Relazione incontro con Don Luigi Ciotti
Aula magna A. Pasoli 14 marzo 2019
Giovedì 14 Marzo la classe 2b ha assistito ad un incontro con Don Luigi Ciotti, il presidente di Libera “associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nell’aula dell’ITES Aldo Pasoli.
L’incontro è iniziato con l’intervento di Chiara, la presidente del CSV, centro servizio per il volontariato, ha fatto una piccola presentazione e poi ci ha fatto conoscere alcuni ragazzi presenti in aula che fanno parte di questa associazione.
Questi si sono divisi in quattro gruppi che hanno trattato quattro tematiche e i rappresentanti ci hanno portato i resoconti. I quattro temi sono stati: la memoria, il sogno, l’accoglienza e la giustizia sociale . prima che iniziassero i ragazzi, Chiara ha tenuto a precisare che lo scopo del CSV è quello di difendere la patria senza usare le armi: bisogna prendersi cura della propria terra difendendola.
L’attività svolta dai ragazzi di riflessione sulle quattro tematiche, una diversa dall’altra, ha fatto capire alle persone che pensare e imparare sono fondamentali per la nostra società. L’educazione è il momento in cui si decide quanto amiamo il mondo, i nostri figli e noi stessi.
Il primo gruppo ci ha parlato della memoria e ha detto che questa è divisa in due: la memoria statica, dove non ci sono cambiamenti, è immutabile, e quella dinamica, dove c’è un passato emotivo influenzato dai sentimenti.
Il termine “memoria” si collega anche ad altre parole non meno importanti come: ricordo, responsabilità, giustizia sociale, dovere e testimonianza.
Uno degli obiettivi di Libera è quello di ricostruire il ricordo di chi è stato vittima della mafia.
Noi abbiamo l’impegno di essere il cambiamento, essere luci che danno vita alla staticità della storia.
Il primo gruppo ha concluso con una frase di don Ciotti che dice:” la nostra libertà è liberare chi libero non è”.
Il secondo gruppo ha trattato i sogni, ha iniziato con una frase di Shakespeare:” siamo fatti della materia di cui sono fatti sogni”, quindi la domanda è “cos’è un sogno?” è la libertà di pensare e agire, lo spazio di sognare è una condizione non un posto.
Al giorno d’oggi siccome è quasi impossibile riuscire a realizzare i propri sogni e non si può decidere liberamente i ragazzi del CSV hanno progettato un modo per poter farli entrambi, ossia una specie di asilo-famiglia: questo agevola le famiglie nel loro progetto di vita. I genitori lavorano in una azienda e in questa c’è un asilo per i propri figli, qui ci sono anche degli anziani anche perché attualmente le famiglie si formano intorno ai 35-40 anni e quindi è probabile che non tutti i bambini riescano a conoscere i propri nonni.
Assumersi responsabilità è una libertà interiore mentre il lavoro è una libertà esteriore. Il secondo gruppo ha concluso con il dire come possiamo fare per realizzare i nostri sogni: uscire allo scoperto, tenere legami sinceri e avere il potere dei desideri.
Il terzo gruppo, che ha parlato dell’accoglienza, ha iniziato con la frase di una canzone di Fabrizio De André, il pescatore:” gli occhi dischiuse il vecchio al giorno, non si guardò neppure intorno ma versò il vino e spezzò il pane per chi diceva ho sete ho fame”. Loro hanno detto che “l’accoglienza” è non respingere, dare e ricevere, imparare da chi è diverso.
L’ultimo gruppo ha trattato la giustizia sociale, ha detto che non bisogna pensare che chi è diverso vada contro la comunità. La giustizia sociale è quando i singoli individui decidono di sottoporsi a determinate regole; poi hanno spiegato il confine tra giusto e sbagliato usando delle parole di Martin Luter King e Rose Parks.
Conclusi i lavori dei quattro gruppi ha iniziato don Ciotti col dire che c’è bisogno che ognuno do noi metta in gioco la propria parte, bisogna parlare di più il linguaggio della democrazia ed è qui che c’è un “noi”, associazioni, volontari, chiesa,… il “noi” vince sempre perché l’unione fa la forza, sta a noi il compito di mettere in atto il linguaggio della democrazia. Don Ciotti dice che dobbiamo continuare a sognare perché la nostra vita è una sintesi instabile tra la realtà e il sogno, si deve dare spazio alla forza del sogno perché i più grandi sognatori sono stati persone realistiche. C’è necessità di neutralità, bisogna sempre sentirsi cittadini e non solo quando accadono casi spiacevoli. Ci si deve sempre sentire responsabili; le idee, per essere credute, hanno bisogno di un anticipo di corpo, ovvero ce le dobbiamo sentire reali dentro di noi. Sognare è l’arte di immaginare le soluzioni non immaginate ancora.
Ultimamente c’è il rischio di digitalizzare l’esistenza, noi abbiamo bisogno di contatti. Nel nostro Paese i legami sociali si sono rotti e quindi bisognerebbe riconoscere i propri sbagli per diventare più responsabili delle proprie azioni.
Don Ciotti, poi, ci ha raccontato di quando ha incontrato papa Francesco che gli ha parlato del passato della sua famiglia: siccome si faceva la fame i suoi nonni si erano prenotati un viaggio di andata per l’Argentina sulla nave Mafalda, ma per ragioni economiche non poterono partire. Questa nave affondò con centinaia di italiani morti annegati;alla fine i nonni di papa Francesco arrivarono in Argentina ugualmente.
Nella vita ognuno deve fare la propria parte e se qualcosa non va bisogna assumersi le proprie responsabilità.
Per Libera le persone che muoiono sono una memoria viva che si deve tradurre in impegno, non bisogna ricordare solo chi muore fuori ma anche chi muore dentro come ad esempio i familiari perché non diventino vittime anche loro della nostra indifferenza. Don Ciotti ci ha raccontato anche che lui aveva incontrato il magistrato Giovanni Falcone ad una conferenza a scuola sulla droga e quando c’è stata la strage di Capaci, il 23 Maggio del 1992, don Ciotti teneva una conferenza in un’altra scuola sulla droga e con questo ci ha voluto far capire che non è stata una coincidenza.
A Palermo 57 anni dopo c’è stato un altro convegno sulla droga a scuola e qui nasce un po’ l’idea di dover far qualcosa e unire l’Italia contro le mafie, le droghe,…
Le persone morte non sono fatti o casi di cronaca … un anno dopo la morte di Falcone una madre è andata da don Ciotti piangendo perché voleva sentire anche lei il nome del figlio ucciso dalla mafia, voleva sentire il suo nome come quello di Borsellino e Falcone; le persone devono essere chiamate tutte con il loro nome.
La signora ha fatto scattare la scintilla:il 21 Marzo si ricordano tutte le vittime, infatti, anche a Padova ogni 21 Marzo si tiene una manifestazione.
Non c’è un elenco completo di tutte le vittime, anzi prima non c’era mai stato.
Il ricordo deve diventare un impegno.
Libera è presente in tutta Europa e America Latina, don Ciotti è andato anche in una scuola ad Amburgo e in questa c’era una lapide con scritto: “qui sosta il silenzio ma quando ti allontani parla”, qui i nazisti avevano impiccato venti bambini …
Il presidente di Libera fa presente che il futuro ci chiede di andargli incontro e non di aspettarlo.
Sono 163 anni che in Italia si parla di mafia ma ciò non impedisce di dimenticare le cose positive che sono state fatte.
Alcuni ragazzi alla fine hanno fatto alcune domande e don Luigi ha risposto col dire che un rapporto del Censis illustra che l’Italia è impaurita, impoverita e disgregata, un’altissima percentuale di italiani dichiara di vivere in solitudine.
Il vero problema in Italia non sono gli immigrati ma i mafiosi!
Le mafie ora sono più forti di prima perché hanno capito che devono cambiare il loro modo di agire, le quattro nuove caratteristiche sono: hanno assunto forme organizzative diverse, si spara di meno, c’è molta corruzione, hanno cambiato strategia per arrivare al potere, c’è stato un progressivo allargamento del raggio di azione della mafia, nessun territorio può considerarsi immune, i profili organizzativi sono reticolati e più flessibili, hanno iniziato a fare gli imprenditori aziendali.
I mafiosi si avvalgono di persone competenti e quindi hanno un notevole successo economico. Le mafie si collocano nella parte grigia che c’è tra la parte legale e illegale. Un parroco diceva che le mafie hanno piede in Sicilia, testa a Roma e azione al nord, anche oltre le Alpi.
La politica dovrebbe essere uguale all’etica ma oggi c’è un grande divorzio tra le due, la nostra legalità è sempre più verso il potere e meno verso la giustizia.
In tutta Europa, a parte in qualche Paese, non vogliono che si parli di mafia ma di crimine organizzato. 5000 mila sono le organizzazioni criminali presenti.
Le leggi devono tutelare il diritto non il potere.
Le mafie colpiscono i privati che però sono a scapito pubblico. Don Ciotti finisce il suo intervento augurandoci di riempire le nostre vite di vita, raccomandandoci l’impegno di ricordare.
Relazione fatta da Silvia Canteri 2b ites Pasoli