimi altri hanno fatto, l’Università itinerante con la quale porta ogni anno 40-50 ragazzi universitari del corso di Sociologia della criminalità organizzata a trascorrere una settimana nei luoghi che odorano di mafia a discutere e ad approfondire l’argomento mafioso. Ecco allora il nostro “prof” con i suoi studenti a discutere del tema mafioso e degli altri reati puniti dall’art. 416-bis del Codice Penale, nella foresteria del Carcere di massima sicurezza dell’Asinara; i ragazzi a prendere appunti sotto un cielo stellato, con i testi illuminati dalla luce dei telefonini. Perché per discutere di temi seri non bisogna necessariamente essere in aula; a volte va bene anche essere in quei luoghi che hanno visto o vedono svilupparsi quei comportamenti violenti e subdoli che stanno alla base della condotta criminosa (io non li porto ai circoli del jazz, né a vedere i musei; li porto in luoghi che sembrano l’inferno). Fautore di quella teoria dell’immersione per cui l’apprendimento è più efficace quando è sviluppato insieme agli altri in un fertile ed efficace contraddittorio.
Efficacemente stimolato dalle considerazioni della prof.ssa Rodella, Nando Dalla Chiesa ha sottolineato l’importanza della memoria, che va coltivata perché “la memoria ci serve per creare cultura; chi ha memoria sa che certi eventi possono portare dolore, mentre chi non ha memoria non se ne può rendere conto”. Alla domanda “che cosa può fare ciascuno di noi”, la replica è stata decisamente positiva. Il “prof” Dalla Chiesa ha citato le centinaia di ragazze universitarie che hanno incoraggiato con la loro presenza Denise a testimoniare in giudizio contro il padre, colpevole di aver ucciso la moglie (e madre di Denise). A volte non serve ricoprire ruoli di potere o di prestigio; è sufficiente denunciare ed essere meno tolleranti verso le perizie false fatte da certi professionisti per poter inferire colpi molto importanti alle mafie che ammorbano certi gruppi della nostra società; si può fare molto, semplicemente non chiudendo gli occhi e non restando indifferenti ai comportamenti scorretti (da tempo non si vedeva una manifestazione così importante come quella contro il razzismo di qualche giorno fa a Milano).
Per affrontare il tuo nemico, certamente lo devi studiare (un allenatore che dovesse affrontare una semifinale di Champions League e non studiasse il suo avversario, sarebbe un cialtrone); Dalla Chiesa invita quindi a limitare coloro che parlano di certi argomenti così importanti e delicati, come quello mafioso, senza averlo mai studiato prima; si cade spesso nei cliché e negli stereotipi.
Egli ama la teoria, ma riconosce che per arrivare alle tesi sul fenomeno criminoso, i ragazzi hanno bisogno dell’immedesimazione, del racconto, di un fatto illuminante ed emblematico della teoria che si vuole provare; ecco perché il nostro “prof” ha deciso che comincerà le lezioni con “C’era una volta …”, per poter prima portare i ragazzi sull’onda del vissuto, del concreto, del fattuale e risalire poi alla teoria che lo genera.
In tutta questa esposizione, traspare questo grande senso di umanità e la ricerca continua di una giusta distanza dal suo interlocutore; pretendere dai ragazzi un certo abbigliamento, ma aspettarli anche fino a sera per consentirgli di tornare a casa, cambiarsi e ritornare in facoltà per sostenere l’esame è la misura di tutto questo. Non troppo vicino da non potermi più rapportare efficacemente e non troppo lontano da non essere empatico. In questa giusta distanza sta la miscela che gli ha permesso di portare i ragazzi a Casal di Principe e scoprire – prima di altri – che il fenomeno mafioso era stato fortemente ridimensionato o ad Ostia e scoprire – prima di altri – che il fenomeno criminoso era fortemente radicato.
E’ forse per questo, che egli preferisce il termine prof a quello di professore; prof raccoglie, secondo Dalla Chiesa, quel giusto miscuglio di affetto e di rispetto che fa bene ad un rapporto docente-discente. Da qui e dal suo poetico amore per l’università (a settembre quando il cortile si riempie di matricole provo una forte emozione), nasce il titolo del suo libro.
In avvio di serata, il Dirigente Sandro Turri ha espresso i ringraziamenti al nostro ospite e la riconoscenza per l’opera prestata da Dalla Chiesa; successivamente la prof.ssa Rodella ha illustrato ampiamente la miriade di attività e ruoli ricoperti dal nostro ospite ed ha saputo interloquire con lui durante la serata con grande competenza e conoscenza del testo pubblicato (Per fortuna faccio il prof).
Al prof Nando Dalla Chiesa il nostro ringraziamento per questa testimonianza di grande umanità e di grande determinazione, sia nell’educazione dei ragazzi e sia nella lotta ai fenomeni criminosi. Persone di questa cultura e di questo livello intellettuale rappresentano l’esempio per i nostri ragazzi, che si può fare molto per il proprio Paese, per combattere i mali di una democrazia e salvaguardare la verità e la giustizia.
Teniamone conto nel nostro operare quotidiano e riflettiamo sulle parole di questo prof che ha scritto e scrive quotidianamente pagine importanti della storia della nostra Repubblica.
A presto.
Per PROSPETTIVA FAMIGLIA
dott. Paolo STEFANO
[1] Prima Pensa Poi Parla Perché Parole Poco Pensate Possono Produrre Parecchi Pasticci